Vita Cristiana Accoglienza ucraini alla San Pio X

Pubblicato il 25 Aprile 2022 | di Redazione

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Dall’Ucraina alla San Pio X

Pace a voi è anche il saluto che la comunità di San Pio X di Ragusa ha rivolto a due famiglie di profughi provenienti dall’Ucraina che da qualche giorno sono accolti nei locali parrocchiali adibiti al catechismo. Un gesto che nasce dall’intuizione del parroco, don Franco Ottone, ma che siamo certi sarebbe piaciuto molto anche al suo predecessore, don Mario Pavone, che ha speso una parte significativa della sua vita di studioso e di sacerdote per aprire nuove vie alla pace e per dotare il quartiere di una chiesa bella e accogliente, proprio come è oggi San Pio X. I parrocchiani si sono dati da fare per allestire delle stanze comode e dotate di tutto il necessario per affrontare questo periodo. In tutto sono sette gli ucraini che vivono alla San Pio X e una bandiera gialla e blu sventola dal loro balcone.

Don Franco Ottone è stato il motore di una macchina della solidarietà che ha coinvolto il vescovo monsignor Giuseppe La Placa, la Caritas diocesana, le parrocchie San Paolo (che ha comprato un televisore) e Preziosissimo Sangue (che ha messo a disposizione coperte e cibo), il liceo scientifico “Enrico Fermi” che ha fornito cinque computer e tanti studenti che, in maniera spontanea, stanno provvedendo, con raccolte collettive, a tutte le esigenze.

«È un esempio – ha commentato don Ottone – di quella Chiesa che non si arrende, che non si ferma, che cresce insieme. Tutti i parrocchiani hanno mostrato entusiasmo e gioia nell’intraprendere quella che si è configurata come una vera e propria impresa d’amore. Sin dal primo giorno ho detto ai miei parrocchiani che ciò che facciamo è l’immagine, bella, della nostra parrocchia, della nostra Diocesi. Come ho detto ai miei parrocchiani, non vogliamo fare un’azione per sentirci migliori, ma, di fronte a chi sta soffrendo, vogliamo bere le loro lacrime. Le lacrime di questo popolo, di questi bimbi senza papà, di queste mamme senza marito, di questi bimbi che non hanno nessuno».

In tutto si tratta di sette persone che hanno trovato a Ragusa, nei locali della parrocchia San Pio X, uno spazio da dove ricominciare a sperare in un futuro di pace. Non sarà facile lasciarsi alle spalle le ferite della guerra che rimbombano dalla tv. Ma Ragusa, anche con l’accoglienza dei profughi kossovari nella ex base Nato di Comiso, è sempre stata un crocevia della pace e della speranza. A loro l’augurio di poter tornare presto nelle loro case e ritrovare la vita e gli affetti che si sono stati costretti a lasciare.

Altre parrocchie si stanno attivando e tante altre sono mobilitate per inviare aiuti. A coordinare il tutto è la Caritas diocesana che è anche in contatto con la comunità ucraina che vive a Ragusa (per lo più composta da badanti che assistono le nostre persone anziane) che sta facendo da ponte con i connazionali che chiedono di lasciare gli scenari di guerra per ricongiungersi con i familiari.

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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