Politica

Pubblicato il 26 Maggio 2024 | di Redazione

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Le aggregazioni laicali: Diamo un’anima all’Europa

Dare un’anima all’Europa: bene prezioso, capace di integrare, rinfrancare e valorizzare le diversità in una unità di appartenenza più grande, inclusiva e universale; fermento profetico di una umanità rinnovata e in pace; casa comune che permetta di vivere il rapporto tra Stati e all’interno degli Stati nella solidarietà e nel mutuo rispetto, condannando le chiusure e gli egoismi localistici, la negazione dei diritti umani e i genocidi compiuti in nome di ideologie aberranti. Questo uno dei passaggi del documento diffuso dalla Consulta regionale delle Aggregazioni laicali in vista delle ormai imminenti elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo.

«Il particolare momento che stiamo vivendo, segnato da forti tensioni internazionali e devastanti conflitti bellici ed attraversato da risorgenti nazionalismi e da pericolose dinamiche di stampo sovranista e populistico, che investono il mondo intero, rende questo appuntamento elettorale – affermano le aggregazioni laicali siciliane – carico di significato e densodi implicazioni anche per la vita e il futuro stesso dell’Unione Europea».

Rispetto della dignità umana, tutela della famiglia e della vita, pace, sviluppo della democrazia, accoglienza sono alcuni punti nodali del processo – tuttora in itinere – di costruzione di un’Europa in senso autenticamente comunitario. Un progetto e un sogno da costruire insieme con tutti gli europei di buona volontà.

Di seguito il documento integrale.

DOCUMENTO PUBBLICO DI RIFLESSIONE SULLE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE

L’8 e il 9 giugno prossimi saremo chiamati a votare per il rinnovo del Parlamento Europeo. Il particolare momento che stiamo vivendo, segnato da forti tensioni internazionali e devastanti conflitti bellici ed attraversato da risorgenti nazionalismi e da pericolose dinamiche di stampo sovranista e populistico, che investono il mondo intero, rende il detto appuntamento elettorale carico di significato e densodi implicazioni anche per la vita e il futuro stesso dell’Unione Europea. Con questa consapevolezza, i laici facenti parte della Consulta Regionale delle Aggregazioni Laicali, manifestando ringraziamento ai nostri Vescovi della Sicilia e accogliendone le sollecitazioni contenute nel loro recente documento (1) intendono offrire il contributo della propria riflessione per il compito che attende Consulta Regionale delle Aggregazioni laicali Organismo collegato alla Conferenza Episcopale Siciliana attende il futuro Parlamento Europeo e che attende anche noi cittadini dello spazio comune europeo: dare un’anima all’Europa, pena la sua decomposizione e il suo dissolvimento. Pensiamo infatti all’Europa come: un bene prezioso, capace di integrare, rinfrancare e valorizzare le diversità in una unità di appartenenza più grande, inclusiva e universale; un fermento profetico di una umanità rinnovata e in pace; una casa comune che permetta di vivere il rapporto tra Stati e all’interno degli Stati nella solidarietà e nel mutuo rispetto, condannando le chiusure e gli egoismi localistici, la negazione dei diritti umani e i genocidi compiuti in nome di ideologie aberranti. Puntualmente e a buon diritto, i Vescovi delegati delle Conferenze Episcopali dell’EU hanno avvertito, in una loro recente Dichiarazione, la necessità di evidenziare che “per affrontare queste sfide cruciali alla luce dei valori fondanti dell’Unione Europea e costruire per noi e per le prossime generazioni un futuro migliore, non solo in Europa ma anche nel mondo intero, abbiamo bisogno di politici coraggiosi, competenti e motivati da valori e che perseguano veramente il bene comune” (2). È in questo “spirito” che poniamo alla comune attenzione alcuni punti nodali del processo – un processo tuttora in itinere – di costruzione di un’Europa in senso autenticamente comunitario.

