Pubblicato il 8 Gennaio 2023 | di Redazione
0Benedetto XVI
«Ho visto e vedo come dal groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede. Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo»: sono alcune parole tratte dal testamento spirituale di Benedetto XVI che ha lasciato la vita terrena lo scorso 31 dicembre. Parole nelle quali ancora una volta la ricerca e gli studi teologici trovano una mirabile sintesi e unità con la grande fede di un Papa che ha segnato una porzione della storia recente della Chiesa.
Troppo semplicisticamente è stato etichettato come un papa “conservatore” o “tradizionalista”. Basterebbe ricordare il gesto dirompente delle sue dimissioni o encicliche come la “Caritas in veritate” per capire come l’insegnamento di Papa Benedetto sia sempre attuale e apra anche scorci di futuro non solo per lo sviluppo del pensiero teologico ma per il cammino della Chiesa di questo terzo millennio. E non si può dimenticare come da Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, durante il papato di San Giovanni Paolo II, abbia assecondato una serie di processi che hanno spalancato alla Chiesa orizzonti mai sperimentati.
È stato anche il Papa che ha guidato la Chiesa in un momento della storia non facile nel quale l’assedio delle teorie laiciste provava a spegnere o affievolire l’annuncio evangelico. Benedetto non ha rinunciato a proclamare la Verità e a richiamare alle radici di una fede che non tradisce anche davanti ai primi echi di situazioni che sicuramente gli procuravano grande sofferenza.
Anche le sue dimissioni sono state un gesto dirompente e al tempo stesso di grande umiltà. Ha accompagnato la Chiesa nel silenzio e nella preghiera offrendo un’ulteriore testimonianza di come anche il Papa, come disse il giorno della sua elezione affacciandosi alla loggia di San Pietro, sia un «semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore».
Anche per questo motivo l’eredità che ha lasciato alla Chiesa Benedetto XVI, come ha affermato su Agensir l’ex direttore Paolo Bustaffa, sia «da coltivare e condividere». Con i suoi studi e il suo Papato ci ha indirizzato verso un percorso «perché l’uomo – aggiunge Bustaffa – nella tempesta della storia non smarrisca la direzione del cammino verso la felicità, perché il cristiano sia pronto a testimoniare e annunciare la Verità, compagna fedele e insostituibile della pace e della giustizia».
Il ricordo del vescovo mons. La Placa
«Ha segnato la storia della Chiesa»
Raccogliendo l’invito del vescovo monsignor Giuseppe La Placa, l’intera comunità diocesana si è stretta nella preghiera per accompagnare il Papa emerito Benedetto XVI verso la Dimora Eterna.
A volerlo ricordare è stato lo stesso monsignor Giuseppe La Placa: «Papa Benedetto è stata una figura – ha detto il vescovo – che ha segnato la storia della Chiesa degli ultimi 70 anni da quando, giovane teologo, partecipò al Concilio Vaticano II. Durante il papato di San Giovanni Paolo II è stato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede prima di succedergli al soglio pontificio. Le sue dimissioni rimarranno un gesto e un segno profetico per la Chiesa. Papa Benedetto è stato un grande teologo e un grande uomo di fede ma si poneva davanti a tutti con umiltà, nonostante la sua enorme statura spirituale e intellettuale».