Pubblicato il 31 Maggio 2023 | di Saro Distefano
0L’identità è divisiva? Forse
Nell’ambito di un convegno sul nostro barocco, di altissimo livello culturale e forse non adeguatamente pubblicizzato, si è discusso di “identità”.
Si era avviato un discorso sulla identità, appunto, barocca, ovvero la cifra distintiva della architettura antica della parte sud-orientale dell’Isola di Sicilia. Quella dove abitiamo noi (fortunati).
Certamente esisterebbe anche altro, architettonicamente parlando, prima e più del barocco, ma quel maledetto 11 gennaio di 330 anni fa ha cancellato la gran parte del gotico, del romanico, dell’arabo, del bizantino. E quanto era rimasto in piedi venne sovente demolito dai nostri avi (alla fine stiamo parlando di dodici, al massimo tredici generazioni prima della nostra, una bazzecola) per riutilizzare le pietre già squadrate e farne case e chiese nuove.
In quel convegno di tre giorni sviluppatosi tra Ragusa e Scicli, la parola “identità” ha trovato accoglienza proprio con riferimento alla architettura.
Ma siccome non riusciamo ad essere sereni in questo mondo impazzito in un periodo storico ancora più folle, dobbiamo necessariamente fare il distinguo del distinguo. E siccome abbiamo sentito la necessità di traslare il concetto architettonico di “identità” in quello più propriamente sociale, per non dire politico, la conversazione si è parzialmente ma significativamente orientata verso il significato diverso della parola “identità”, finendo, ed era inevitabile, alla identità di genere, di etnia, di nazionalità, e infine di cultura, che tutto ricomprende.
Arrivati a tanto, è stato un fiat sostenere che “identità” e “identitario” sono concetti pericolosi. Perché? Perché possono, non necessariamente debbono, ma possono essere “divisivi”.
Divisivo è parola di moda, un po’ come sostenibile, green, smart, et cetera.
Però è molto più difficile da gestire e da comprendere rispetto alle altre parole di moda.
Divisivo lo si utilizza soprattutto con riferimento a ideologie politiche, a specifici episodi o personaggi che nel passato, più o meno recente, hanno sostenuto idee non sempre o non da tutti condivisibili.
Ma nel caso di “identità” perché si dovrebbe verificare una divisione? E tra chi? Proprio non comprendo. Probabilmente perché il mio è un ragionamento semplicissimo, basico, da uomo della strada, che alla domanda “datti una identità” risponderebbe (e non senza molti dubbi): sono uomo (anziano), mediterraneo (un tempo si sarebbe detto caucasico), siciliano, cristiano, pacifista, ambientalista, genitore. Credo che nessuno di queste identità possa essere divisiva. E poi, alla fine, a ben pensarci, siamo tutti, ma proprio tutti, mammiferi, famiglia degli omini e ordine dei primati, con un corredo genetico praticamente identico a quello di qualunque altra scimmia.
Pertanto, mi chiedo e chiedo, potrebbe mai essere divisivo il concetto di “identità” sol perché mi dichiaro siciliano e non abruzzese? Chissà, forse il concetto di “divisivo”, proprio perché di moda, romperà le scatole ancora per un po’ e poi si toglierà di mezzo. Per passare ad altra moda.