Pubblicato il 23 Novembre 2023 | di Redazione
0Don Milani e il nostro I care
Il mondo della scuola viene solitamente messo in primo piano quando si affrontano problemi che fanno riferimento alle giovani generazioni. Figure di grandi pedagogisti hanno proposto significativi modelli di scuola. Anche la figura di don Milani è annoverata tra questi e durante questo 2023 è riemersa in maniera preponderante per via delle celebrazioni del centenario dalla sua nascita. La Chiesa, dopo l’iniziale ostilità durante la sua vita e negli anni immediatamente successivi alla sua morte, ha definitivamente riabilitato la figura di don Lorenzo Milani, anche grazie alla visita a Barbiana di Papa Francesco. Anche nella nostra Diocesi è stata promossa una iniziativa che ha visto la collaborazione di vari uffici diocesani, di alcune associazioni e della Cdal. Il tutto si è sviluppato in due significativi momenti: una tavola rotonda e l’allestimento di una mostra. La tavola rotonda si è svolta il 27 ottobre presso la Camera di commercio di Ragusa e ha visto come protagonisti il professor Piergiorgio Reggio, docente di pedagogia sociale presso l’Università Cattolica del Sacro cuore di Milano, il dirigente scolastico Rosario Biazzo e Giovanni Boriotti, membro della segreteria nazionale del Msac, che ha moderato l’incontro. Giorno 28, presso il Museo della Cattedrale è stata inaugurata la mostra su Don Milani, il cui tema è “Il sapere serve solo per darlo”, rimasta aperta al pubblico fino al 10 novembre.
Ma cosa ci dice oggi la figura di Don Milani e come si può rendere attuale il suo pensiero, il suo messaggio, il suo I care? La realtà socio-politica di oggi è diversa, ma non del tutto, da quella in cui è emersa la figura di don Lorenzo. Egli si è accostato alla povertà del suo tempo, quella povertà che non era solo materiale, ma consisteva anche nella mancanza di conoscenza e del dominio della parola. “Perché è solo la lingua che fa eguali. Eguale è chi sa esprimersi e intende l’espressione altrui. Che sia ricco o povero non importa. Basta che parli” (cit. da “Lettera a una professoressa”). «Il sapere fa uguaglianza o disuguaglianza, il sapere è un capitale sociale attraverso cui contribuire alla crescita della società», ha affermato il professor Reggio. Per comprendere quale sia la realtà odierna in questo senso bisogna fare riferimento alla scuola dell’inclusione. Prendersi cura oggi, il nostro I care, significa avere uno sguardo aperto sul mondo, la scuola deve essere una finestra aperta sul mondo. Le nostre aule, con la presenza di alunni stranieri e di alunni appartenenti a varie estrazioni sociali, possono essere considerate dei laboratori paragonabili a Barbiana, delle piccole Barbiana. Paradossalmente oggi la parola continua a fare la differenza, visto che in questi ultimi anni si è assistito a un triste appiattimento culturale che sta creando un evidente divario sociale. «Anche ai nostri ragazzi manca la parola» (Piergiorgio Reggio). Prendersi cura degli studenti oggi è evitare che questa realtà si incancrenisca, far capire ai giovani che il loro sguardo deve andare oltre, per poter diventare cittadini consapevoli del mondo in cui vivono e così riuscire ad incidere proficuamente nel poterlo migliorare. E per fare questo è necessario che si accostino al sapere, perché come diceva don Milani «Quando avete buttato nel mondo di oggi un ragazzo senza istruzione avete buttato in cielo un passerotto senza ali».
Rosanna Massari