Cultura Bufalino Con-Sciascia-e-i-suoi-nipoti

Pubblicato il 2 Ottobre 2022 | di Saro Distefano

0

Il professor Bufalino, dimenticato

È noto a tutti per l’opera letteraria regalata all’umanità. Circa venti opere (la meno riuscita è prossima al capolavoro) in esattamente quindici anni.

Eppure, il comisano Gesualdo Bufalino, che nella città di Diana era nato il giorno di Sant’Alberto Magno del 1920, ebbe una lunga ed onoratissima carriera di professore. Di insegnante di scuola media superiore (nello specifico l’Istituto Magistrale di Vittoria, il “Giuseppe Mazzini”), dove aveva la cattedra di Lettere, ca va sans dire.

Riusciamo per un attimo a immaginare studentesse e studenti, ragazzi tra i 14 e i 19 anni, la gran parte vittoriesi, che tra i primi anni 50 e gli ultimi anni 70 sedevano in un’aula a sentire uno dei maggiori scrittori di tutti i temi? Seppure allora Bufalino fosse “solo” Dino, un intellettuale comisano quasi divinizzato dai suoi concittadini che gli riconoscevano, a fronte di un “caratteraccio” (su questo i testimoni sono concordi almeno in pubblico) una cultura sterminata e molteplici interessi, tutti di ordine culturale. Io li immagino: scocciati e annoiati, come tutti gli adolescenti che hanno a che fare con i professori, fossero anche costoro veri e propri geni. E tali i ragazzi li riconosceranno, ma quando non saranno più ragazzi, coi brufoli e gli ormoni a palla.

Certo, l’autore di libri che hanno fatto la storia della letteratura mondiale avrebbe avuto tutti i numeri e le capacità per insegnare letteratura italiana (ma, solo volendolo, anche quella francese) in qualunque università italiana (e francese). Ma a Comiso non c’era la Università. E Bufalino a Comiso voleva stare. Si muoveva solo per raggiungere la libreria “Paolino” a Ragusa una volta ogni due mesi. E poi, ma già negli anni della maturità e della fama, per andare a trovare il suo amico Leonardo Sciascia a Racalmuto, come lui insegnante (Sciascia insegnava alle elementari, e ci teneva a definirsi “maestro con la m minuscola”).

Bufalino professore è stato dimenticato a vantaggio, e ci mancava pure, del Bufalino scrittore, poeta, aforista.

Il guaio, adesso, è che Bufalino sia stato dimenticato anche come scrittore. Ed è un grosso guaio. Gesualdo – che esordisce nella letteratura che conta solo a 61 anni (ma che esordio! Diceria dell’Untore, subito Premio Campiello!) è stato per quindici anni uno scrittore. E negli anni immediatamente successivi alla morte (per un incidente stradale, lui che mai volle prendere la patente di guida). Poi ha iniziato la parabola discendente, quella dell’oblio, nonostante, e dev’essere riconosciuto, il ruolo e soprattutto la notevolissima attività della “Fondazione Gesualdo Bufalino” di Comiso. Ma è nella nostra natura. E nella natura della nostra scuola. Ancora oggi chiamiamo i nostri giovanissimi alunni a ricordare quanti Stati compongono gli Stati Uniti d’America (che bisogna arrivare intorno ai 30 anni per capire cos’è uno stato federale) ma non li invitiamo (invito, non obbligo che, per sua stessa natura, si traduce in fastidio e rende I Promessi Sposi il libro più odiato dell’emisfero boreale) a leggere Argo il Cieco, Cere perse o Tommaso e il fotografo cieco.

Opere colossali, immaginifiche, memorabili. Scritte da un professore del Magistrale di Vittoria.

Tags: , , , ,


Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna Su ↑