1. Rispetto della dignità umana Affermiamo, anzitutto, la necessità, anche nell’ambito delle politiche europee, che la dignità di ogni persona venga riconosciuta, custodita, protetta e coltivata in ogni circostanza e in ogni situazione, lungi da ogni distinzione sessuale, culturale, sociale, politica, religiosa perché come si afferma nella Dichiarazione “Dignitas infinita circa la dignità umana”, datata 8 aprile 2024, del Dicastero della Dottrina della Fede, che fa memoria del 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, ”… la dignità umana non può essere basata su standard meramente individuali né identificata col solo benessere psicofisico dell’individuo. La difesa della dignità dell’essere umano è fondata, invece, su esigenze costitutive della natura umana, che non dipendono né dall’arbitrio individuale né dal riconoscimento sociale. I doveri che scaturiscono dal riconoscimento della dignità dell’altro e i corrispondenti diritti che ne derivano hanno dunque un contenuto concreto ed oggettivo, fondato sulla comune natura umana. Senza un tale riferimento oggettivo, il concetto di dignità viene di fatto assoggettato ai più diversi arbitrii, nonché agli interessi di potere” (n. 25).

2. Tutela della famiglia e della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale Nel riaffermare il valore primario ed assoluto della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale, intendiamo esprimere, anzitutto, profonda inquietudine per una mozione, approvata a maggioranza lo scorso 11 aprile, con la quale il Parlamento europeo chiede che il diritto all’aborto sia inserito nella “Carta dei diritti fondamentali” dell’Unione europea. Benché tale risoluzione rivesta solo valore politico e, dunque, non normativo e non vincolante, in linea con il pensiero espresso in tema dall’Unione delle Conferenze episcopali europee sentiamo il dovere anche noi “di richiamare i partiti e i politici alle loro responsabilità, invitando gli elettori e le elettrici a votare con altrettanta responsabilità perché sia scongiurato tale pericolo. Diritto fondamentale non è il diritto all’aborto bensì il diritto alla vita. In pari tempo, intendiamo sottolineare l’estrema importanza e l’urgenza di politiche europee di tutela e di sostegno alla vita nascente quale bene e risorsa fondamentale della famiglia umana universale e quale condizione, anche, di esistenza e di crescita dell’Unione Europea. Il tasso di natalità – ci avvertono le statistiche – è in preoccupante calo. Si impone, in tal senso la necessità di politiche familiari lungimiranti ed efficaci per arginare il fenomeno del decremento demografico ed invertirne la rotta. Al tema della denatalità si lega strettamente quello della tutela e della salvaguardia del bene famiglia, nella sua struttura naturale di una unione fra un uomo e una donna fondata sul matrimonio. È risaputo che le cause più profonde della crescente denatalità non sono tanto o solo di ordine economico-sociale, ma anche di ordine psicologico e morale, di individualismo e di una profonda crisi di fiducia nel futuro, da parte delle nuove generazioni. È questo il motivo per cui le istituzioni politiche ed economiche dovrebbero avere il coraggio di rimettere in questione uno stile di vita consumistico ed edonistico; inoltre, dovrebbero sostenere la vita e la famiglia con azioni risolute su vari fronti: abitazioni, supporto finanziario ai genitori, sviluppo di asili nido, ecc. In un mondo in cerca di testimonials convincenti, le famiglie con figli restano l’espressione più visibile di fiducia nella vita, nel futuro e nella vitalità della propria cultura. La famiglia è pilastro del modello sociale europeo: il suo apporto – in termini di educazione, ma anche di stabilità affettiva e sociale – non può essere sopperito da altri servizi pubblici”. È tempo, dunque, che la dimensione sociale assuma e abbia effettivamente un posto centrale nel futuro delle politiche europee.

