Vita Cristiana

Pubblicato il 22 Marzo 2024 | di Redazione

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Giuseppe Cascone è diacono «Ho sentito il vostro abbraccio»

Lo scorso 18 marzo, vigilia di San Giuseppe, nella chiesa di San Pier Giuliano Eymard di Ragusa, il vescovo monsignor Giuseppe La Placa ha imposto le mani e ordinato diacono il seminarista Giuseppe Cascone. Molto sentita e partecipata la cerimonia alla quale erano presenti anche la comunità del seminario e i formatori del seminario San Mamiliano di Palermo dove Giuseppe ha compiuto il suo percorso di studi. «Oggi abbiamo la grazia – ha detto il vescovo durante l’omelia – di vivere un momento bello della Chiesa diocesana. Carissimo Giuseppe grazie per il tuo sì: siamo grati al Signore. L’Ordine del Diaconato è in vista dell’Ordine Presbiterale ma quello non annulla questo. Il Diaconato non è una tappa del cammino verso il sacerdozio ma il contenuto permanente del sacerdozio stesso. Tutti i cristiani sono chiamati a vivere il servizio diaconale perché il Signore stesso ha offerto la sua vita per il servizio a tutti gli uomini. San Giuseppe – ha concluso il vescovo – ti sia modello di vita».

Abbiamo chiesto a Giuseppe di far partecipi i nostri lettori su come si sia preparato e come abbia vissuto il momento dell’ordinazione diaconale.

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Tutte le scelte importanti che siamo chiamati a prendere, portano con sé una mole di sentimenti, certe volte contrastanti tra di loro, e certe volte invece no. Portano con sé così tante preoccupazioni, e paure, che se non gestite bene non aiutano a focalizzare l’obbiettivo. Tutti questi sentimenti non solo mantengono vivo lo spirito, ma tengo accesa quella fiammella capace di illuminare quelle scelte che a noi sembrano le più difficili, e a darci il coraggio necessario per uscire da noi stessi e prendere la nostra vita e metterla nella mini di chi sappiamo ci ama ancor prima che noi nascessimo.

Tra le tante parole che affollano il mio cuore ne dovessi scegliere una capace di riassumere quanto ho vissuto, sarebbe proprio Eucarestia. Nella sua eccezione terminologica, ovvero: “Rendimento di Grazie”. Infatti non posso che rendere ancora una volta grazie per le meraviglie compiute dal Signore nella mia vita, nella mia storia, nella storia e nella vita della nostra Diocesi.

Prepararsi all’ordinazione di certo non è stato semplice, tralasciando proprio quella preparazione materiale della celebrazione che va da sé. Ma la preparazione personale e comunitaria è stata al quanto impegnativa. Infatti come comunità parrocchiale abbiamo vissuto dei momenti forti, il primo un incontro di formazione con Don Gino Alessi proprio sulla Liturgia dell’ordinazione, mentre il secondo con la presenza del seminario e del centro diocesano per le vocazioni dove ci siamo ritrovati in adorazione per rendere ancora una volta lode al Signore, che mai smette di guardare la sua Chiesa con occhi di misericordia.

Subito dopo l’annuncio della data dell’ordinazione ho iniziato a percepire quei sentimenti di piccolezza, di pochezza difronte l’opera meravigliosa di Dio, che sceglie non per meriti ma per grazia. Infatti sono stati proprio questi i sentimenti che mi ha accompagnato durante tutta la preparazione, sentimenti che ha raggiunto il loro culmine durante la promessa di obbedienza fatta nelle mani del Vescovo e durante la litania dei santi e durante l’imposizione e la preghiera di consacrazione. Proprio questi momenti rappresentano per me la consegna totale della mia vita a Lui, il Signore della Vita, il Signore della mia Vita.

Infatti proprio in quei momenti, mentre nella mia mente si rincorrevano tutte le preoccupazioni, tutte le paure possibili ed immaginabili, mentre tutta l’assemblea mi accompagnava con il silenzio orante, o invocava l’aiuto della Chiesa celeste con il canto delle litanie, nel mio cuore risuonavano le parole dell’evangelista Matteo ascoltate poco prima: “Non Temere Giuseppe” e quelle dell’apostolo Paolo nella seconda lettera ai Corinzi: “Ti basta la mia grazia”. Si, proprio queste parole per me sono state una carezza dal cielo. Che davvero mi hanno aiutato a superare me stesso e a rispondere proprio come fece Maria davanti all’angelo: “Avvenga per me, secondo la Tua Parola”.  Paure e preoccupazioni che subito si sono colmate nella consapevolezza di non essere solo nello svolgere questo ministero, l’abbraccio di pace con il Vescovo e con gli altri diaconi rappresenta proprio questo, l’accoglienza in una comunità, pronta a sostenerti e ad incoraggiarti. Proprio li ho sentito il sostegno e l’abbraccio dell’intera nostra Diocesi.

Ovviamente il tutto non è finito giorno 18 vigilia di San Giuseppe, santo a me caro, di cui ne porto il nome e di cui mi sforzo di imitarne le virtù. Ma tutto lì ha inizio, e per continuare l’opera grandiosa di Dio, per continuare e costruire il suo regno di giustizia e di pace, è necessario affidarci ancora una volta a lui e chiedergli di non solo di non smettere mai di tenere le sue mani sulle nostre teste, ma di indicarci sempre la giusta strada da percorrere.


Autore

"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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