Pubblicato il 31 Marzo 2023 | di Maria Teresa Gallo
0A Vittoria la morte della buona politica Una sconfitta di tutti e dell’intera città
Altro che confronto democratico quando ormai a prevalere sono gli insulti, le accuse e le insinuazioni. Che il dibattito politico a Vittoria sia degenerato è evidente, con l’aggravante che chi non si adegua rischia di passare come un lacchè. Il motivo probabilmente sta nella mancanza di rispetto per l’avversario, ritenuto un nemico, e nel contempo nella capacità di comprendere che così facendo non ci potrà mai essere alcuna forma di riscatto per il territorio. Seppur con i dovuti distinguo, trattandosi di epoche e contesti storico-politici diversi, sembra di vivere ai tempi delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, dove quello che contava veramente era il potere.
Non c’è argomento che non degeneri in rissa verbale e offese personali, quando va bene. Diversamente tutto finisce davanti alla Procura della Repubblica. Eppure la distinzione tra chi governa e chi svolge il ruolo di opposizione dovrebbe essere chiara. L’opposizione ha una funzione molto delicata e importante che è quella di controllare e vigilare perché ogni atto prodotto dalla giunta abbia come unico scopo il supremo interesse della collettività. Se quello che decide il sindaco e la sua giunta non viene, legittimamente, ritenuto corretto, adeguato o altro, l’opposizione ha tempo e modo di esprimere il proprio disappunto in consiglio comunale, magari spiegando come si sarebbe comportata nel merito, ma senza pretendere di imporre la propria volontà. L’amministrazione da parte sua ha il dovere di essere sempre trasparente e di rendere conto del suo operato cominciando a presentarsi in consiglio comunale ogni qualvolta ne viene richiesta la presenza.
Dall’insediamento dell’amministrazione Aiello tanti sono stati i motivi di scontro, a cominciare dalle cattive condizioni del manto stradale, dallo sradicamento di alberi, la raccolta differenziata, la penuria d’acqua, la mensa scolastica, ma quello sulle nomine e sui costi di esperti e consulenti appare ancora più pretestuoso. In teoria questa telenovela non dovrebbe neanche esistere visto che nessuno può scagliare la prima pietra. Ogni sindaco ha fatto a proprio piacimento assumendo chi ha voluto nel proprio staff come esperto, consulente e borsista. Eppure si litiga con una facilità incredibile rinfacciandosi di tutto e di più, senza rossore e senso del pudore, e non stando minimamente attenti al cattivo esempio che si dà soprattutto ai giovani che sono i più disorientati. Se l’opposizione non ha i numeri per far cadere il governo della città se ne deve fare una ragione e lavori per costruire un’alternativa per quando sarà il momento. La maggioranza, però, deve smetterla di ritenersi autosufficiente e sempre nel giusto. Esiste una via di mezzo che si chiama collaborazione. Solo in questo modo si potrà costruire un progetto di futuro per la città. Forse è arrivato il momento che soprattutto le associazioni culturali cittadine si intestino un percorso virtuoso magari organizzando incontri e dibattiti sul galateo politico.