Pubblicato il 23 Giugno 2023 | di Emanuele Occhipinti
0I “Cantieri di Betania” Ascolto e condivisione
Ascolto e condivisione sono stati gli aspetti che hanno caratterizzato il secondo anno della fase narrativa del cammino sinodale anche nella Diocesi di Ragusa. I “Cantieri” hanno offerto l’occasione per aprire ancora di più le nostre comunità verso il territorio e, soprattutto, verso chi abitualmente non è partecipe alla vita ecclesiale. Protagoniste sono state ancora una volta le parrocchie ma contributi importanti sono pervenuti anche dalle comunità religiose, dagli uffici diocesani, dai docenti di religione. Come elemento comune un po’ a tutte le esperienze va sicuramente sottolineato uno spirito di apertura e condivisione e un rinnovato protagonismo dei laici.
Nel corso dell’assemblea sinodale diocesana sono state presentate alcune esperienze che possono sicuramente considerarsi figlie dello spirito sinodale. Su alcune di queste (“Complici nel bene”, la “Conferenza dinamica” del Msac, i “Minori nella rete” della comunità di Pedalino) ci siamo già occupati in modo diffuso. Su altre accendiamo i riflettori in questa occasione, proponendole all’attenzione dei nostri lettori.
Insegnare religione oggi Il giornale d’istituto “La Fenice”
Il progetto del Giornale d’Istituto La Fenice rappresenta un esempio di come si possa prendere tutto il buono che una realtà sociale porta con sé grazie alla sua tradizione, alla sua esperienza, e lasciarlo comunicare con il deposito della fede maturato in duemila anni dalla Chiesa. Insegnare religione oggi richiede capacità e competenze per poter andare oltre l’ora di lezione e utilizzare sapientemente la progettualità che un’istituzione come la scuola può mettere a disposizione. In tal modo, si può dar vita a percorsi interdisciplinari capaci di sviluppare competenze, creare comunità, lasciar modo ai giovani di esprimere la loro creatività, idealità e passionalità impegnandosi in percorsi di cittadinanza attiva e digitale.
Dal punto di vista della dirigenza scolastica, il progetto rappresenta la possibilità di potenziare l’offerta formativa utilizzando tante forme di comunicazione e tutti i canali fisici e digitali disponibili. Inoltre, offre l’occasione per coltivare quei valori umani che altrimenti farebbero fatica ad attecchire nei tessuti vivi dei ragazzi.
Dal punto di vista degli studenti, il giornale è un luogo dove costruire legami fraterni (grazie alla cura delle relazioni promossa dal coordinatore del progetto), laboratori di sperimentazione artistica e culturale, spazi di confronto e di ricerca, narrazioni capaci di dare senso alla vita, momenti di discernimento e orientamento, esperienze per accrescere le proprie competenze e talvolta per scoprire e mettere a frutto i propri talenti.
Mappatura del territorio parrocchiale a Maria Ss. Nunziata di Ragusa
La parrocchia Maria SS. Nunziata si trova nell’estrema periferia ovest di Ragusa. Il suo territorio oggi risulta molto esteso, è suddiviso in dieci villaggi e quartieri e si estende nella campagna, sempre più negli ultimi anni urbanizzata, dove insistono numerosi insediamenti abitati sia rurali che produttivi. Soprattutto nell’ultimo decennio, la popolazione è stata in crescente e continuo aumento. Si tratta di una parrocchia giovane non solo perché quest’anno ricorre il 50° anniversario della sua istituzione, ma perché composta prevalentemente da famiglie di giovani coppie con bambini e ragazzi. Ma non mancano gli anziani ai quali si aggiungono quelli residenti nelle sei Case di riposo presenti sul territorio. In accordo a quanto emerso dalla consultazione sinodale parrocchiale dello scorso anno, poiché non si conoscono i limiti e l’effettiva popolazione dei diversi villaggi del territorio, quest’anno nell’ambito del ”cantiere della strada e del villaggio”, si sta procedendo alla mappatura dell’intero territorio parrocchiale ed al censimento della popolazione residente, per determinarne il quadro esigenziale. A seguito di questa mappatura del territorio, durante le S. Messe è stata svolta un’azione di sensibilizzazione nei riguardi dei parrocchiani ai quali è stato chiesto di collaborare, indicando in un modulo appositamente predisposto, il loro nominativo e l’indirizzo di residenza nonché la composizione del nucleo familiare. Inoltre per l’azione di informazione di tutti i residenti, sono stati nominati dei referenti per ciascun villaggio e/o quartiere. Il censimento dell’intera popolazione si presenta piuttosto difficoltoso e lungo, e sicuramente richiederà la collaborazione dell’Ufficio Anagrafe Comunale. Nel frattempo è stata avviata la ”benedizione delle case”, che contribuirà ad una maggiore conoscenza delle condizioni di vita e di lavoro degli abitanti ma soprattutto per fare sentire vicino la parrocchia a tutti gli abitanti e per fare comprendere che la parrocchia non si dimentica di loro. La benedizione delle case ci fa sperimentare la bellezza della preghiera insieme facendo comprendere a tutti i membri della famiglia che possono essere sempre l’uno per l’altro cooperatori del progetto di Dio. L’obiettivo finale è quello di acquisire gli elementi necessari per progettare le azioni e le iniziative più idonee ed efficaci, con l’auspicio di riuscire a coinvolgere tutta la comunità, soprattutto le fasce più emarginate, nella vita parrocchiale e aiutare tutti ad adempiere la missione che gli è affidata ed essere vangelo vivente e testimoni di Cristo.
