Pubblicato il 7 Dicembre 2022 | di Redazione
0Mezzo secolo a servizio di Maria
Sono passati 54 anni del mio primo pellegrinaggio a Lourdes con il “treno bianco” avvenuto nel giugno del 1968. Un viaggio pieno di sorprese, di stupore e commozione che diede una svolta alla mia vita.
Davanti alla grotta di Massabielle rimasi a lungo in silenzio, non riuscendo a pregare. Tra me e la Santa Vergine c’erano solo malati e disabili; subito compresi che amare ed essere amati costituivano due bisogni fondamentali dell’uomo.
Iniziò così la mia avventura: attenzione per i malati, i poveri, gli anziani, gli emarginati e per ultimo i carcerati. In tutti questi anni ho imparato a condividere i loro problemi: la sofferenza, la solitudine, l’emarginazione.
Esperienze ne ho fatto tante e tutte, anche quelle considerate da me negative, hanno avuto come fine quello di “raffinare” il servizio unitalsiano. Frutto di tale servizio è stato l’ aver maturato la virtù dell’umiltà offrendo la mia amicizia con semplicità, consapevole della centralità dell’ammalato facendomi così carico dei suoi bisogni. Mettere a disposizione dell’altro le mie mani, i miei piedi, i miei occhi, e il cuore mi ha fatto capire che il messaggio cristiano più che con le parole viene trasmesso con gesti che si manifestano nella disponibilità all’ascolto, nel guardare l’altro con gli occhi di Dio (è importante l’ espressione del viso quando l’ammalato apre il suo cuore) nel toccarlo con gesti delicati e pieni di compassione. A volte, anche il silenzio è stato il migliore dei modi per comprendere a pieno la sofferenza. Perchè la sofferenza dell’altro esige rispetto.
Oggi dopo lunghi anni di servizio mi piace ricordare che non siamo unitalsiani per nostra scelta, ma per una precisa chiamata da parte di Dio: “non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” ( Gv. 15, 16).
Il servizio richiesto a volte ha bisogno di tenere contatti con la famiglia dell’ammalato o del disabile per condividerne i desideri, le nostalgie, le tristezze e le gioie che non mancano. Quanta gioia si sperimenta nell’arrivo a Lourdes! Lì le famiglie hanno la grazia speciale di sentire l’atmosfera di Nazareth, di sentire il calore del Cenacolo, con Maria che si prende cura ora di Giuseppe e Gesù , ora degli Apostoli e oggi di quanti ammalati nel corpo e nello spirito ricorrono a Lei.
La mia non giovane età, mi fa pensare al traguardo ormai prossimo, ma desidero lasciare ai volontari una parola semplice: Gesù ci ama, e questo amore va ricambiato con semplicità ed umiltà, affidandoci al suo Cuore e a quello di sua Madre: la ricchezza della nostra vocazione sta in questo: semplicità e umiltà nel servizio. Per tale motivo colgo nella preghiera di Bernadette, maestra nell’umiltà, il sunto dei miei anni di servizio: Gesù solo come Meta, Gesù solo come Maestro, Gesù solo come Modello, Gesù solo come Guida, Gesù solo come Gioia, Gesù solo come Ricchezza, Gesù solo come Amore.
Tina Gulino