“L’arte di comunicare con il cuore” – Incontro nazionale dell’Ordo Virginum delle Diocesi italiane
“Christi Sponsa gaude et exulta, quia dilexit te Dominus! Pro tibi tradidit se ipsum. Mysterium hoc magnum est! Mysterium hoc magnum est!” (Sposa di Cristo, rallegrati ed esulta, perché il Signore ti ha amato! Si è arreso per te. Questo è un grande mistero! Questo è un grande mistero!). Sono le parole di questo versetto, scritte da una consacrata dell’Ordo Virginum, che porterò in particolare nel cuore nell’esperienza vissuta a Enna dal 24 al 27 agosto, nel Convegno Nazionale dell’Ordo Virginum dal tema “L’arte di comunicare con il cuore”.
Sono stati giorni di grande Grazia, dove ho avuto la possibilità di conoscere tante consacrate, donne in formazione o interessate a questa forma di consacrazione verginale nella chiesa e per la chiesa locale, provenienti da ogni parte d’Italia e da Malta. Erano presenti anche alcuni delegati delle Diocesi italiane, che ci hanno allietato con la loro presenza e testimonianza.
I momenti di preghiera giornalieri delle Lodi, dei Vespri, della Celebrazione eucaristica sono stati presieduti da alcuni Vescovi delle diocesi siciliane; attraverso le loro riflessioni e la testimonianza di vita lì dove operano, ci rendevamo conto di quanta bellezza il Signore ci circonda e quanta ricchezza di carismi Egli adopera per comunicarci il Suo grande amore.
Le relazioni che ci hanno aiutato a approfondire il tema sulla comunicazione, sono state non solo interessanti, ma in ognuna di esse abbiamo avuto la possibilità di confrontarci a livello di chiesa personale e locale.
Nel primo giorno con la relazione “Donne consacrate nell’era della comunicazione digitale”, tenuta dalla Dott.ssa Cristina Vonzun, giornalista e consacrata dell’Ordo virginum, ci siamo addentrate nel mondo dell’era digitale, dell’intelligenza artificiale, di come oggi i social media e il mondo della comunicazione in generale chiedono un nuovo modo di comunicare da parte della consacrata. Se è vero che siamo nel mondo senza essere del mondo, è anche vero che devono conoscere gli strumenti necessari per entrare in comunicazione con ogni persona, utilizzando in maniera intelligente e consapevole i vari mezzi di comunicazione. Ci siamo chieste che cosa significa per noi oggi comunicare, quali sono i punti di forza e debolezza della comunicazione sociale, il nostro rapporto con l’infosfera (l’insieme degli strumenti di comunicazione di massa). Poco dopo il tema della comunicazione è stato ampliato, attraverso la relazione tenuta da don Luigi Maria Epicoco, sacerdote, teologo e scrittore, dal titolo “Le donne nella Bibbia: una comunicazione altra”. Egli ha esordito dicendo: “La comunicazione cristiana è una declinazione della relazione, la quale è l’aspetto più importante del nostro essere umani. Se non abbiamo nessuno che ci vuole bene, percepiamo che la vita non è buona e viceversa. Noi siamo nati per essere in relazione con Dio: è Dio il soggetto della nostra relazione. Gli altri e le situazioni sono il sacramento, cioè il modo in cui Dio si dà a ciascuno di noi”. Epicoco ha poi affermato che per poter incontrare Dio ci sono due modi di comunicare: un modo interiore, ad intra, e un modo esteriore, ad extra. “Se non si è capaci di comunicare con se stessi non si comunica con l’esterno, ecco perché abbiamo bisogno di continuo discernimento, per capire se la vita spirituale ci mette in contatto con Dio, con il male oppure ci imprigiona in noi stessi”. E con la presentazione di alcune donne della Bibbia – Maria di Betania, Maria di Nazaret, Eva, l’emorroissa e altre – e i loro diversi modi di comunicare, anche noi eravamo invitate a rivedere i nostri stili comunicativi. Nella serata abbiamo vissuto la veglia di preghiera, presso la Chiesa di Sant’Anna di Enna, pregando insieme a quattro testimoni della fede della terra siciliana: Sant’Agata, vergine e martire catanese, la Beata Pina Suriano, vergine laica di Partinico; il Beato Rosario Livatino, martire della giustizia di Canicattì e Padre Pino Puglisi, testimone di Cristo ucciso nel quartiere di Brancaccio. Le loro testimonianze di vita donata, per alcuni fino all’effusione del sangue, sono state e sono tutt’ora il segno che amare Dio, la Chiesa e il prossimo è dare tutto di sé, come lo stesso Signore Gesù Cristo ha insegnato. Il sabato è stato dedicato alle testimonianze di chi ha vissuto a stretto contatto con persone che hanno saputo comunicare, con la propria vita, l’arte d’amare. Nella prima parte della mattina
