Pubblicato il 28 Settembre 2022 | di Redazione
0Meno burocrazia e più pedagogia
Sta per iniziare il nuovo anno scolastico e 7,4 milioni di studenti ritorneranno a scuola. L’anno 2022.23 si presenta complesso nonostante il superamento della fase acuta della pandemia. A tale proposito il MIUR con l’Istituto Superiore di Sanità, al fine di garantire un rientro in sicurezza, ha appena pubblicato un vademecum con due documenti con le principali indicazioni operative in ambito scolastico per la mitigazione delle infezioni e le possibili misure di prevenzione di base, uno per i nidi e scuole dell’infanzia e uno per le scuole secondarie di primo e secondo grado.
I problemi attuali che investono le scuole oggi sono molti, alcuni in particolare riguardano:
- le proposte per il risparmio energetico nelle scuole: termometro abbassato e settimana corta. L’abbassamento di un grado del riscaldamento garantisce un risparmio energetico, così come un’alternativa è la Didattica a Distanza (DAD) almeno per un giorno alla settimana con un’organizzazione temporanea solo per la stagione invernale. Per quanto riguarda la settimana corta essa è già presente in molti istituti comprensivi, il problema eventualmente riguarda le scuole superiori, in quanto le ore curricolari previste dalle normative si devono “spalmare” su 5 giorni la settimana e ciò presuppone di concordare con le aziende dei trasporti pubblici gli orari per gli alunni pendolari, problema non semplice.
- la nomina dei docenti prima che inizino le lezioni (immissioni in ruolo, trasferimenti, assegnazioni provvisorie…) e degli addetti all’amministrazione scolastica, in particolare dei DSGA, Direttori dei Servizi Generali Amministrativi.
- L’alto numero degli alunni per classe che non permette la personalizzazione dei percorsi di apprendimento, la cura e l’attenzione, l’osservazione e la valutazione formativa. Non si possono fare da parte ministeriale solo dichiarazioni di intenti, ma bisogna fare delle scelte concrete relative al numero degli alunni.
- Avvio del Sistema Integrato 0-6 non solo sulla carta, con il coinvolgimento effettivo degli Enti Locali in un’ottica di governance multilivello (Stato, Regioni, Comuni), come previsto dal Decreto n. 334 /2021, e obbligo scolastico fin dalla scuola dell’infanzia.
- La presenza del Docente esperto, previsto dal Decreto Aiuti Bis, decreto che è stato esaminato a fine agosto dalla settima Commissione del Senato, la quale si è espressa in termini fortemente critici sulla figura di tale docente.
In tale decreto è prevista una qualifica che non prevede nuove funzioni, ma viene inserito il meccanismo di premiazione dei docenti che non trova eguali in altri contesti professionali, con conseguenti disparità di trattamento. Le due commissioni quinta e sesta adesso devono accogliere gli emendamenti e dare un parere positivo su quanto proposto dalla settima commissione.
Io ritengo che la scelta di un docente esperto, con un iter così contorto (3 corsi triennali di formazione in 9 anni e permanenza nella stessa scuola per almeno 3 anni) non tenga conto della professionalità di tutti i docenti e in tal modo non si considera il percorso professionale di ognuno, per il quale non sono previste forme di riconoscimento/valutazione rispetto alle esperienze professionali pregresse già acquisite.
Ancora oggi manca una visione complessiva della scuola, una “visione” pedagogica, valoriale e organizzativa meno burocratica e più pedagogica, che possa effettivamente dare delle indicazioni e suggerimenti nell’ottica del rispetto dell’autonomia di ciascuna istituzione scolastica.
Giovanna Criscione