Pubblicato il 29 Marzo 2023 | di Emanuele Occhipinti
0I Cantieri di Betania
Continuare a camminare insieme, lasciandoci guidare dallo Spirito Santo, affinché le nostre comunità ecclesiali siano veramente luoghi di “comunione, partecipazione e missione”: così il vescovo, monsignor Giuseppe La Placa, ha delineato il percorso del secondo anno del Sinodo che sta impegnando le nostre comunità. In questo secondo anno (2022-2023), dedicato ancora alla fase narrativa, il punto di partenza è stato il brano dell’incontro di Gesù con Marta e Maria nella casa di Betania (Lc 10,38-42). È questa l’icona biblica scelta per avviare dei “cantieri”, dove l’ascolto si fa riflessione su alcune priorità pastorali che sono emerse dalla consultazione diocesana e nazionale. Prosegue, così, l’ascolto attivo delle persone alla luce delle tre priorità individuate e proposte dalla Cei: l’attenzione concreta ai diversi “mondi”, in cui i cristiani vivono e lavorano e che spesso restano in silenzio o inascoltati (Cantiere della strada e del villaggio); la cura della qualità delle relazioni comunitarie, in modo da far diventare le comunità cristiane attrattive e ospitali, e la loro presenza attiva e diffusa sul territorio (Cantiere dell’ospitalità e della casa); la corresponsabilità e la formazione spirituale degli operatori pastorali (Cantiere delle diaconie e della formazione spirituale). A questi tre, la nostra Chiesa diocesana ha aggiunto un quarto “cantiere”, che è importante e trasversale a tutte le attività pastorali: il Cantiere della metodologia sinodale, dove si potrà operare una “svolta metodologica”, capace di rinnovare in modo sinodale la prassi pastorale e, in particolare, lo stile di guida e di partecipazione ai processi decisionali.
«Il Cammino Sinodale, che la nostra Chiesa ha intrapreso in modo convinto e con “il sincero desiderio di leggere i segni dei tempi” e di farsi guidare dallo Spirito Santo, in comunione con le diocesi italiane e del mondo, ha fatto emergere in tutti – affermano i referenti diocesani del cammino sinodale don Roberto Asta e Francesca Cabibbo – la “volontà di camminare insieme” e ha riacceso entusiasmo e desiderio di partecipazione. L’esperienza del camminare insieme ci darà la possibilità di crescere nella “sinodalità” e di farci vivere una forma più bella e autentica di Chiesa».
Il vescovo sta seguendo e incoraggiando questo percorso. «Con gioia, abbiamo potuto sperimentare – ha scritto in una lettera indirizzata a tutti coloro che si sono avviati lungo i percorsi del Sinodo – la bellezza del camminare insieme, dell’incontrarsi e del riflettere sognando una Chiesa con un volto più bello e più evangelico. Questa esperienza ha già convolto tanti di voi che, in tutte le parrocchie della diocesi, si sono riuniti nei vari gruppi sinodali per un ascolto reciproco ed un discernimento nella carità e nella verità. Tutti avete espresso amore alla Chiesa e sincero desiderio di vederla crescere come “luogo di comunione”, di autentica partecipazione e di coraggiosa testimonianza evangelica».
Il primo anno del Cammino sinodale è coinciso in Italia con il Sinodo della Chiesa universale, avviato da Papa Francesco il 10 ottobre 2021 e che proseguirà prima con una tappa Continentale e poi nel Sinodo dei Vescovi, in calendario in due sessioni, nel 2023 e nel 2024. Già nel mese di maggio del 2021 le Chiese in Italia avevano avviato un percorso sinodale per una consultazione ampia e capillare del popolo di Dio. Questo percorso avrà la durata di 5 anni (2021 – 2025) e si articolerà secondo tre fasi: narrativa, sapienziale e profetica.
Il primo anno del Sinodo italiano, che si è concluso qualche mese fa, si è inserito nel tracciato del Sinodo universale e ha camminato in parallelo con esso. Inizia ora il secondo anno che ci vedrà impegnati – questa volta solo in Italia – nel proseguire il percorso sinodale. «Ci concentreremo ora – indica il vescovo – sulle priorità pastorali che sono emerse dalla consultazione del primo anno e che sono confluite nelle sintesi elaborate dalle varie diocesi e nella “prima sintesi nazionale”, conclusa e presentata ufficialmente a Roma nel maggio scorso. In questo secondo anno della “fase narrativa” continueremo l’esperienza di ascolto e di discernimento. Non si tratta di una ripetizione o una semplice riproposizione del lavoro svolto nel primo anno. L’ascolto, infatti, prosegue ampliandosi, cercando di coinvolgere persone, gruppi e ambienti finora non raggiunti». In questo contesto, e partendo dai frutti del primo anno e dalle priorità individuate, .ci vengono ora proposti i Cantieri di Betania «quali “spazi ideali” di sinodalità vissuta – anche al di fuori della cerchia di quanti frequentano la comunità – per un confronto ampio e profondo – suggerisce monsignor La Placa – che faccia emergere la voce di tutti. I cantieri possono essere immaginati come un percorso che conduce a momenti di approfondimento e di formazione, anche con l’aiuto di competenze specifiche: all’interno di ogni cantiere potranno dunque trovare spazio, a titolo di esempio: riunioni di gruppi sinodali; momenti di studio; celebrazioni e iniziative pubbliche aperte al territorio; laboratori di progettazione; incontri in luoghi di particolare valore sociale o culturale».
Il vescovo si sofferma anche sul cantiere della metodologia sinodale che può rappresentare un contributo originale della nostra Diocesi al Sinodo. «Con esso ci prefiggiamo l’obiettivo – spiega – di avviare un percorso di riflessione e di revisione metodologica della prassi pastorale e di formare all’esercizio della partecipazione e della leadership sinodale».