Pubblicato il 24 Gennaio 2024 | di Redazione
0Tanti gesti e impegni concreti
Mercoledì 20 dicembre presso la parrocchia San Pio X, l’Ufficio per i Problemi Sociali ed il Lavoro della Diocesi di Ragusa ha realizzato l’incontro dal titolo “Impegno per la Pace”. Dal 16 di novembre, infatti, molte diocesi di Italia hanno organizzato occasioni di riflessione sul tema della pace, alla luce dei 60 anni della pubblicazione dell’enciclica di Papa Giovanni XXIII “Pacem in Terris”. L’orizzonte comune è stato la “56esima Marcia Nazionale per la Pace” svoltasi a Gorizia il 31 dicembre.
Il nostro vescovo, monsignor Giuseppe La Placa, ha evidenziato che la pace non è un concetto astratto, bensì un valore concreto da attuare con i gesti e con le opere. Pregare per la pace significa «agire per la pace, non pregate per la pace, ma compite gesti di pace, verso il vostro vicino, verso il vostro prossimo». La pace si costruisce con il perdono, con la solidarietà, con l’attenzione quotidiana e vicendevole. Pensare che questo modo di agire sia ininfluente o irrilevante è solo una tentazione: per quanto possiamo sentirci piccoli ed impotenti davanti alle grandi questioni ed ai conflitti mondiali, il nostro comportamento individuale, attraverso la costruzione di reti e legami di solidarietà, conserva una forza nascosta ed inaspettata, capace di produrre notevoli risultati.
A seguire il direttore dell’Ufficio, Renato Meli, ha descritto il ruolo e il valore dell’Enciclica, non solo per i cattolici ma per tutta l’umanità, evidenziando quanto sia fondamentale oggi in un mondo in cui la violenza sembra destinata ad un’escalation senza fine. «La Pacem in terris ci insegna che la pace non è solo assenza di guerra, ma è un processo politico e spirituale che ogni uomo è chiamato ad intraprendere». Innovativa e dirompente, è una enciclica che ha manifestato sin da subito la sua potenza e la sua forza comunicativa, alimentando un fervente dibattito, sia interno che esterno agli ambienti ecclesiastici. La Pacem in terris ci evidenzia quanto sia necessario attuare una “conversione”, un processo di cambiamento. Operare questo cambio di passo è fondamentale ed è imprescindibile per guardare al futuro. «Una parola di pace dura più di una sequoia», ha proseguito il direttore. Un appello pieno di speranza che coinvolge tutti gli aspetti della vita interiore e sociale. La pace non esiste se non «in relazione». Essa implica, dunque, una presa di posizione nei confronti delle grandi questioni sociali: il disarmo, la promozione dei diritti umani, la democrazia, lo sviluppo sociale, l’ecologia, la giustizia sociale, il dialogo interreligioso.
L’incontro è proseguito con la proiezione di un documentario, estratto dalle teche Rai, tramite il quale si è raccontato il contesto storico nel quale l’enciclica è nata, le vicende che hanno contraddistinto la sua pubblicazione, il senso ed il contributo della Pacem in terris allo sviluppo delle vicende sociali del mondo.
Subito dopo, la parola è passata ad un rappresentante del Gruppo Scout Agesci Ragusa 2 che ha spiegato il progetto che l’associazione sta portando avanti a Ragusa, attraverso il cosiddetto “Giardino di Pace”, un’area verde adiacente alla parrocchia San Pio X di Ragusa, che i ragazzi si stanno impegnando a ripiantumare, attraverso l’innesto di ulivi e carrubbi, specie arboree non scelte a caso, ma perché generative di frutti che loro volta potranno essere utilizzati per realizzare nuovi gesti di solidarietà.
L’incontro si è concluso con un momento di spiritualità, ideato e realizzato dall’assistente spirituale dell’Ufficio diocesano, don Franco Ottone. Un piccolo corteo che dal saloncino ha condotto tutti i partecipanti davanti al presepe allestito in chiesa, luogo dove il vescovo, il sindaco di Ragusa Giuseppe Cassì, il direttore dell’Ufficio, un rappresentante del gruppo Scout ed una famiglia ucraina (rifugiata in Italia a causa del conflitto in corso) hanno portato e posizionato delle candele per testimoniare la luce della speranza ed il desiderio di pace di tutti gli intervenuti.
Fabrizio Iacono