Vita Cristiana

Pubblicato il 27 Gennaio 2023 | di Redazione

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Vangelo della vita: annuncio e carità

In questa epoca si parla molto di diritti, vecchi e “nuovi”: il primo fra tutti è il diritto alla vita (art. 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, 1948, per restare in ambito civile) anche per logica: tutti quelli che ne parlano e ne godono lo possono fare in quanto a loro non è stato negato.

Il tema che quest’anno per la quarantacinquesima volta (la prima fu celebrata nel 1979 successivamente alla promulgazione della legge 194/78 che depenalizzava l’aborto) ci propongono i Vescovi italiani è «La morte non è mai una soluzione. “Dio ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte” (Sap 1,14)».

Titolo “tosto”, ma forse ancora di più il primo paragrafo che ci inchioda con sei “quando” su altrettanti problemi, alcuni dei quali ci indignano, su altri restiamo perplessi, divisi o «io no, ma non posso impedirlo ad altri…»: aborto, eutanasia, violenza familiare (femminicidio compreso), suicidio, immigrazione e guerra. Che nesso c’è fra l’aborto e la guerra? Tra femminicidio e tratta degli uomini? Sono tutte situazioni in cui la vita ci mette davanti a sfide insuperabili, a pesi insopportabili, che portano i protagonisti a preferire l’eliminazione dell’altro o, perfino, di se stessi come unica soluzione, soprattutto quando sembra di essere soli ad affrontarli: il primo passo è accompagnarli con “rispetto e pietà”, con “empatia e misericordia”, il secondo è costruire, illuminati dalla Fede, una cultura per la vita.

Concretamente una cultura per la vita ci «insegna a condividere le stagioni difficili della sofferenza, della malattia devastante, delle gravidanze che mettono a soqquadro progetti ed equilibri… offrendo relazioni intrise di amore, rispetto, vicinanza, dialogo e servizio», da un lato.

Dall’altro si impone una problema educativo affinché le nuove (e non solo) generazioni guardino con «gratitudine il dono della vita ricevuta» e si assumano l’impegno di «custodirla con cura, in sé e negli altri». In generale certi risultati non si ottengono per fortuna, ma solo dopo studio e lavoro (pensiamo allo sport, per esempio): quando ci scoppia in mano un problema senza avere solidi fondamenti di vita siamo più sensibili alle pressioni ambientali e sociali ed il nostro “campo visivo” si restringe fino a farci vedere un’unica soluzione anche se letale. Una soluzione comunque tutta da verificare: «funziona davvero?» ci interroga il documento.

L’invito per tutti, associazioni e volontari (ma non solo quelli “specializzati”) e singoli fedeli, è a lasciare permeare tutta la nostra esistenza dal “Vangelo per la vita” corroborato da una robusta «carità che sappia farsi preghiera e azione: anelito e annuncio della pienezza di vita che Dio desidera per i suoi figli».

Enrico Giordano

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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