Pasti caldi per le famiglie bisognose alla parrocchia Sacro Cuore di Ragusa
Ogni settimana ragazzi, giovani e adulti che frequentano la Parrocchia Sacro Cuore si riuniscono per preparare pasti caldi da distribuire alle famiglie bisognose del quartiere, nel segno della solidarietà e dell’aiuto a chi vive in situazioni di difficoltà e di disagio.
Un’esperienza nata qualche anno fa in maniera autonoma dall’iniziativa di alcuni ragazzi che hanno deciso di riunirsi settimanalmente per cucinare insieme e poi condividere la sera il risultato del proprio lavoro.
Un laboratorio di cucina, un modo per i ragazzi di trascorrere in maniera costruttiva il loro tempo, di condividere la fraternità dello stare insieme e perché no, anche uno strumento per imparare a vivere le regole e le responsabilità: i ragazzi, infatti, hanno imparato ad assumere un impegno nei confronti degli altri, a dividersi in turni e a darsi dei compiti per occuparsi in autonomia di quanto necessario.
Un’esperienza che si è arricchita di valore quando, sotto la spinta del parroco, si è deciso di far diventare quel laboratorio uno strumento di servizio per chi nel quartiere vive in situazioni di disagio e difficoltà.
I ragazzi sono stati invitati ad osservare con uno sguardo nuovo la loro comunità e a riconoscere che ognuno di loro può contribuire ad aiutare con il proprio impegno e con il proprio tempo chi vive contesti difficili.
In seguito, il laboratorio ha coinvolto sempre più persone e oggi, anche giovani, adulti, pensionati lavorano insieme per portare avanti questo progetto, del quale vogliamo sottolineare e valorizzare anche il carattere aggregativo e relazionale, soprattutto in chiave intergenerazionale.
A primo acchito, se guardiamo alla nostra realtà, ci sembra che le generazioni più giovani non abbiano nulla in comune con quelle più adulte: visioni del mondo, bisogni, esigenze tuttavia l’esperienza della mensa ci dimostra come invece l’incontro tra generazioni, la contaminazione tra esperienze e visioni differenti, lo scambio di idee, generino una ricchezza potente.
Il gioco della cucina diventa l’occasione per parlare, condividere esperienze, comunicare e trasmettere valori, conoscersi, allargare prospettive e visioni.
Stare a contatto tra diverse generazioni permette di conoscere e interpretare il mondo con lenti diverse, di riconoscersi parte di una comunità e di una storia comune che insieme si sta provando a costruire.
Ancora una volta, così, sperimentiamo come la solidarietà sia un grande motore di coesione, di inclusione, di crescita e di sviluppo collettivo e comunitario.
Il sinodo ci chiede di coltivare e rinnovare questo impegno, di alimentare con forza e determinazione il dialogo tra le generazioni e di continuare a camminare insieme, adulti e ragazzi, capaci di agire come un grande “noi” che si prende cura di tutte e di tutti, a partire dalle persone più fragili.
Partecipazione alla vita politica con “Comiso in dialogo”
Dall’autunno del 2018 a Comiso è viva un’esperienza nata da un piccolo gruppo di amici legati anche dalla comune appartenenza ecclesiale pur se impegnati in parrocchie, associazioni, movimenti diversi
Confrontandoci tra noi, tutti vivevamo lo stesso disagio nel constatare come la maggior parte dei nostri concittadini sia normalmente disinteressata alla vita politica della città partecipando ad essa limitatamente al periodo elettorale e per lo più con superficialità o solo per la cura di interessi personali, spesso in un clima estremamente polarizzato, più tipico delle risse fra tifoserie di squadre contrapposte che del normale processo democratico
Noi stessi ci siamo resi conto di conoscere poco o affatto i problemi reali della città, le difficoltà e le sfide della vita amministrativa, le scelte che vengono fatte e le loro motivazioni.
Così è nata l’idea di “Comiso in dialogo” …
Da novembre del 2018, organizziamo degli incontri periodici, ad oggi circa 20, con chi svolge un ruolo pubblico (sindaco, assessori, consiglieri di maggioranza o di opposizione), incontri monotematici, su un argomento alla volta, con una persona alla volta, aperti a tutti i cittadini. Con ciascuno degli invitati ci confrontiamo, chiediamo di conoscere gli atti amministrativi, le scelte, i progetti, analizziamo e facciamo domande. In un incontro successivo, magari, sullo stesso argomento incontriamo l’esponente di una parte politica avversa per conoscere così l’altro punto di vista.
Una formula semplice, ma che da subito riscuote apprezzamento e stima sia dai cittadini che partecipano che dagli stessi invitati.
La novità è lo stile che abbiamo voluto dare e che ribadiamo a ogni incontro: un clima di confronto sereno, nella verità, senza preconcetti né polemiche ideologiche, senza paura di esprimere le idee, le domande e anche le critiche, ma nel rispetto del vero dialogo.
Invitiamo sempre tutti i partecipanti a vivere la stessa esperienza di dialogo del nostro piccolo gruppo. Fra noi ci sono idee politiche diverse, ma sempre cerchiamo di ascoltarci fino in fondo con rispetto e amore reciproco. Siamo convinti infatti che sia questo il clima più fertile in cui cercare il meglio per la città e arrivare a soluzioni che non siano vissute come imposizioni, guardando insieme al bene comune.
Il politico che viene sa di trovare questo clima di dialogo, sereno e rispettoso
Da quando abbiamo iniziato ci siamo fermati solo negli anni della pandemia e, rispettando la regola che ci siamo dati, non abbiamo fatto incontri nei mesi precedenti le elezioni per evitare il rischio di strumentalizzazioni o stravolgimento dei nostri intenti.
Molte le risonanze positive fra i partecipanti, contenti di aver trovato finalmente nella nostra città, un luogo ed un tempo in cui tutti, aldilà delle formazioni partitiche, possono sentirsi cittadini partecipi e consapevoli.