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Pubblicato il 22 Aprile 2023 | di Saro Distefano

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L’ergastolo, la laurea, il dottorato Una storia dalla dura realtà del carcere

 

Claudio Conte è in carcere da 33 anni, di cui 13 al 41 bis. Condannato all’ergastolo quando aveva 19 anni, è letteralmente da una vita dentro il carcere a scontare la sua pena.

Ma Claudio ha evidentemente una volontà (ed una intelligenza) fuori dal comune e, pur rimanendo dentro la galera, si è riscattato, almeno sul piano degli studi.

Claudio è entrato in carcere a 19 anni perché accusato di crimini molto gravi. Aveva allora la licenza di scuola media perché aveva abbandonato la scuola dopo la terza media per lavorare nell’attività di famiglia (nonostante la sua stessa famiglia fosse contraria, ritenendo che lo studio è cosa importantissima). A 21 anni viene posto al regime del 41 bis e pertanto può incontrare i suoi familiari un’ora al mese, da dietro un vetro. Non solo. Può certamene leggere, ma non può avere più di tre libri in contemporanea. Nonostante le limitazioni è riuscito prima a diplomarsi e poi a laurearsi. E sempre senza insegnanti, se non al momento dell’esame. Autodidatta puro.

Nel frattempo, gli viene revocato il regime del 41 bis e da Spoleto viene trasferito al carcere di Palmi e dopo un anno a quello di Catanzaro. In questi trasferimenti è necessario, secondo regolamento, essere iscritto all’Università più vicina. E a Catanzaro Claudio supera tutti gli esami della Facoltà di Giurisprudenza ed è pronto alla laurea.

Incontrando i professori in carcere, Claudio diventa il dottor Conte, con una tesi di laurea che sarà premiata come la migliore in Italia in quell’anno accademico.

A quel punto il dottor Conte viene trasferito nel carcere di Parma. Trova una realtà lontanissima rispetto alle carceri di Palmi e di Catanzaro. Non esiste nulla. Sarà Claudio, con altri studenti detenuti, a pressare finché l’Università di Parma crea il PUP, ovvero il Polo Universitario Penitenziario. All’interno del PUP vengono avviati laboratori frequentati anche da studenti esterni.

Claudio Conte, a quel punto, è pronto per il grande salto, almeno a livello accademico: studiare per il dottorato di ricerca. Un sogno che si realizzerà grazie alla disponibilità – che il dottor Conte definisce “straordinaria” – di alcuni docenti della Università della Calabria, che ha sede a Rende, pochi chilometri da Cosenza.

Nella preparazione al dottorato Claudio partecipa (s’intende da remoto) ad una vera e propria classe di studenti. Per lui è la prima volta.

Raggiunge il livello più alto degli studi universitari. È dottore di ricerca. La sua tesi è un eccezionale studio sul diritto ed in particolare sull’istituto dell’ergastolo.

A discutere con lui questo lavoro universitario è il professore Francesco Raniolo, oggi tra i maggiori politologi in Italia. Ragusano e vanto di noi ragusani.

La storia di Claudio Conte me l’ha raccontata lui. E mi ha anche raccontato del perché il dottor Conte, a 19 anni, finì all’ergastolo. Ma questa è certamente un’altra storia.

 

 

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Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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