Attualità

Pubblicato il 28 Novembre 2022 | di Mario Tamburino

0

Comunione e Liberazione Dentro la sfida della realtà

Don Giussani compie 100 anni, ma alla presentazione della mostra virtuale sulla figura del fondatore di Comunione e Liberazione, il 4 e il 5 novembre, presso il Centro Commerciale Culturale di Ragusa, si respira l’aria fresca e leggera di un inizio.

Un gesto, quello della mostra, che si pone nel solco del cammino sinodale indicato da papa Francesco a tutta la Chiesa come la modalità storica più adeguata per aiutarsi a comprendere il cambiamento d’epoca che stiamo attraversando e il contributo che i cristiani sono chiamati a offrire per orientarsi nel groviglio di confusione, di clamorosa violenza delle armi e di vuoto di significato in cui annegano i più fragili e i più giovani.

Alla presenza del prefetto Giuseppe Ranieri, del vescovo monsignor Giuseppe La Placa, e del sindaco Peppe Cassì, sullo schermo gigante si animano le immagini delle personalità, note o sconosciute, che sono state «attirate dentro lo sguardo di stupore» che il sacerdote di Desio morto nel 2005 aveva nei confronti dell’esserci dell’uomo e della realtà. La voce roca, calda e appassionata “del don Giuss” risuona impetuosa rivolgendosi all’intelligenza e alla libertà di quanti affollano la sala o che sono rimasti all’esterno ad ascoltare.

Tecnologia e bellezza rappresentano certo un aspetto del linguaggio nuovo con cui la Chiesa deve coniugare la comunicazione della fede oggi, ma non è tutto. Cosa ha condotto sin qui tanta gente in molti casi non legata al mondo ecclesiale? Una domanda di senso più o meno consapevolmente coltivata; la proposta di un’amicizia in cui condividerla. L’itinerario suggestivo della mostra si propone infatti come compagnia all’uomo post-moderno nell’avventura di un significato sempre «da ricercare» -come afferma Luigi Giussani nella sezione della mostra riservata al Senso religioso- e mai ostentato come un possesso.

Come è accaduto duemila anni fa a chi ha incontrato Gesù, il mistero che fa il cielo e le stelle, incarnandosi, non ha scelto la via del richiamo etico per attirare a sé gli uomini e le donne della Galilea, né li ha storditi con effetti speciali di eventi inspiegabili. «Venite a vedere». È la formula immutabile del metodo cristiano. La formula meno moralistica e dogmatica che possa esistere. È la promessa del “centuplo” che sta al cuore della sfida attualissima di don Giussani ed è la verifica di questa esperienza come evidenza più volte sperimentata che crea e ricrea un popolo.

Un popolo in cui è possibile documentare l’affiorare di una curiosità desiderosa del vero e di una letizia che costituiscono un esito umano che non è mai il frutto di uno sforzo organizzativo. «Il cristiano –ha ammonito monsignor La Placa– non può essere una “mezza cartuccia”, ve ne sono già tante. Il cristiano è uno che si stupisce di essere amato e dentro questo rapporto misterioso, ma reale, col “Tu” di Dio affronta con fiducia tutto». Un’umanità contenta, grata, che vive la sfida della realtà con la baldanza ingenua di un nuovo inizio.

 

 

Tags: , ,




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna Su ↑