Pubblicato il 25 Giugno 2023 | di Redazione
0A Comiso il pellegrinaggio diocesano
Sabato 3 giugno a Comiso, presso la chiesa della Madonna di Monserrato, si è svolto il pellegrinaggio dei catechisti, organizzato dall’Ufficio Catechistico Diocesano.
Il titolo del pellegrinaggio “ Noi …casa di Betania”, incentrato sull’ascolto nelle tre dimensioni: ascolto di sé, ascolto dell’altro, ascolto di Dio, è stato scelto in conformità con i Cantieri Sinodali e in continuità con il tema proposto ai ragazzi per la Festa dei Cresimandi del 13 maggio scorso: “Noi…la parte migliore”.
Circa 200 catechisti, provenienti dalle diverse zone pastorali, si sono ritrovati nel piazzale antistante la chiesa Santa Maria della Grazia dove, gradita sorpresa, hanno trovato ad aspettarli, oltre al direttore dell’Ucd, don Marco Diara, anche il nostro vescovo Giuseppe ed insieme hanno percorso il tragitto fino alla Chiesa della Madonna di Monserrato recitando il S. Rosario.
In chiesa, dove sono stati accolti dal rettore don Giuseppe Berenato, tutto era pronto per la Veglia di preghiera iniziata con l’Intronizzazione della Parola di Dio e continuata con letture di brani del Vangelo e meditazioni accompagnate da segni.
I catechisti sono stati coinvolti nelle Letture e nella presentazione dei segni, il vescovo Giuseppe ha tenuto una riflessione sul tema proposto, ricca di spunti teologici, consigli e insegnamenti, il tutto incastonato nella sua dialettica sempre cordiale e vivace, impastata di paterno umorismo.
Il vescovo si è soffermato sull’importanza dell’ascolto e sulla difficoltà del disporsi all’ascolto. Per rendere possibile l’ascolto di sé occorre, anzitutto, fare silenzio dentro di noi perché è nel silenzio che riusciamo a guardarci dentro e ad ascoltarci. Il silenzio è anche purificazione interiore, unità del cuore che contraddistingue l’ascesi. Abitare se stessi è possibile solo se sappiamo abitare il silenzio.
Le parole che non nascono dal silenzio sono solo parole parlate, le parole che nascono dal silenzio sono parole parlanti, che arrivano al cuore degli altri. Il comunicare trova senso se è un parlare che nasce dall’ascolto e che si nutre di silenzio. Il silenzio scava nel profondo del nostro io uno spazio per farvi abitare l’altro, per farvi abitare la sua parola e comprenderne le necessità.
L’ascolto dell’altro è un’azione che richiede l’attenzione all’altro, riuscendo ad ascoltare anche il non detto. Ascoltare l’altro significa essere disposti a mettere in pausa i nostri pensieri, significa dare tempo, dare parte di sé cosi come fece Maria che abitò il silenzio per ascoltare e accogliere Gesù.
Il vescovo ha continuato la sua riflessione parlando dell’importanza dell’ascolto di Dio. L’ascolto di Dio è l’ascolto della Parola di Dio, dall’ascolto del “Verbum Dei” nasce la Parola della Chiesa stessa. Per parlare di Dio è necessario imparare e mettersi in ascolto della Sua Parola nella Sacra Scrittura, solo allora sapremo dire parole parlanti, parole che arrivano al cuore dei nostri ragazzi. Ogni volta che noi ascoltiamo la Parola di Dio e ci confrontiamo con essa dobbiamo chiederci: qual è l’umanità di Gesù in questa parola che ho appena ascoltato?
In definitiva la radice dell’ascolto di Dio è rendere sempre più simile la nostra umanità a quella di Gesù di Nazareth, la conformazione a Cristo fino al punto di dire con San Paolo «non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me».
Equipe Uff. Catechistico