Pubblicato il 1 Ottobre 2023 | di Redazione
0GMG 2023 – L’entusiasmo contagioso di chi può dire “Quel giorno c’ero anch’io”
Una festa della fede e della speranza, una fiaccola che diventa prima faro e poi luce per illuminare i giorni che seguiranno questa estate 2023. Lisbona è un luogo che i partecipanti alla Giornata mondiale della Gioventù porteranno per sempre nel loro cuore ma è anche il segno di una Chiesa che è ancora viva e vitale perché assolutamente contemporaneo e proiettato al futuro è il Vangelo e perché le preghiere salite al Cielo dalla capitale portoghese possono convertire una storia che troppo spesso si accartoccia su se stessa, perdendo senso, prospettive e umanità.
Nel milione e mezzo di ragazze e ragazzi che hanno fatto sembrare troppo piccola la spianata del Campo da Graca c’erano anche i dodici giovani partiti dalla nostra Diocesi e accompagnati da don Vincenzo Guastella. Hanno concluso nel modo più bello possibile il cammino condiviso con il servizio di Pastorale giovanile che durante l’anno ha portato in pellegrinaggio la Croce dei giovani ed il quadro della Salus Populi Romani in tutte le parrocchie, accendendo il desiderio di seguire Gesù e imitare Maria. Con loro c’erano giovani provenienti da ogni parte del mondo e Papa Francesco che ha saputo trovare le parole per infondere fiducia e coraggio non solo ai presenti ma a un’intera generazione.
Si ritorna e si ricomincia carichi d’entusiasmo. «Vedere migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo, stringersi sotto la croce di Cristo, pregare insieme ad una sola voce sotto lo sguardo amorevole di Maria Santissima ed ascoltare le parole del Papa, accettando le scomodità, la fatica, il caldo torrido, mi ha fatto capire – ha detto al rientro a Ragusa don Vincenzo – che oggi più che mai i giovani sono alla ricerca della Verità che è Gesù Cristo. Non è vero che i giovani sono lontani da Dio, hanno solo bisogno di essere accompagnati e sostenuti nella loro continua ricerca alla Verità. Porterò sempre con me i sorrisi, le lacrime, gli abbracci, i silenzi e, soprattutto, lo stupore di quegli occhi innamorati di Dio che ho avuto la fortuna di incrociare durante questo viaggio».
Le emozioni di quei giorni sono state condivise sui social. Ecco un estratto di quanto scritto da chi potrà sempre dire “Quel giorno c’ero anch’io”.
«Posso dire che la cosa che ho pienamente realizzato è il fatto di aver visto Dio. Si alla Gmg ho visto Dio.
L’ho visto nel sorriso e nella sensibilità del nostro timoniere don Vincenzo, nei talenti e nelle fragilità dei miei fantastici compagni di viaggio, nelle risate, nei pianti, negli abbracci, nella fatica e nel sudore negli occhi dell’oceano di giovani provenienti da tutto il mondo, nel silenzio della veglia, nelle nuove conoscenze e le storie che la lentezza del treno ci ha regalato, nei canti e nei balli nelle messe mattutine, nelle catechesi, nell’adorazione e nelle testimonianze all’interno della parrocchia di Entroncamento. L’ho visto nel dj set all’alba di Padre Guilherme, nelle parole di speranza del nostro coraggioso Papa Francesco, nel cuore generoso della signora Isabel che ci ha accolto come una mamma, nel nodo alla gola al momento della partenza e infine tornando ancora di più indietro nel tempo posso dire di averlo visto nella proposta e nell’incoraggiamento del mio parroco e di un’educatrice a partire per questa esperienza indimenticabile. Li ringrazio infinitamente». (Gabriele Licitra).
«È stato sorprendente vedere due milioni di persone, provenienti da tutto il mondo, riunite nello stesso posto con tantissime diversità ma uniti per lo stesso motivo: Gesù! È proprio questa l’unica diversità che ci rende uguali. In questi giorni abbiamo pregato parlando e cantando in altre lingue, sorridendo a centinaia di persone, aiutandoci tra di noi e tenendoci per mano nonostante il diverso colore. Dentro queste esperienze c’è un mondo, c’è tutto!» (Enrica Alfieri).
