Pubblicato il 12 Agosto 2022 | di Redazione
0Recuperato l’antico manufatto ligneo
Nel maggio del 2020, l’Ufficio diocesano per i beni culturali aveva promosso il restauro del grande crocifisso collocato sulla parete di fondo dell’aula capitolare della cattedrale. Tale crocifisso, realizzato in tecnica mista, con un anima lignea ricoperta di gesso dipinto, era databile al secolo XVIII ed era anticamente collocato nell’altare del transetto sinistro della chiesa, dedicato proprio al SS. Crocifisso. Nel 1961 era stato sostituito da un crocifisso in bronzo dello scultore catanese Pietro Pappalardo e posto in un deposito fin quando, circa 20 anni or sono era stato collocato nell’aula capitolare. L’intervento, proposto dal restauratore Sebastiano Patanè, e finanziato con i fondi dell’8xmille della Chiesa cattolica, prevedeva soprattutto la pulitura dell’intero manufatto, che si presentava molto sporco . Ottenuta la prescritta autorizzazione da parte della Soprintendenza per i beni culturali di Ragusa si procedeva ad effettuare i primi saggi di pulitura che mostravano, sotto uno spesso strato di gesso, i segni di una preesistente pellicola pittorica e di una sottostante struttura lignea. Chiaramente l’opera era stata oggetto di un pesante intervento di rifacimento per cui si decideva di procedere alla rimozione dello strato di gesso per riportare alla luce le sottostanti parti lignee dipinte. Man mano che si procedeva questo intervento di rimozione e si evidenziava che si trattava di una scultura lignea più antica, che era stata scomposta, completamente riassemblata ed utilizzata come supporto ligneo di una nuova statua in tecnica mista. La prima fase del restauro si concludeva con la completa liberazione degli elementi lignei scolpiti dallo spesso strato di gesso che li ricopriva. Si poteva quindi procedere alla seconda fase che prevedeva l’ assemblaggio di tali elementi nell’assetto originario. Fortunatamente la ricostruzione della scultura si è potuto fare solo con piccolissime integrazioni di materiale ligneo compatibile in quanto si è potuto recuperare la gran parte del materiale originale. Il crocifisso veniva così ricomposto nel suo assetto originario mostrando tutta la sua qualità scultorea e la sua forza espressiva. Restava soltanto l’ultima fase del restauro che prevedeva il recupero estetico con la stuccatura delle lacune pittoriche e della coloritura finale con recupero della cromia originale; intervento che si è potuto realizzare grazie ad un apposito contributo concesso dall’Assemblea regionale siciliana. Recuperato l’antico manufatto ligneo restano tanti misteri sulla sua datazione, sull’autore e sul motivo della sua trasformazione. Poche sono le notizie certe che è stato possibile recuperare negli archivi. Un inventario del 1750, relativo all’attuale chiesa di San Giovanni Battista, già ricostruita nel sito attuale, dopo il terremoto del 1693, riporta la presenza dell’altare del SS Crocifisso in cui era collocato un crocifisso “in cartapesta” che dovrebbe essere il crocifisso in tecnica mista rimasto su quell’altare fino al 1961. Anche nella precedente chiesa di San Giovanni Battista che, fino al 1693, sorgeva nell’antico abitato di Ragusa, c’era un altare dedicato al SS Crocifisso in cui, almeno fin dal 1544, data del più antico inventario esistente, era collocato un crocifisso, verosimilmente in legno. Accostando a questi dati di archivio la comparazione con opere simili, si può ipotizzare che il crocifisso sia stato realizzato tra la seconda metà del secolo XV e gli inizi del secolo XVI. Altri dati utili potranno venire dalle indagini diagnostiche sui materiali e i pigmenti, tutt’ora in corso presso un laboratorio specializzato, rese possibili grazie al generoso contributo della ditta “Giuseppe Rosso”, che permetteranno di datare con più sicurezza l’opera e chiarirne meglio la provenienza.
Giuseppe Antoci