Attualità

Pubblicato il 24 Maggio 2023 | di Emanuele Occhipinti

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A Ragusa, Comiso e Acate un voto di responsabilità

L’appuntamento con le elezioni del sindaco e del consiglio comunale è sempre un’occasione per ripensare il presente e il futuro delle nostre comunità. Gli elettori di Ragusa, Comiso e Acate avranno l’opportunità di scegliere il sindaco che dovrà amministrare le loro città e il consigliere comunale che dovrà rappresentarli. Scelte dove spesso la politica compie un passo indietro per lasciare spazio ad altre considerazioni. Il parente, l’amico a cui non puoi dire no, il vicino di casa rappresentano l’approdo comodo di chi magari fa fatica a immaginare la città e la comunità nella quale vorrebbe vivere. E, invece, bisogna tutti compiere lo sforzo di ricercare il meglio per affidare i destini nostri e di chi verrà dopo di noi in buone mani. Potremmo, ad esempio, iniziare selezionando chi si dimostra più attento all’ascolto, al confronto, al dialogo e, magari, ignorare chi è bravo solo a trasformare la politica in ring e arene e fatica ad esprimere un concetto senza demonizzare il proprio avversario. In un consiglio comunale non dovrebbe essere difficile, davanti ai problemi di una città, trovare delle soluzioni da condividere. I personalismi, almeno a livello cittadino, andrebbero rimossi o, quantomeno, limitati. Le comunità guidate da sindaci e da amministratori che si nutrono di esasperazione, di solito, non traggono grandi benefici da questo stile di vivere la politica.

Ragusa, Comiso e Acate, così come ogni altra realtà, vogliono guardare al futuro e vogliono farlo anche attraverso gli strumenti offerti da una buona politica. A spulciare le liste, in questa tornata, non mancano persone di buonsenso e preparate che hanno già dato, nel lavoro, nella famiglia e nella società ottimi esempi. Anche le candidature a sindaco in queste tre città iblee sembrano tutte di profilo adeguato. L’auspicio è che, conclusa la campagna elettorale, che è sempre un momento divisivo nel quale chi deve recuperare è costretto ad alzare i toni, si possa iniziare a ragionare più serenamente di come rendere più vivibili le nostre città e i nostri quartieri e quale modello di comunità intendiamo consegnare ai nostri figli e ai nostri nipoti. I problemi, un po’, li conosciamo tutti e sono comuni a tutte le realtà del Sud, esasperati forse da un’emarginazione che avvertiamo non solo come geografica. Su temi come il lavoro, i trasporti, la sanità, la scuola, i servizi sociali, la povertà, l’attenzione ai centri storici come alle periferie, l’ordine pubblico, la lotta alle devianze avrebbe davvero poco senso dividersi o innalzare steccati. La città è di tutti e occorre l’impegno di tutti (anche di noi cittadini chiamati non solo a reclamare diritti ma ad adempiere ai doveri) per renderle più belle e accoglienti. E il primo impegno che possiamo assumerci è quello di votare in modo responsabile e di fare fino in fondo il nostro dovere. Di cittadini ed elettori.

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Autore

Laureato in Scienze Economiche e Bancarie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, lavora dal 1990 presso Banca Agricola Popolare di Sicilia, attualmente in staff alla Direzione Commerciale. E’ impegnato nell’associazionismo e nel volontariato nazionale ed internazionale, settori per i quali svolge anche il ruolo di formatore. Già presidente diocesano di Azione Cattolica, è, in atto, Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Ragusa e membro del Consiglio Nazionale della FISC (Federazione Italiana Settimanali Diocesani).



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