«Si viaggia per diversi motivi. C’è chi viaggia per visitare nuovi posti, c’è chi viaggia alla ricerca di un solo posto di pace, c’è chi viaggia per la compagnia, c’è chi viaggia per un po’ di piacevole relax , c’è chi viaggia all’avventura, c’è chi viaggia alla ricerca di nuove storie, c’è chi viaggia per poter raccontare una storia. Il pellegrino è molto più complicato. Lui non sa perché parte. Non sa quale sarà la destinazione, né la sistemazione. Però parte, spinto da una forza che si chiama fede. Ed è proprio lì, che trova il mondo. Quel mondo che ha sempre desiderato di vedere, quel mondo che porta dentro ma che fa fatica a far uscire. Finalmente naviga a vele spiegate, spinto dal vento dell’amicizia, dell’amore, della condivisione, del coraggio». (Nicolò Giandinoto).
«Le emozioni sono tante e poche le parole in grado di esprimerle. Non mi aspettavo tutto ciò. Per me la preghiera è sempre stata un qualcosa di serio, qualcosa che bisognava fare in luoghi già “impostati”, invece, grazie a quest’esperienza ho imparato che la preghiera è gioia, euforia, condivisione, fratellanza, condivisione, coraggio, spontaneità, amore. Da questa esperienza ho imparato molte cose e molte ancora ne dovrò apprendere ma una cosa importante l’ho già capita: non temere di seguire Dio perché ha chiamato e chiama ognuno di noi. Apri il tuo core a Dio e il tuo cammino ti sarà mostrato» (Noemi Battaglia).
«In questi giorni tra le tante ricchezze che abbiamo avuto modo di riscoprire credo che una delle più belle sia stata quella di sperimentare cosa vuol dire “essere casa”. Ci siamo sentiti da subito a casa, e siamo stati da subito casa per gli altri. Abbiamo saputo accogliere e custodire ogni sguardo, ogni preoccupazione, ogni gioia e ogni fatica dell’altro. Abbiamo ricevuto tanto in dono e siamo stati capaci a nostra volta di essere dono per chiunque abbia incrociato i nostri passi. Adesso siamo chiamati ad esserlo nella nostra vita di tutti i giorni, dove Dio ci chiama a vivere» (Stefano Paternò).
Nel gruppo dei ragusani si è “infiltrata” anche Veronica. Lei era partita da Roma ma è tornata a casa con tanti amici e un po’ di Ragusa nel cuore. «Per l’ennesima volta, anche a termine di questo viaggio, vengo accolta da Ragusa per condividere una briciola di quanto vissuto a Lisbona. È stata una grande follia, l’evento, gli incontri, la preghiera comunitaria. Vedere milioni di giovani riunirsi in nome della fede mi ha colpita profondamente. Ringrazio il Signore per le persone che ha messo sul mio cammino in questi giorni, per tutti i ragazzi che hanno partecipato alla Gmg che ho anche solo per pochi minuti incontrato e con i quali ho condiviso la gioia della vita cristiana. Un ringraziamento particolare però va a coloro che dalla prima notte a Lisbona hanno aperto le braccia per accogliermi e custodirmi senza che ci conoscessimo. Alcuni eventi infatti mi hanno obbligata ad arrivare senza il mio gruppo di amici in Portogallo e a credere di dover vivere l’esperienza da sola. Una volta arrivata ho creduto che la mia Gmg sarebbe stata fallimentare perché non mi sarei potuta pienamente aggregare ad un gruppo in quanto sarei stata di troppo. Non avrei potuto immaginare una Gmg migliore di questa, ed è per la maggior parte merito di questi ormai fratelli Ragusani. (Veronica Garay).
«Un grazie va ai miei compagni di viaggio che hanno fatto sì che questa esperienza sia andata oltre le mie aspettative. Di questa Gmg porterò con me lo spirito di stare in gruppo di essere casa. Un grazie in particolare va anche al don che ha messo anima e corpo per far sì che tutto andasse per il verso giusto…. e c’è la abbiamo fatta!» (Oriana Avola).
«Racchiudere in poche parole quanto sperimentato in questa settimana è difficile ma quello che fin da subito ha toccato il mio cuore é che si sentiva un senso di coesione enorme, non importava la provenienza, nell’altro e insieme all’ altro potevi sperimentare una gioia diversa, unica e quasi rara; quella gioia che senza fartene rendere conto ti guarisce l’anima. Un grazie particolare va ai miei compagni di viaggio. Nel loro piccolo-grande modo di essere mi hanno fatto riscoprire la bellezza dell’essere unico e soprattutto del sentirsi a casa». (Manuel Brafa).
«C’è solo una parola per descrivere questo viaggio ed è Grazie. Grazie ai miei compagni di viaggio, a delle persone meravigliose dentro e fuori che non hanno avuto paura di mostrare le loro debolezze e sentirsi apprezzati così come sono. Non siamo stati solo un gruppo ma siamo stati la “casa” di qualcun altro (Ilaria Cascone).