Società

Pubblicato il 2 Maggio 2024 | di Saro Distefano

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I rovi in offerta al supermercato

Io l’ho presa quale offesa personale. E all’intera categoria. Nel caso in ispecie, alla categoria degli agricoltori alla quale, molto indegnamente, appartengo anch’io.

Una grave offesa, mossa – certo del tutto involontariamente – dai dirigenti di un celebre supermercato straniero che però vanta innumerevoli punti vendita in tutta Italia. Ed anche a Ragusa, la città dove vivo e dove lavoro quasi quotidianamente in un microscopico vivaio di bonsai (ecco spiegata la mia appartenenza alla categoria degli agricoltori).

Ebbene, ditemi voi se non si debbano offendere tutti coloro i quali ogni santo giorno combattono una durissima lotta per riuscire a sopravvivere con il lavoro di agricoltore. Guardate bene la foto che – purtroppo di scadente qualità – ho scatto io stesso nel supermercato in parola. Avete capito bene. Spero.

Nel reparto “giardinaggio” è infatti in vendita la pianta, già abbastanza sviluppata con anche un sostanzioso apparato radicale, di un rovo. Si, un rovo. In somma, per intenderci tra di noi iblei: una pianta di ruviettu. L’odioso ruviettu. L’invadente ruviettu che unica cosa buona da prenderne è la dolcissima mora in agosto. Ed è proprio con questo intendimento che la catena di grande distribuzione mette in vendita la piantina pronta per essere interrata: poter gustare le more in estate.

D’accordo, si potrebbe dire: che ne sanno i titolari del grande supermercato che qui da noi la lotta ai rovi è millenaria? Che è praticamente diventata atavica, quasi geneticamente introitata dalle generazioni e generazioni e generazioni di “viddani” sciclitani, modicani, ragusani che sanno benissimo cosa succede quando in un terreno spunta anche solo una microscopica pianta di rovo: se non si interviene subito sradicandola, diverrà infestante e poi saranno problemi seri a volerla eliminare. In molti intervengono, disperati, con il fuoco. E sovente questo è risolutivo. Ma non sempre. E quando anche l’orto più bello, meglio tenuto, generoso in fichi e cachi, melograni e susine viene trascurato per una stagione, allora il proprietario, o comunque chi lo cura, sa benissimo che saranno seri problemi per debellare il ruviettu che, di suo, è pianta legittima come tutte le altre, se non fosse che è bulimica di spazi, di terra, di acqua.

E il tutto per avere ad agosto (anche se col clima impazzito ormai non si è certi di nulla in agricoltura) qualche etto di dolcissime more.

Agli amici che gestiscono il celebre supermercato, e che negli scaffali hanno messo in vendita le piante di ruviettu, potremmo avanzare una proposta: non offendeteci con la proposta commerciale che a noi viddani del sud-est suona ad onta, le piante di ruviettu vendetele pure in Svizzera Austria e Germania dove difficilmente si arriva a temperature tali da far maturare davvero fino a farle diventare nere le dolci more (ma tenendo sempre presente il discorso del climate change), e se gli amici del nord proprio non possono fare a meno della marmellata di more, gli offriamo noi la possibilità di venire a raccoglierle – anche a gratis – nelle ormai infinite distese di ruvietti cresciuti nelle nostre campagne, purtroppo abbandonate. E non per colpa del celebre supermercato.


Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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