Pubblicato il 1 Dicembre 2022 | di Orazio Rizzo
0Don Vittorio Pirillo, sacerdote dell’umiltà
«Il sacerdote è più di tutto l’uomo della carità, ed egli è prete assai più a vantaggio dei suoi fratelli che di se stesso». Non poteva esprimersi meglio e trovare parole più appropriate, anzi, ispirate, il Beato Giuseppe Allamano parlando del Sacerdote, tratteggiandone – in modo semplice, ma efficace – la missione e l’opera.
Uomo tra gli uomini, il sacerdote è chiamato a dispensare la Grazia, la misericordia, il perdono, la gioia dell’appartenenza a Cristo e alla Chiesa. A far rispecchiare nella sua vita il volto di Cristo. Ne fa una mirabile sintesi San Giovanni Paolo II nella Esort. ap. Pastores dabo vobis, affermando che: «Sono nella Chiesa e per la Chiesa una ripresentazione sacramentale di Gesù Cristo capo e pastore».
Punto di riferimento per ogni comunità, amico, padre, confidente, solidale nei momenti di gioia e di dolore, ogni sacerdote sa entrare nella nostre vite con discrezione: siano nascite, malattie, sacramenti, morte, nel nostro sacerdote troviamo sempre un conforto, una spalla su cui piangere, un amico con cui gioire e ridere, con cui inneggiare e ringraziare per il dono della vita.
Se volessimo individuare alcune peculiari caratteristiche, non potremmo non riferirci che all’umiltà, alla dignità, alla santità di vita. Sintesi esemplare di questi tratti è certamente don Vittorio Pirillo, sacerdote diocesano, classe 1942 e prete da oltre 50 anni; mite e docile all’azione dello Spirito Santo, ha vissuto e vive il suo ministero sacerdotale a servizio del popolo di Dio affidatogli, sia da parroco che, attualmente, da vicario. Sempre pronto e disponibile ad offrire la sua vita per gli altri, ha saputo entrare nel cuore della gente con semplicità ed umiltà grazie al suo carattere volitivo, alla sua empatia, al suo farsi “prossimo”; in tanti anni è riuscito ad essere pastore con “l’odore delle pecore”, pastore in mezzo al proprio gregge.
Dotato di grande semplicità che sa trasformare in stupore e gratitudine, don Vittorio ha saputo leggere la storia, la sua e quella di chi ha incontrato, come un dono di Dio, che tutto trasforma e plasma. Semplicità e gratitudine che ben ha espresso nel suo “Breviario spirituale”, una raccolta di preghiere, pensieri, poesie, edito per il cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale.
Nonostante l’età, la salute cagionevole e gli acciacchi, riesce ancora a testimoniare la sua grande fede e a mettersi a servizio della comunità sia nella celebrazione eucaristica, sia esercitando il sacramento del perdono. Don Vittorio c’è sempre: alla recita del Rosario, per un consiglio, sull’altare per spezzare il pane della Parola e quello Eucaristico.
Ma soprattutto adesso esercita il dono più grande ed importante, quello dell’ascolto! Di sa capire il cuore degli altri perché capace di amare in silenzio, senza troppi giri di parole ed enfasi. Senza la necessità di fare grandi discorsi. Solo silenzio e preghiera. Un silenzio che parla, che comunica.
E allora non serve più la vista degli occhi, basta quello del cuore.