Cultura restauro Ecce Homo

Pubblicato il 3 Giugno 2022 | di Saro Distefano

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L’Ecce Homo torna a splendere

Completati i lavori di restauro conservativo di quella che è, senza timore di smentita, una delle più belle chiese dell’area iblea, al di là dello stile architettonico e delle opere d’arte mobile in essa contenute, della posizione, del culto in essa praticato, della grandezza geografica e demografica della parrocchia. È una chiesa bellissima. Basta.

La mole dell’Ecce Homo svetta al colmo della omonima strada, in discreta pendenza, unica (fatto salvo nostro errore) con doppio prospetto. Il principale sulla via Ecce Homo, ammirevole e ammirato da qualunque parte del centro storico sette/ottocentesco della città di Ragusa, e il secondario sulla piazzetta Solferino, con la statua della Madonna a vegliare sull’antico quartiere: “Regina Sacratissimi Rosarii ora pro nobis”.

Lo scorso 12 maggio l’intera collettività parrocchiale ha potuto ammirare i finalmente conclusi lavori di restauro conservativo. Sono state sistemate le capriate del tetto e restaurate le tavole del soffitto ligneo decorato. Decorazioni che adesso sono non soltanto più lucide e colorate grazie all’intervento da tempo atteso, ma anche meglio osservabili per via dei lavori di rifacimento dell’impianto di illuminazione dedicato, che ha di fatto ri-scoperto quel bellissimo soffitto.restauro Ecce Homo cupola

Si è trattato di un impegno notevole, sia dal punto di vista tecnico, sia da quello finanziario. La responsabilità del primo aspetto è stata brillantemente svolta dall’architetto Gianfranco Cavalieri, collaborato, per la parte relativa alla messa in sicurezza dell’ottocentesco tempio, dall’ingegnere Enzo Licitra e per la parte storica ed artistica dall’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Ragusa. La parte finanziaria è stata coperta grazie al 70 per cento delle spese assicurato dalla Conferenza Episcopale Italiana, mentre la parte restante sarà quella proveniente dalle offerte dei fedeli e dei parrocchiani.

Il Comune di Ragusa ha fatto la sua parte, concedendo venti mila euro finalizzati alla sistemazione delle capriate della navata centrale del “tempio azzurro”.

L’intero restauro è stato realizzato con l’autorizzazione della Soprintendenza di Ragusa, mentre la Regione Siciliana ha promesso un suo intervento finanziario.

Nella cerimonia di formale riapertura della “criesaillacciomu”, com’è detta nella parlata popolare ragusana, sono intervenuti tutti gli attori protagonisti dell’intervento: il parroco, i tecnici progettisti e don Peppino Antoci, responsabile dell’Ufficio diocesano Beni Culturali.

Quindi ottime notizie per la Chiesa iblea e per l’intera collettività, dei fedeli e di chi non lo è, e però ammira, apprezza, si emoziona davanti e dentro una chiesa che coi suoi stucchi (attribuiti, in assenza di documenti, a Giuseppe Sesta, artista proveniente da Polizzi ed autore di altre opere nelle chiese sette-ottocentesche del territorio), con le vetrate meravigliose di Duilio Cambellotti, con la sua forma slanciata e il doppio prospetto si colloca tra le più belle tappe di un ipotetico viaggio nelle bellezze artistiche della Provincia.

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Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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