Pubblicato il 23 Dicembre 2022 | di Emanuele Occhipinti
0Il cammino sinodale prosegue nei quattro “cantieri” di Betania
Sta entrando nel vivo il secondo anno del Cammino Sinodale nella Diocesi di Ragusa. In questo secondo anno (2022-2023), dedicato ancora alla fase narrativa, si partirà dal brano dell’incontro di Gesù con Marta e Maria nella casa di Betania (Lc 10,38-42) come icona biblica a cui guardare per poter avviare dei “cantieri”, dove l’ascolto si fa riflessione su alcune priorità pastorali che sono emerse dalla consultazione diocesana e nazionale.
Il primo anno del Cammino sinodale della nostra Chiesa locale è coinciso – così come è avvenuto per tutte le diocesi in Italia – con il Sinodo della Chiesa universale, avviato da Papa Francesco il 10 ottobre 2021 e che ha visto il coinvolgimento di tutta la Chiesa nel mondo. « È stata – ha ricordato il vescovo monsignor Giuseppe La Placa – una consultazione di tutto il popolo di Dio, per comprendere le urgenze, sentire le sofferenze degli uomini e delle donne del nostro tempo, aprirsi ai tanti “mondi” che guardano con curiosità, attenzione e speranza al Vangelo e avviare una necessaria conversione pastorale e missionaria della Chiesa». Questo secondo anno di cammino sinodale ci vedrà impegnati – questa volta solo in Italia – nel proseguire il percorso sinodale. «Ora ci concentreremo – ha puntualizzato monsignor La Placa – ora sulle priorità pastorali che sono emerse dalla consultazione del primo anno e che sono confluite nelle sintesi elaborate dalle varie diocesi e nella “prima sintesi nazionale”, conclusa e presentata ufficialmente a Roma nel maggio scorso. In questo secondo anno della “fase narrativa” continueremo l’esperienza di ascolto e di discernimento. Non si tratta di una ripetizione o una semplice riproposizione del lavoro svolto nel primo anno. L’ascolto, infatti, prosegue ampliandosi, cercando di coinvolgere persone, gruppi e ambienti finora non raggiunti, e approfondendosi, a partire dai frutti del primo anno e dalle priorità individuate»
Proseguirà, quindi, l’ascolto attivo delle persone alla luce delle tre priorità individuate e proposte dalla Cei: l’attenzione concreta ai diversi “mondi”, in cui i cristiani vivono e lavorano e che spesso restano in silenzio o inascoltati (Cantiere della strada e del villaggio); la cura della qualità delle relazioni comunitarie, in modo da far diventare le comunità cristiane attrattive e ospitali, e la loro presenza attiva e diffusa sul territorio (Cantiere dell’ospitalità e della casa); la corresponsabilità e la formazione spirituale degli operatori pastorali (Cantiere delle diaconie e della formazione spirituale). A questi tre, la nostra Chiesa diocesana ha aggiunto un quarto “cantiere”, che è importante e trasversale a tutte le attività pastorali: il Cantiere della metodologia sinodale, dove si potrà operare una “svolta metodologica”, capace di rinnovare in modo sinodale la prassi pastorale e, in particolare, lo stile di guida e di partecipazione ai processi decisionali.
«Il Cammino Sinodale, che la nostra Chiesa ha intrapreso in modo convinto e con “il sincero desiderio di leggere i segni dei tempi” e di farsi guidare dallo Spirito Santo, in comunione con le diocesi italiane e del mondo, ha fatto emergere in tutti – affermano i referenti diocesani del cammino sinodale don Roberto Asta e Francesca Cabibbo – la “volontà di camminare insieme” e ha riacceso entusiasmo e desiderio di partecipazione. L’esperienza del camminare insieme ci darà la possibilità di crescere nella “sinodalità” e di farci vivere una forma più bella e autentica di Chiesa».
Le linee guida sono state presentate nel salone della parrocchia S. Pio X di Ragusa nel corso di un incontro, presieduto dal vescovo monsignor Giuseppe La Placa, cui hanno partecipato i sacerdoti, i direttori degli Uffici Pastorali, i coordinatori parrocchiali del Cammino Sinodale e il direttivo della Consulta delle Aggregazioni Laicali.
«Carissimi fratelli e sorelle, in piena comunione con il Santo Padre, unitamente a tutte le Chiese locali, continuiamo a “camminare insieme”, coinvolgendoci il più possibile nell’esperienza dei cantieri, lasciandoci guidare – ha indicato il vescovo – dallo Spirito Santo, grande protagonista di questo “tempo di Grazia”, affinché le nostre comunità ecclesiali siano veramente luoghi di “comunione, partecipazione e missione”».