Politica elezioni Referendum

Pubblicato il 3 Giugno 2022 | di Redazione

0

Referendum e amministrative: il 12 giugno appuntamento con le urne

Il 12 giugno si rinnovano la metà dei consigli comunali della provincia di Ragusa. Sono infatti chiamati a eleggere sindaco e consiglio comunale i cittadini di Chiaramonte Gulfi, Giarratana, Monterosso Almo, Pozzallo, Santa Croce Camerina e Scicli. Sono i tre comuni montani e tre comuni che si affacciano invece sul litorale. Problemi diversi (basti pensare all’emigrazione che spopola le realtà più periferiche e all’immigrazione che invece dà linfa alle campagne) in un territorio che comunque fatica a trovare percorsi di sviluppo sociale, culturale ed economico pur potendo contare su nicchie di assoluta eccellenza.

I sindaci e i consigli comunali sono gli ultimi avamposti di uno Stato e di una Regione che, dalla nostra periferia, si faticano a percepire. La burocrazia ha poi fagocitato funzioni e prerogative lasciando ben pochi spazi alla politica. Non aiuta neanche la debolezza dei partiti. Tutti i sindaci attualmente in carica in provincia di Ragusa sono espressione di liste civiche, liste nelle quali prevalgono spesso il personalismo e il leaderismo piuttosto che un progetto per la città. Così il confronto si riduce sempre più spesso a scontro allontanando in misura ulteriore i cittadini dal prendersi cura del proprio paese.

Il sistema elettorale con l’elezione diretta dei sindaci, alla lunga, si sta rivelando dannoso perché enfatizza le divisioni e finisce con il personalizzare la consultazione. Un sistema che non aiuta neanche la democrazia se è vero che, negli anni, le percentuali di affluenza alle urne sono andate diminuendo pur essendo cresciuto a dismisura il numero di liste e di candidati.

Tutti invece saremo chiamati a esprimerci, con un sì o con un no, sui sei referendum sulla giustizia. Riguardano la riforma del Csm (oggi un magistrato che vuole candidarsi al Consiglio Superiore della Magistratura deve raccogliere dalle 25 alle 50 firme. Con il referendum verrebbe abolito il vincolo delle firme e tutti i magistrati sarebbero candidati); l’abolizione della legge Severino (sulla incandidabilità, ineleggibilità e decadenza automatica per gli eletti in caso di condanna); i limiti agli abusi della custodia cautelare (si propone di limitare la carcerazione preventiva solo ai reati più gravi); la separazione delle funzioni dei magistrati (con lo stop totale alla possibilità per i magistrati di passare, nel corso della carriera, dalla funzione requirente a quella giudicante e viceversa); il voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulle valutazione dei magistrati. Argomenti complessi che richiederebbero più che la scure di un referendum una valutazione ponderata da parte del Parlamento.

Tags: , , ,


Autore

"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna Su ↑