Società

Pubblicato il 30 Novembre 2022 | di Redazione

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A perenne memoria di don Giovanni Rollo

Nei giorni scorsi, una strada che sorge proprio in prossimità della chiesa di San Giuseppe Artigiano, è stata intitolata a padre Giovanni Rollo che per tanti anni è stato anima del quartiere. In tanti lo ricordano per l’impegno che profuse per l’edificazione della nuova chiesa. Padre Rollo è stato un sacerdote a 360 gradi che ha creduto nei giovani e nello sport, avviando percorsi pastorali che continuano ancora a dare frutti. Pino Savà, che è stato una delle colonne del Centro Sportivo Italiano, ha voluto ricordarlo per Insieme.

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La sua morte, per quanto prevista a causa di una malattia già dall’inizio definita irreversibile, è arrivata per così dire all’improvviso, gettando nello sconforto tutta quella popolazione della nostra comunità che lo conosceva, lo stimava, lo amava e ne ha accompagnato, con sincera partecipazione, il progressivo aggravare del suo stato di salute.

Dove ha prestato servizio sacerdotale si è fatto benvolere e amare per la sua umana indole bonaria, il suo amore alla preghiera e allo studio, l’umile socievolezza, la squisita delicatezza del suo tratto, la spiccata sensibilità, la modestia e la semplicità, il generoso spirito di servizio, l’attenzione ai piccoli, ai giovani, giovani-adulti e agli ultimi.

C’è da dire che dalla comunità ha ricevuto anche la meritata fortuna di essere stato apprezzato per queste qualità e di aver fruito di una assistenza amorosa fin dall’inizio della sua infermità, per merito soprattutto di un gruppo di persone che si sono avvicendate nello stargli vicine, nel venire incontro alle sue necessità,  nel considerarlo un proprio familiare a tutti gli effetti e, perché no? nel tributargli un massiccio attestato di riconoscenza in occasione della morte e dei partecipatissimi funerali.

Ci ha lasciato un gran vuoto, ma anche un più luminoso esempio di vita sacerdotale, una grande testimonianza della paternità e della benevolenza divina verso tutti.

I ragusani lo ricordano molto bene per quel rapporto intenso che hanno vissuto insieme, condividevano i ritmi della vita scandita dai turni di lavoro nella parrocchia e dalla libertà di organizzarsi il tempo libero tra parrocchia vita di quartiere ed associazionismo sportivo

Don Giovanni ci ha consegnato la sua vita: è stato un prete che ha amato veramente il Signore.

Ha amato le sue comunità quali la “sua” parrocchia ed il Centro Sportivo Italiano oltre a quelle di cui faceva parte e quelle che ha servito nel suo ministero pastorale.

Ha espresso il meglio di sé portando un senso di equilibrio, di condivisione delle responsabilità e di fedeltà al carisma del servizio umile. Si è dato senza risparmiarsi alle parrocchie che i superiori gli hanno dato da servire. Tra i confratelli che condividevano l’impegno del servizio pastorale, ha sempre portato serenità, ottimismo, l’attenzione concreta ai bisogni reali delle persone, in un clima di amicizia e col calore della preghiera.

Tra la gente e la comunità sportiva del C.S.I. ha alimentato cordialità e disponibilità per rapporti sicuri, improntati a fiducia. Questo figlio di Ragusa ha sempre avuto nel cuore e nella nostalgia il legame profondo con le persone del suo paese e della sua comunità.

È inutile dire delle sue larghe amicizie che gli davano respiro e che gli allargavano il cuore.

Un’amicizia ritenuta quasi sacra perché gustosa nel tratto e nel rapporto, arrendevole ai desideri degli altri, ricca di motivazioni umane e spirituali, pronta a dimenticare anche le eventuali critiche e osservazioni che gli si rivolgevano.

Non sapeva incrinare l’affezione.

È chiaro che dopo oltre quarant’anni di conoscenza reciproca fossero noti anche i difetti, le debolezze mie o di altri: mai che l’abbia visto o sentito raccontare o sottolineare con cattiveria tanto meno denigrare la condotta altrui, chiunque fosse. Dovendo a volte riconoscere lati poco positivi, era evidente in lui il desiderio di correzione fraterna che sapeva compiere con pudica carità. Alieno com’era da irriguardosi giudizi, in molti casi sapeva rendere eloquente anche un silenzio rispettoso. Ha lavorato con i confratelli diocesani ed in particolare ragusani per creare nella parrocchia e nell’associazionismo sportivo del C.S.I. provinciale una famiglia affiatata.

Ogni iniziativa associativa e di promozione pastorale dello sport veniva favorita in quanto significava lo stare insieme per pregare, per conversare, per condividere gioie e sofferenze.

Ho conosciuto don Giovanni Rollo nel lontano 1964, per il tramite di Saro Occhipinti, Presidente Provinciale CSI. Lo sport è stato considerato da noi come sorgente di genuina umanità al fine di rendere più umana e giusta la Vita.

Il tutto malgrado gli esempi negativi che lo sport così spesso offriva, don Giovanni (e lo scrivente) credeva fermamente che era ed è una grande risorsa per l’uomo e la società d’oggi.

Trentanni di attività intensi finalizzati alla formazione di Dirigenti a carattere provinciale, corsi per animatori tecnici anche a livello società o gruppi sportivi parrocchiali e non. Incontri a carattere mensili zonali per dirigenti di società, atleti, tecnici, consiglieri e collaboratori provinciali. Incontri con singoli atleti e dirigenti per discutere di provvedimenti regolamentari e provvedimenti disciplinari com’unitariamente presi. Corsi animatori sportivi, arbitri di calcio, pallacanestro e pallavolo.

Per tutte le fasce di età è stata indetta dell’attività sportiva di calcio, atletica leggera, pallacanestro, pallavolo, tennis da tavolo e centri di formazione sportiva.

Di queste iniziative Don Giovanni è stato animatore, organizzatore in quanto «dovevamo fare uno sport che serva all’uomo», «I giovani vogliono esperienze belle come lo sport utili a creare un mondo nuovo».

Con grande rammarico la comune esperienza sportiva finì agli inizi del 1995, ma la fraterna amicizia durò sempre.

Attraverso lo sport don Giovanni Rollo pensava di affascinare i giovani facendo comprendere che vivere Cristo è molto più gratificante che vivere senza di lui. Uno sport che faccia diventare uomini e donne. Meglio che divenire atleti.

Don Giovanni  grazie sempre.

Pino Savà

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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