3. La pace È largamente diffusa la convinzione – ed è anche nostra – che i focolai di guerra accesi minacciano di travolgere l’intero Continente e il Globo tutto. Di fronte all’immane scenario di dolore e di devastazione che i media quotidianamente aprono al nostro sguardo non ci è consentito, pertanto, di rimanere muti, inerti, passivi, esitanti. Papa Francesco nella Enciclica “Fratelli tutti”, incessantemente ribadita nei suoi messaggi contro la follia della guerra e nei suoi ripetuti appelli per pregare per la pace, ci invita a incamminarci lungo «percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite». «C’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia» (n. 225) […] «Un’autentica pace si può ottenere solo quando lottiamo per la giustizia attraverso il dialogo, perseguendo la riconciliazione e lo sviluppo reciproco» (n. 229). Appare indispensabile, pertanto, che l’Unione Europea promuova, sul piano diplomatico, le condizioni e tutte le opportunità possibili per l’avvio di un processo di sicurezza e di cooperazione in Europa che affronti e sciolga i nodi che sono all’origine del conflitto bellico in atto e, al tempo stesso, determini l’avvio di un rapporto di cooperazione perla sicurezza globale planetaria. Per questo chiediamo dal profondo del cuore al futuro Parlamento Europeo di bloccare con determinazione e coraggio l’“economia della guerra”, la corsa al riarmo e l’aumento delle spese militari sempre più considerevole perché la militarizzazione mondiale non potrà che rendere reale il pericolo che l’umanità sia trascinata sull’orlo del baratro dell’inverno nucleare!

4. Sviluppo della democrazia La Raccomandazione della commissione europea del 12.12.2023 sollecita gli Stati Membri a promuovere il coinvolgimento e la partecipazione effettiva dei cittadini e delle organizzazioni della società civile ai processi di elaborazione delle politiche pubbliche, alla verifica e corretta attuazione delle leggi e delle politiche, a diffondere il rispetto dello Stato di diritto. Per approfondire i nostri legami e rafforzare le democrazie nel nostro continente riteniamo fondamentale, dunque, che il futuro Parlamento Europeo adotti e renda effettive forme e misure di garanzia affinché i cittadini e le organizzazioni della società civile possano responsabilmente partecipare all’elaborazione della genuina fisionomia dell’Europa e cerchi così di mitigare lo stato di disaffezione, indifferenza, diffidenza verso la cosa pubblica, presente in larghe fasce delle nostre democrazie, spesso invecchiate, sclerotizzate. Dai cittadini si reclama una crescente richiesta di trasparenza e responsabilità nella gestione pubblica.

5. Migranti Lo scorso 10 aprile il parlamento europeo ha approvato il Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo. Ci chiediamo: il nuovo quadro legislativo varrà a garantire una gestione della migrazione con dignità e rispetto? Sarà in grado di offrire una solidarietà effettiva nei confronti di tutti gli Stati membri nella gestione dei flussi? Saprà realizzare un equilibrio effettivo tra solidarietà e responsabilità? Solleviamo tali interrogativi perché abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini raccapriccianti di migranti, che hanno tragicamente deposto nel fondo dei mari quei sogni di libertà e di vita che li avevano mossi fuori dalle terre native e lontano dagli affetti naturali. Nel Patto sono previste procedure accelerate alla frontiera per i richiedenti asilo che provengono da Paesi considerati sicuri, l’estensione della detenzione amministrativa dei richiedenti asilo e un meccanismo obbligatorio di solidarietà tra i diversi paesi dell’Unione, che implica il ricollocamento dei migranti secondo un sistema di quote. Nondimeno, il meccanismo consente agli Stati di potersi sottrarre all’accoglienza, versando una quota di denaro in un fondo comune per i rimpatri, oppure inviando personale e mezzi nel paese europeo che sta affrontando una crisi migratoria. Le critiche e le osservazioni di segno negativo non mancano, certamente, saranno i fatti che seguiranno alla pratica attuazione del nuovo quadro legislativo a provarne il valore e la reale efficacia. Avvertiamo il bisogno, nondimeno, di sottolineare con vigore e profonda convinzione l’enorme rilevanza (umanitaria, etica, giuridica, antropologica) che il fenomeno migratorio riveste non solo per la dignità ferita e calpestata di quanti, uomini, donne, bambini, minori, invocano accoglienza e il rispetto dei loro diritti umani fondamentali, ma anche per noi cittadini europei, cui compete, in quanto “compartecipi dei processi decisionali”, di sostenerne il giusto riconoscimento e l’effettività.

