Vita Cristiana

Pubblicato il 24 Febbraio 2023 | di Redazione

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Il dolore e la guarigione: la sinfonia del malato scritta da Dio

Proprio così: “abbi cura di lui” è il titolo che Papa Francesco ha voluto dare alla XXXI Giornata Mondiale del Malato. E non mi sembra casuale che nel 1992 l’allora Papa Giovanni Paolo II abbia scelto di avviare questa ricorrenza specificatamente l’11 febbraio, giorno in cui nel 1858 la Madonna è apparsa alla giovane Bernadette. Così come non è una coincidenza che il già Papa Emerito, Benedetto XVI, abbia scelto lo stesso giorno del 2013 per dimettersi, da successore di Pietro, per motivi di salute. Non sono coincidenze, io li chiamo: segnali.

Avere cura dell’Altro non può essere inteso come una modalità che non tenga conto della situazione specifica alla quale ricondurre il nostro intervento di assistenza e, per l’appunto, di “cura”, nel senso di attenzione all’Altro, alla sua condizione psicologica, affettiva, sociale; non solo fisica.

Lourdes, con i suoi ammalati, è il riferimento più evidente e riconosciuto come luogo dove la Madre di Gesù, nei suoi incontri con Bernadette, ha sottolineato il ruolo universale della persona malata, ma non dobbiamo essere riduttivi nei suoi confronti anche perché le precarie condizioni fisiche spesso celano una grande forza spirituale che ha bisogno di essere “letta” da chi sta vicino all’ammalato e lo “ascolta”.

Come la Madonna ha “ascoltato” la semplice preghiera di un ammalato terminale che è andato a Lourdes grazie all’aiuto economico ricevuto e che, ai suoi piedi, le ha rivolto questa preghiera: “se mi guarisci ti prometto di venire ogni anno, come umile barelliere, per servire gli altri”. Non ha parlato la sua bocca ma il suo cuore e la Madre di Cristo ha interceduto presso il Figlio, guarendo l’umile pellegrino malato. In questo spartito della vita, dove la parole sono scritte dai Profeti e la musica, composta da Gesù e pubblicata dagli evangelisti, l’autore e direttore d’orchestra rimane sempre Lui: Dio, l’Onnipotente. A noi rimane la scelta di fare parte o meno della sua orchestra, e non è importante quale strumento siamo chiamati a far suonare. Primo violino o semplice piattino per Lui hanno la stessa valenza perché, facendo parte dei suoi suonatori ne determiniamo la completezza della sinfonia. Non serve, infatti, essere speciali per diventare utili all’Altro, è sufficiente far sentire che gli siamo vicini: “io ci sono, non sei solo, ti sono accanto perché ho cura di te”.

In occasione di un pellegrinaggio a Lourdes di qualche anno addietro, un volontario accompagnava un malato in barella alla Grotta. Era una bella giornata di maggio, nel tratto di ritorno dalla Grotta all’ospedale dove era ospitato, ad un certo momento, l’ammalato alza la mano e chiede di fermarsi; rimangono in sosta per un discreto tempo fino al suo gesto che indicava la ripartenza. Il volontario era rimasto silenzioso accanto al malato, rassicurante. Giunti in ospedale, prima di separarsi, la persona malata ha rivolto il suo grazie, dicendo: “scusami se ti ho fatto perdere tempo ma sai, a casa mia, disteso sul letto, non vedo mai il cielo”. La sinfonia del malato, scritta da Dio, spesso è causa di lacrime di gioia.

 

Riccardo Roccella

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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