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Pubblicato il 30 Maggio 2024 | di Saro Distefano

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Il ritorno di vinili e musicassette

Sapevo della passione di molti ad ascoltare la musica per il tramite di tecnologie ormai superate. Qui s’intende il disco in vinile, da ascoltare tramite un piatto ed una puntina, e la musicassetta da ascoltare tramite un “mangiacassette”.

Ovvero tecnologie che parevano superate da oltre trenta anni, da quando, cioè, furono introdotti nel mercato i “compact disc” da ascoltare tramite gli appositi “lettori”.

Tutt’altra storia: un suono al limite della perfezione, un minutaggio decuplicato rispetto anche ai celebri “long playing” e alle cassette da 90 minuti, facilità di trasporto e, dopo pochissimi anni, anche un’economia non trascurabile nell’acquisto del supporto e del disco. Non solo. La tecnologia, che viaggia e progredisce a velocità irraggiungibile, dopo pochi anni ha messo in circolazione quello che al momento è lo strumento migliore: i file in mp3 e poi in mp4 che, nei pochi grammi di una pendrive permette di “scaricare” decine e decine di ore di musica, e sempre a livelli elevatissimi, con in più la possibilità di scegliere se la riproduzione dovrà essere casuale, lineare, con un display che permetterà di leggere nome del musicista, titolo del brano, durata del brano.

Qualche anno fa, circa venti, è però iniziato un originale fenomeno di “reflusso”: alcuni appassionati rispolverarono piatti e puntine (possibilmente di “alta fedeltà”) e ripresero a far girare dalle loro fornite discoteche i celeberrimi 33 giri con arie liriche, assoli di chitarre heavy metal, trombettate di Miles Davis, bosa nova a tinchitè.

Una moda, si dirà. Certamente, seppur ristretta a chi possedeva già un Bang & Olufsen e non ha mai smesso di ascoltare anche i vinili, insieme ai CD prima e agli MP4 successivamente.

Ma adesso scopro che la moda di vinili e musicassette si è presa spazio, e financo giovani nati moltissimi anni dopo l’introduzione dell’mp4 usano regalare ai coetanei vinili e musicassette.

Mi sono chiesto: come faranno ad ascoltare la musica del vinile avuto in regalo? Ovviamente non hanno uno stereo con piatto e puntina. E nemmeno il mangiacassette.

Domanda legittima. E però mi sbagliavo, non ho, cioè, fatto i conti con l’efficacia, l’efficienza, la velocità delle case costruttrici che intercettano le mode e provvedono. L’ho capito giorni fa, quando ho fatto un giro tra gli scaffali di un noto rivenditore di tecnologia. Ho avuto la risposta alla mia domanda: i ragazzi (ma immagino anche quelli che lo sono stati) comprano i giradischi e i lettori di cd. Belli, compatti, leggeri, nemmeno cari. Un’ampia scelta.

A questo punto, legittimamente, sorge un’altra domanda. Tipica di un anziano sclerotico come io sono: ma non è che questa moda, all’apparenza assurda, sia stata artatamente sviluppata e diffusa dalle case costruttrici di impianti per l’ascolto della musica? Del resto, se sono così bravi a creare una moda, saranno altrettanto bravi a capire che è e non può non essere una moda passeggera. Perché il ragazzo che ha ricevuto in regalo per i suoi diciotto anni un disco in vinile sorriderà e ringrazierà al momento, magari ascolterà un paio di volte i Pink Floyd o Renato Zero per poi inforcare gli auricolari bluetooth e collegarsi a Spotify per due ore di musica limpida, pulita, diretta e soprattutto, è il caso ricordarlo, assolutamente gratuita.


Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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