CONCLUSIONE Gli spunti di riflessione che abbiamo offerto con il presente documento pubblico non esauriscono di certo le numerose e complesse problematiche che le Istituzioni europee sono chiamate ad affrontare. Altre ne restano non meno significative su cui riflettere, vere e proprie sfide da affrontare nel prossimo futuro, come la politica estera, il cambiamento climatico e la cura dell’ecologia integrata, la crescente digitalizzazione e l’uso dell’intelligenza artificiale, l’allargamento dell’Unione Europea e la modifica dei trattati, ecc. Chiudiamo questa nostra riflessione richiamando alcuni brani della lettera di Papa Francesco (2): “Sogno allora un’Europa amica della persona e delle persone. Una terra in cui la dignità di ognuno sia rispettata, in cui la persona sia un valore in sé . Una terra che tuteli la vita in ogni suo istante, da quando sorge invisibile nel grembo materno fino alla sua fine naturale, perché nessun essere umano è padrone della vita, propria o altrui. Una terra che favorisca il lavoro come mezzo privilegiato per la crescita personale e per l’edificazione del bene comune, creando opportunità di occupazione specialmente per i più giovani. Essere amici della persona significa favorirne l’istruzione e lo sviluppo culturale. Significa proteggere chi è più fragile e debole, specialmente gli anziani, i malati che necessitano di cure costose e i disabili. Essere amici della persona significa tutelarne i diritti, ma anche rammentarne i doveri. Significa ricordare che ognuno è chiamato a donare il proprio contributo alla società… “Sogno un’Europa che sia una famiglia e una comunità. Un luogo che sappia valorizzare le peculiarità di ogni persona e di ogni popolo, senza dimenticare che essi sono untiti da comuni responsabilità. Essere famiglia significa vivere in unità, facendo tesoro delle differenze, a partire da quella fondamentale tra uomo e donna. In questo senso l’Europa è una vera e propria famiglia di popoli, diversi tra loro eppure legati da una storia e da un destino comune… “Sogno un’Europa sanamente laica, in cui Dio e Cesare siano distinti ma non contrapposti. Una terra aperta alla trascendenza, in cui chi è credente sia libero di professare pubblicamente la fede e di proporre il proprio punto di vista nella società. Sono finiti i tempi dei confessionalismi, ma – si spera – anche quello di un certo laicismo che chiude le porte verso gli altri e soprattutto verso Dio, poiché è evidente che una cultura o un sistema politico che non rispetti l’apertura alla trascendenza, non rispetta adeguatamente la persona umana. È questo “sogno” – insomma – che intendiamo coltivare affinché proceda spedito e senza cedimenti il processo di consolidamento politico e democratico dell’Unione Europea, che ambisce ed è chiamata ad essere una comunità di valori, una comunità legata da un vincolo reale di solidarietà e di sussidiarietà. Le Istituzioni europee rischiano, infatti, di essere o divenire «un corpo senza anima», una somma di interessi egoistici e talora confliggenti, se non saranno vivificate da un reale spirito di fraternità europeo. È questo “sogno” che desideriamo costruire assieme, facendo nostro e riproponendo l’appello di fiducia e speranza nel futuro che i Vescovi di Sicilia hanno rivolto ai cittadini siciliani per un voto attivo e responsabile (1): “… esortiamo vivamente ogni cittadino/a della nostra Isola, in modo particolare i giovani ad esercitare il diritto di voto nelle prossime elezioni europee. A non lasciarsi ammaliare dal canto delle pericolose sirene del pessimismo, della rassegnazione, del disfattismo. L’astensionismo può diventare un silente passo che ci allontana dal sogno di una Europa che dia respiro alla storia affermando gli autentici diritti umani. Nuove crisi e nuove squilibri ci stanno dinnanzi. Per fronteggiarli dobbiamo scongiurare ogni possibile forma discoraggiamento e di scetticismo che offuschi la nostra identità di cittadini europei, di figli di una Europa, portatrice di un suo modello di democrazia e di libertà”.

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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