Vita Cristiana incontro ragazzi papa

Pubblicato il 1 Giugno 2022 | di Redazione

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Una generazione che sogna di scrivere un cammino nuovo

«Carissimi ragazzi e ragazze, benvenuti, grazie di essere qui». È stato questo il saluto iniziale che Papa Francesco ha rivolto, durante la veglia, agli 80 mila ragazzi, accompagnati da 60 vescovi, dai loro genitori e dagli educatori, giunti a Roma per partecipare, il 18 aprile scorso, all’evento “Seguimi” promosso dalla Cei. Questo pellegrinaggio, proposto agli adolescenti tra i 12 e i 17 anni, è stato pensato all’interno di un progetto al quale la Chiesa italiana ha dato il via quest’anno: si chiama “Seme divento” ed è rivolto proprio agli adolescenti e ai loro genitori.

Le parole del Papa, sempre molto immediate, hanno fatto sentire tutti “a casa” in una piazza come quella di San Pietro che, per vocazione, sa farsi abbraccio accogliente. Una piazza, a forma di abbraccio, che però ha faticato a contenere l’entusiasmo dei giovani presenti che è arrivato a toccare il cielo “blu celeste”, come ha cantato Blanco durante il pomeriggio. Ottantamila non è soltanto un numero: dentro quella piazza, dopo un grande tempo di digiuno, c’erano dei volti, delle storie, delle vite. «Questa piazza attendeva da tempo di riempirsi della vostra presenza, dei vostri volti e del vostro entusiasmo – ha detto Francesco – e alla piazza è successo quello che succede a tutti dopo un lungo digiuno: aveva fame e si è riempita di più!» ha aggiunto riferendosi al gran numero di presenti.

L’incontro degli adolescenti è stato il primo grande incontro organizzato dall’Ufficio nazionale di Pastorale giovanile dopo la pausa dovuta alla pandemia. Un evento bello, ricco, gioioso, esplosivo.
Più profondamente questo incontro ci ha fatto scoprire, ancora una volta, che il tempo che abbiamo vissuto ha lasciato tracce profonde sulla carne della nostra storia: in mezzo a tutta quella gente, forse, assieme alla gioia abbiamo avvertito tutti di essere un po’ spaesati e spaventati.
Ecco che, oggi ancor di più, dobbiamo trasformare quei numeri in occhi da incrociare, storie da ascoltare, mani da stringere per infondere coraggio.
Quegli ottantamila adolescenti in piazza San Pietro sono stati il segno profetico di una generazione che sogna di scrivere un cammino nuovo. Nel tempo della pandemia, sono stati proprio gli adolescenti quelli che hanno sofferto di più, essendo la loro una fascia d’età particolarmente esposta a tutto ciò che è accaduto. La scelta di accogliere l’invito di Papa Francesco a Roma per pregare è anche l’espressione del loro desiderio di tornare a fare esperienza insieme.

«Voi non avete l’esperienza dei grandi ma avete qualcosa che i grandi alle volte hanno perduto, voi avete il fiuto della verità – sono le parole forti con i quali il Papa ha concluso l’incontro – Vi auguro di avere il fiuto di Giovanni e il coraggio di Pietro. Non abbiate paura della vita, abbiate paura piuttosto della morte del cuore. La vita è bella, è per essere data agli altri. È importante che voi andiate avanti – ha detto ancora il pontefice ai ragazzi – illuminate le paure, vincete lo scoraggiamento con il coraggio di prendere la mano di chi abbiamo vicino e ce la tende, e non perdete il fiuto della verità».

Alcuni dei 76 adolescenti del centro giovanile “Carlo Acutis” della parrocchia Sacro Cuore di Gesù (Ragusa), che hanno partecipato all’incontro, cosi si esprimono riguardo a questa esperienza.

«Alzare lo sguardo da terra, verso l’alto, non per fuggire ma per vincere la tentazione di rimanere stesi sui pavimenti delle nostre paure, queste sono state le parole del Papa per noi giovani. Oggi la nostra paura più grande è il futuro, ciò che avverrà domani. Incertezze, solitudine e fallimenti caratterizzano la nostra adolescenza tormentata da una domanda: ‘che ne sarà di me?».

«Il lunedì di Pasqua, abbiamo vissuto un’esperienza stupenda, indimenticabile, le parole di conforto e rassicurazione del Papa ci hanno incoraggiati. Ci hanno coinvolto molto le varie testimonianze fatte da ragazzi come noi, ragazzi che hanno avvertito la presenza di Dio nei loro cuori proprio nei momenti più bui della loro vita, anche attraverso le persone a loro vicine.  Un’esperienza che difficilmente dimenticheremo».
«A me è piaciuto il fatto che al pellegrinaggio c’erano tantissimi ragazzi come noi che hanno viaggiato ore ed ore per partecipare a questo incontro».
«Mi è piaciuto tanto perché era proprio una giornata dedicata a noi adolescenti che ci ha dato l’opportunità di sperimentare l’importanza di un incontro religioso e l’importanza di far parte di un gruppo di amici che stanno bene insieme».
«Giornata fantastica, ci voleva proprio dopo tutto quello che abbiamo passato. Mi ha fatto vivere le emozioni del viaggio e della scoperta di nuove cose».

Queste parole sono soltanto un piccolo assaggio di ciò che loro si portano nel cuore, del seme che è stato deposto nei loro cuori e che porterà sicuramente tanti frutti perché la mano di Dio continua sempre a creare!

Marco Diara

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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