Attualità scuola famiglia

Pubblicato il 26 Settembre 2022 | di Angelo Schembari

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L’auspicio è che a Scuola tutti gli attori siano protagonisti

L’anno scolastico che si è appena aperto ci auguriamo concluda un biennio che i nostri posteri studieranno nei libri di storia e che ricorderemo. Mai avremmo pensato, neanche lontanamente, di vivere un’esperienza simile, abbiamo sempre creduto che guerre e pandemie fossero eventi di un passato più o meno lontano.

E invece anche a scuola abbiamo convissuto e lottato con questo virus denominato dalla scienza covid 19.

Un virus giunto da lontano che è entrato nelle nostre case ed ha stravolto le nostre vite, la nostra quotidianità anche quella scolastica. Hanno chiuso le scuole e siamo stati costretti a fare didattica a distanza, tutti noi abbiamo sperimentato questa nuova modalità di fare lezione.

Parole sconosciute sono entrate nel nostro lessico familiare, dad, zoom, classroom, meet, account, skype, e-learning insieme ad altrettante conosciute ma che hanno acquistato nuovi significati o sono diventate un’ossessione come i ripetuti “non la sento, non la vedo, accendi il microfono, accendi la telecamera, togli lo sfondo, a me non lo fa aprire, mi hanno buttato fuori, non riesco ad entrare, ho problemi di connessione, non riesco a condividere.”

Negli sguardi degli studenti, da dietro lo schermo di un pc, abbiamo colto lo smarrimento per quanto stavamo vivendo in prima persona, il dolore per la sospensione forzata dei divertimenti, delle uscite, dello stare insieme tipici della loro età a cui faceva da contraltare  l’atteggiamento degli adulti e di noi professori che, continuando le lezioni, seppure a distanza, ci siamo sforzati di dare una parvenza di quella quotidianità perduta.

Durante il primo lookdown ci è capitato di tornare nella nostra scuola, il vuoto e il silenzio delle classi, dei corridoi ci è subito sembrato tremendamente diverso da quello delle desiderate vacanze estive. Erano un vuoto ed un silenzio dolorosi, non cercati né voluti. Piombati all’improvviso sui banchi, le sedie, la cattedra che sembravano animarsi e chiedere il nostro ritorno.

Poi l’arrivo dell’estate ci ha illuso che tutto fosse finito e che avevamo vissuto un brutto sogno.

A settembre dello scorso anno siamo ritornati a scuola non senza apprensione e con mille precauzioni, mascherine, banchi distanziati, gel per le mani, registri per andare in bagno, aula covid, indicazioni di entrata e di uscita. Poi a novembre la paura per l’aumento dei contagi.

Ma di questi due anni  non tutto è negativo perché le crisi spesso rappresentano delle opportunità.

Intanto questo virus, arrestando la frenesia della nostra vita, ci ha fatto riflettere sul valore della vita stessa, su ciò che è essenziale, su ciò che conta. Abbiamo sperimentato anche come nessuna tecnologia può sostituire la Scuola in presenza.

Ora l’inizio del nuovo anno scolastico che porta con sé una serie di incognite, problematiche ma anche speranze.

Quando si varca il portone e si ritorna in classe è come se lo si facesse sempre per la prima volta.

Quest’anno appena iniziato ci auguriamo sia il primo post pandemia  e che sia davvero un nuovo inizio.

Ci sono tanti segnali di speranza ed esperienze positive. L’auspicio è che a Scuola tutti gli attori del processo educativo siano protagonisti: gli alunni trovino un ambiente accogliente, inclusivo, si sentano parte di una comunità educante che ne valorizzi i tanti talenti, facciano il loro dovere studiando con impegno e serietà.

I genitori collaborino e rispettino l’Istituzione.

I docenti siano preparati, motivati, figure di riferimento e che con empatia sappiano instaurare una relazione, un legame che vada oltre la spiegazione e l’interrogazione.

Una Scuola in cui appena entrati in classe il docente chieda prima di tutto “Come stai?” e poi “Cosa sai?”.

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Autore

Nato a Ragusa nel 1972. Laurea in Lettere Classiche, Docente di Lettere, collaboratore di insieme dal 1989. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive. Studioso di Storia locale.



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