Andrea Monda, giornalista e direttore dell’Osservatore Romano, ci ha allietato con una relazione dal titolo “Comunicare è narrare: a servizio della Chiesa in uscita con Papa Francesco”. Nel suo testimoniare la bellezza del servizio che è chiamato a svolgere, Monda diceva che l’uomo è un animale narrante e ha fame non solo di cibo ma anche di storie e la Chiesa ha un annuncio da fare, una storia da comunicare. La Chiesa è essa stessa nella sua essenza “comunicazione” finalizzata alla comunione. E poi ha continuato: «Questa comunicazione deve essere svolta secondo uno stile che è quello del Vangelo, di Gesù, che è stato un grande narratore di storie, le parabole, capaci di affascinare e attirare la curiosità, la sete di bellezza, verità e speranza che è nel cuore di ogni uomo». Davvero edificante averlo ascoltato!
A seguire, una tavola rotonda dal titolo “I linguaggi del cuore”, dove si sono alternati Cristina Fazzi, medico missionario ennese in diretta dallo Zambia, che ci ha raccontato la sua esperienza di medico e di donna, in un contesto sociale dove il corretto uso del linguaggio del cuore, gioca un ruolo molto importante nella comunicazione. Dopo è stata la volta di don Pino Vitrano della Comunità Speranza e Carità di Biagio Conte e del prof. Gregorio Porcaro del Centro Padre Nostro di Palermo. Le loro testimonianze di vita vissuta rispettivamente insieme a fratel Biagio Conte e Padre Pino Puglisi ci hanno tanto emozionato: questi due uomini di Dio, pionieri di Palermo in quartieri malfamati e abbandonati a sé stessi, hanno saputo trovare i giusti linguaggi del cuore per dire che Dio ama tutti e che il male, la povertà, l’ignoranza, l’emarginazione, non sono l’ultima parola. Fratel Biagio e Padre Pino sapevano vedere la Bellezza della creatura di Dio in uomini e donne apparentemente invisibili alla società, donando la possibilità di riscattarsi e tornare alla vera vita.
Nel pomeriggio poi abbiamo visitato i mosaici di Villa Romana del Casale, a Piazza Armerina, e la sera abbiamo vissuto il momento di “sororità” con canti e balli tipici della nostra bella Sicilia.
Domenica 27, ultimo giorno del nostro convegno, abbiamo ricevuto un mandato attraverso le parole di S. Ecc.za Mons. Paolo Ricciardi, Vescovo referente CEI per l’OV. “La donna consacrata nell’Ordo Virginum è chiamata ad essere immagine della Chiesa sposa, vergine e madre feconda, custode della vita nascente e della vita eterna” ci ha detto. “La forza della donna – ha poi continuato Ricciardi – mette a tacere la morte, con un taglio netto, come Giuditta”. E termina con una poesia da lui stesso scritta che ha come protagonista proprio la valorosa Giuditta. “Lodata sarò sempre da tutte le donne, per averle riscattate. Temuta sarò da ogni uomo illuso di vincer con la spada. Il mio gesto – staccar la testa di Oloferne – non fu violenza. Fu un taglio netto alla Paura, fu la rivincita della Bellezza. È la certezza del trionfo del Bene, il coraggio femminile di ogni tempo. Perché solo occhi di donna sanno far perdere la testa, rivelando ad ogni uomo la sua vulnerabile natura. Perché è di donna l’odor di primavera, di donna il grembo della tenerezza, di donna il seno che ci allatterà ancora. Di donna le vere lacrime d’ogni amore, di donna il fascino che ci atterrisce, di donna il sorriso e la ruga che ci avvolge. Di donna il dono originale che fa sì che l’uomo non sia solo. Se un giorno Dio scenderà dal cielo, ad Una di noi dovrà chiedere il permesso”.
Fra abbracci, saluti e sorrisi, il convegno finisce dandoci appuntamento ad agosto 2024 a Valdocco (TO).