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Pubblicato il 31 Gennaio 2023 | di Vito Piruzza

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Tagli al reddito di cittadinanza Espansione delle disuguaglianze

Il mondo globalizzato è stretto nella morsa della crisi, la pandemia, le guerre, la crisi energetica, l’inflazione che falcidia i redditi delle popolazioni continuano a produrre nuovi poveri. A fronte di questo scenario drammatico Oxfam, l’associazione che da anni lotta contro le disuguaglianze, evidenzia che ampi settori commerciali soprattutto del settore energetico e alimentare hanno prodotto utili aggiuntivi rispetto alla media degli ultimi anni, addirittura analizzando i conti di 95 colossi mondiali di energia e agroalimentari si scopre che nel 2022 hanno aumentato i profitti del 256% rispetto alla media degli anni 2018/2021.

Viviamo in un mondo dall’economia malata in cui dei colossi economici triplicano i profitti approfittando di una crisi che mortifica la popolazione mondiale…

Qual è il risultato di questo trend?

Un ulteriore inasprimento delle disuguaglianze! Della nuova ricchezza prodotta ben il 63% è rimasta nelle tasche dell’1% della popolazione più ricca mentre nei 10 anni precedenti mediamente la percentuale era del 54%.

Premesso che non vogliamo minimamente criminalizzare le aziende che devono avere come obiettivo quello di avere risultati economici positivi, di produrre utili, ma non possiamo tacere che ci troviamo certamente di fronte ad una drammatica patologia e il ruolo della politica dovrebbe essere quello di correggere le patologie e le terribili ingiustizie che il mercato globale produce.

Oxfam ovviamente offre una visione mondiale, ma la traduzione nel nostro Paese è assolutamente sovrapponibile: gli extraprofitti delle imprese energetiche sono notizia di cronaca e l’inflazione (che ha toccato punte a doppia cifra anche se è in leggero raffreddamento) falcidia salari e pensioni e riduce pesantemente il potere di acquisto dei cittadini.

In questo contesto appare ancora più stridente e decontestualizzato il provvedimento inserito in finanziaria dell’erogazione per soli 8 mesi del reddito di cittadinanza per i nuclei che non hanno componenti ultrasessantenni, minori o disabili, di fatto lasciando dopo agosto scoperti diverse centinaia di migliaia di nuclei in condizioni di povertà.

Sul reddito di cittadinanza, che è bene evidenziare come sia l’unico strumento generale di contrasto alla povertà in Italia, si è incentrato negli ultimi anni il dibattito politico mettendone in luce i limiti: l’errore di prospettiva di collegare nello stesso strumento il contrasto alla povertà con le politiche attive del lavoro, la possibilità che si presti ad abusi etc.

Tutte critiche fondate che però avrebbero dovuto avere come effetto la modifica o il ripensamento dello strumento, ma prevederne il taglio brutale, con la blanda promessa che nel frattempo verrà rivisto, sembra obbedire più a una logica identitaria che a una volontà di efficacia dei risultati.

Ci dispiacerebbe scoprire che culturalmente riprenda quota la vulgata che la povertà sia una colpa, lo scenario denunciato da Oxfam delinea chiaramente come invece sia frutto dell’intrinseca ingiustizia del mercato globale a cui è necessario rispondere ponendo correttivi, non eliminandoli.

 

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