Vita Cristiana

Pubblicato il 23 Maggio 2023 | di Emanuele Occhipinti

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Parlare e Comunicare

Evidenziatore alla mano, non c’è modo migliore per ricordare la LVII Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali ripassando il Messaggio di Papa Francesco ed evidenziando parole chiavi che corrispondono ad idee e principi, alimenti del nostro quotidiano. Il messaggio da risposta ad una domanda semplice: cosa significa parlare con il cuore? Il cuore è idealmente il centro dei sentimenti umani, “ciò che muove all’accoglienza, al dialogo e alla condivisione” che innesca la dinamica del “comunicare cordialmente”. Subito in chiaro il primo concetto chiave: la comunicazione “dal cuore e dalle braccia aperte” è responsabilità di ciascuno, non solo di chi scrive sui giornali o dei cosiddetti operatori della comunicazione. A partire da ognuno di noi e qualunque sia il mezzo con il quale ci relazioniamo con gli altri, abbiamo la responsabilità di ricondurre la comunicazione in un orizzonte e in una prospettiva di senso che ne salvaguardino la verità. Esiste una verità, ci ammonisce il Papa, la si può cogliere, è obbligo di chi comunica farla cogliere.

È sotto la nostra intuitiva percezione l’odierno contesto massmediale, dove, quella che viene definita “l’industria culturale” produce aberranti esiti comunicativi, ridotti più ad un commercio, governato dall’opportunismo, dalla manipolazione delle coscienze, dalla superficialità dei messaggi privi di ogni spessore di realtà. Che non sia solo questione di deontologia lo cogliamo appunto dalle parole chiave del Messaggio che evidenziamo in giallo e sottolineiamo in rosso per fissarle nella nostra mente, costituendo, nel loro insieme, l’orizzonte di senso sopra invocato: comunicazione non ostile e disarmo, comunicare cordialmente, disinformazione, strumentalizzare la verità, siamo ciò che comunichiamo, comunicazione profetica, parole giuste (senza pretesa di esaustività).

“Nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo è urgente affermare una comunicazione non ostile. Abbiamo bisogno di comunicatori coinvolti nel favorire un disarmo integrale e impegnati a smontare la psicosi bellica che si annida nei nostri cuori”. Mi sembra un passaggio di estrema attualità: cedere alla psicosi bellica è più facile che ricercare la realtà e la verità delle cose. Accade spesso nella comunicazione politica, più incline ad un commercio di mercato rionale, allo scontro ed alla maleducazione, più che alla trasparenza ed alla sincerità, caratteri indispensabili in un ambito che per sua natura è bene della collettività. Contro i fenomeni che strumentalizzano la verità, Francesco ci dice, senza necessità di interpretazioni o di spiegazioni ulteriori, che parlare con il cuore significa lasciar intravedere la partecipazione “alle gioie e alle paure, alle speranze e alle sofferenze delle donne e degli uomini del nostro tempo”, con carità e senza inutili integralismi. Diamo da subito ascolto a Papa Francesco che invita tutti i cristiani a non pronunciare parole ostili ma parole capaci di fare del bene agli altri e raggiungere il loro cuore: “è la forza gentile dell’amore” che non manca di avere positive conseguenze nella convivenza civica “dove la gentilezza non è solo questione di “galateo”, ma un vero e proprio antidoto alla crudeltà, che purtroppo può avvelenare i cuori e intossicare le relazioni”.

Ne abbiamo bisogno nell’ambito dei media. I media diocesani cercano sempre metodi per aiutare le persone a riflettere, interpretando, con spirito critico e rispettoso, il quotidiano comunitario e personale in cui vivono. “Parlare con il cuore” coincide poi con le attese sinodali, che esprimono l’esigenza di una “comunicazione ecclesiale che sappia lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, gentile e al contempo profetica, che sappia trovare nuove forme e modalità per il meraviglioso annuncio che è chiamata a portare nel terzo millennio. Una comunicazione che metta al centro la relazione con Dio e con il prossimo e che sappia accendere il fuoco della fede piuttosto che preservare le ceneri di un’identità autoreferenziale”.

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Autore

Laureato in Scienze Economiche e Bancarie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, lavora dal 1990 presso Banca Agricola Popolare di Sicilia, attualmente in staff alla Direzione Commerciale. E’ impegnato nell’associazionismo e nel volontariato nazionale ed internazionale, settori per i quali svolge anche il ruolo di formatore. Già presidente diocesano di Azione Cattolica, è, in atto, Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Ragusa e membro del Consiglio Nazionale della FISC (Federazione Italiana Settimanali Diocesani).



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