Vita Cristiana

Pubblicato il 30 Agosto 2023 | di Alessandro Bongiorno

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Il vescovo: «Bene e male non sono equivalenti, occorre dire ciò che è sbagliato e rende schiavi»

Ragusa ha rinnovato il suo omaggio al patrono San Giovanni Battista. Tanti i momenti che hanno scandito i festeggiamenti, culminati nella solenne processione dei simulacri del Battista e dell’Arca Santa accompagnati da migliaia di ceri votivi. «La voce della coscienza» è il tema che il vescovo, monsignor Giuseppe La Placa, ha sviluppato durante l’omelia del solenne pontificale in cattedrale, affidando nuovamente la Città e la Diocesi di Ragusa al suo patrono e protettore. «Lasciamoci guidare – ha esortato – dai suoi insegnamenti e dall’esempio della sua vita per risvegliare in tutti noi il desiderio di santità e di appartenenza ecclesiale». Il vescovo ha invitato a chiedere al Signore, per intercessione del Patrono, «il coraggio, la forza e soprattutto il desiderio di non lasciare mai inascoltata la voce della nostra coscienza, di guardare in faccia qual è l’Erodiade con cui, in questo momento, stiamo convivendo illecitamente, qual è la situazione che pian piano sta smorzando la voce della nostra coscienza, togliendoci la libertà dei figli di Dio, spegnendo anche la nostra gioia», accogliendo l’invito di San Giovanni Battista alla conversione.

«Oggi, come al tempo di Giovanni, non è facile essere testimoni della verità. Non è facile – ha sottolineato il vescovo – dire che certe cose sono sbagliate e che fanno male ai singoli e alla società; che certi stili di vita sembrano liberare l’uomo mentre in realtà lo incatenano e lo rendono schiavo di se stesso; non è facile dire che il desiderio non è criterio di liceità né tantomeno di moralità. Come cristiani abbiamo il dovere di prendere posizione, di fare scelte coraggiose e dare prova di fedeltà e di coerenza nel testimoniare la nostra fede e i valori universali che da essa scaturiscono, quelli che danno senso e significato alla vita dell’uomo. Dobbiamo avere il coraggio di dire che bene e male non sono equivalenti, che l’uomo è libero se può scegliere il bene, non se può scegliere anche il male, che l’uomo è vero se può avvicinarsi il più possibile alla verità, non se può costruirsi una verità tutta sua, anche se è falsa».

Parole forti che ha voluto accompagnare con una preghiera «per quanti sono chiamati a ruoli di responsabilità nell’amministrazione della cosa pubblica perché, ispirati al senso di responsabilità e ai valori evangelici, sappiano indicare vie concrete per rispondere ai tanti bisogni e necessità della nostra gente, soprattutto dei più poveri e bisognosi, delle tante famiglie della nostra città, sempre più provate da una crisi economica che non sembra vedere una via d’uscita e di coloro che, spesso invisibili, vivono ai margini della comunità ecclesiale e civile».


Autore

Giornalista, redattore della Gazzetta del Sud e condirettore di Insieme. Già presidente del gruppo Fuci di Ragusa, è laureato in Scienze politiche.



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