Vita Cristiana

Pubblicato il 20 Giugno 2023 | di Redazione

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«Portiamo Cristo agli uomini con la semplicità della nostra vita»

«Non solo oggi per le strade della città, ma tutta la nostra vita dovrebbe diventare una processione sacra, un manifestarci al mondo, un entrare nel mondo per portare il Cristo agli uomini. Portarlo nella semplicità della nostra vita, renderlo presente nell’umiltà della nostra condizione umana, renderlo soprattutto visibile nel nostro amore per tutti»: è uno stralcio dell’omelia pronunciata dal vescovo, monsignor Giuseppe La Placa, durante il pontificale in occasione della solennità del Corpo e del Sangue di Gesù.

A caratterizzare i riti della giornata è stata la processione eucaristica, la più importante tra tutte le processioni che accompagnano i cammini delle nostre comunità. A essere portato tra le vie della città è stato infatti, sotto un baldacchino, l’ostensorio con Gesù Eucarestia presente nel Santissimo Sacramento. Una processione con Gesù vivo e vero. Il programma della giornata si era aperto, nella chiesa della Badia con un incontro di tutti gli adoratori delle Cappelle dell’Adorazione Eucaristica e dei ministri straordinari della Comunione Eucaristica cui è seguita la solenne concelebrazione alla presenza delle autorità, dei canonici del Capitolo della cattedrale, dei sacerdoti e dei fedeli. «Con quale grande gioia – ha esclamato il vescovo – dovremmo accostarci al Banchetto eucaristico e cibarci di Cristo! Con quanta premura dovremmo desiderare di avvicinarci alla Santa Comunione, prepararci a riceverla degnamente e intrattenerci con Lui, nell’adorazione, dopo averlo ricevuto!».

Il vescovo ha anche voluto che la celebrazione fosse anche un ulteriore atto di riparazione per il gesto sacrilego perpetrato nella chiesa di San Luigi Gonzaga, esprimendo «profondo dolore per la gravità del gesto» ma invitando anche «a pregare per chi, o per coloro, che hanno voluto mettere in atto tale gesto. Profanare le ostie consacrate per farne chissà che cosa – non lo vogliamo neppure saperlo – è uno dei peccati più grandi, è una ferita al cuore di tutta la Chiesa e dei suoi fedeli. Ci sentiamo tutti feriti e, tuttavia, dal profondo del cuore invochiamo la misericordia di Dio sui protagonisti del grave e inqualificabile gesto sui quali, automaticamente, è scattata l’inevitabile scomunica, secondo la lettera del can. 1367 del Codice di Diritto Canonico. Nel mio cuore – ha aggiunto – nutro la speranza di poter incontrare chi si è macchiato di questo grave peccato, di poterli ascoltare e raccoglierne il pentimento e la richiesta di perdono, con la quale io stesso chiederò alla Sede Apostolica di reintegrarli nella comunione ecclesiale. Intanto noi, con la penitenza e la preghiera, chiediamo perdono al Signore per loro e da questo fatto prendiamo spunto per rinsaldare la nostra fede nella presenza eucaristica».

Un invito a ridestare nel cuore dei credenti, lo «stupore» eucaristico è stato rivolto dal vescovo anche in occasione della memoria della beata Madre Candida dell’Eucarestia. «A ragione – ha ricordato monsignor La Placa – Madre Maria Candida si infiammava al pensiero di una comunione ben fatta, dalla quale soltanto possono scaturire quelle sorgenti di grazia che operano la nostra trasformazione. Come per Madre Maria Candida, figlia spirituale di santa Teresa d’Avila e del suo straordinario realismo cristiano, così anche per tutti noi – ha aggiunto più avanti – l’Eucaristia sia davvero il pegno della gloria futura, la caparra per attendere la pienezza della comunione e della conoscenza di Dio».

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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