Pubblicato il 30 Settembre 2024 | di Alessandro Bongiorno
075 anni e una storia con molte pagine ancora da scrivere
Dal 1950 al 2024: la Diocesi di Ragusa sta scrivendo il suo 75esimo anniversario di missione evangelizzatrice e lo celebra con il Giubileo straordinario indetto dal vescovo monsignor Giuseppe La Placa. La storia di questa giovanissima Chiesa è recente ma già annovera limpidi esempi di santità. Forse proprio per la sua giovane età è stata sempre aperta, sin dagli anni del Concilio Vaticano II che videro tra i suoi protagonisti monsignor Francesco Pennisi, alle novità. Gli impulsi di una nuova evangelizzazione, dell’attenzione alle povertà storiche ed emergenti sono stati sempre presenti negli insegnamenti dei vescovi che si sono succeduti, nei sacerdoti che hanno animato le parrocchie, nei laici che non si sono sottratti alle loro responsabilità. Proprio questo anniversario può essere l’occasione per riscoprire tante figure e per riprendere quello slancio e quell’entusiasmo nell’annunciare il Vangelo che il Papa chiede, anche attraverso il Sinodo, alla Chiesa universale.
Le origini.
La Diocesi di Ragusa fu eretta il 6 maggio del 1950 con la bolla pontificia “Ad dominicum gregem”di Pio XII. In quel momento nasceva la Diocesi di Ragusa anche se ancora suffraganea dell’Archidiocesi di Siracusa e ad essa unita anche nella persona del vescovo monsignor Ettore Baranzini, cui venne affiancato come vescovo ausiliare, con incarico di vicario generale ed obbligo di residenza a Ragusa, monsignor Francesco Pennisi. Per Ragusa fu una grande festa, il compimento di una aspirazione coltivata da tempo dal clero e dai fedeli e di un genuino movimento popolare. Decisivo fu l’apporto del parroco della chiesa di San Giovanni Battista, monsignor Carmelo Canzonieri, poi divenuto vescovo ausiliare di Messina e vescovo di Caltagirone, ma al risultato contribuirono anche i buoni uffici dei Carmelitani scalzi che riuscirono a portare le sollecitazioni dei ragusani al cardinale Adeodato Giovanni Piazza, carmelitano anch’egli e componente della Sacra congregazione Concistoriale. Alle esigenze di culto e spirituali si aggiungevano anche istanze di diversa natura, come ad esempio l’impiego dell’eredità lasciata all’erigenda diocesi dal sacerdote Vincenzo Sozzi e le donazioni raccolte tra i ragusani, tra cui quella della marchesa Carlotta Schininà che mise a disposizione del parroco della chiesa di San Giovanni Battista il palazzo di famiglia che ancora oggi è la sede del Vescovado e degli uffici della Curia. Ma anche il sacerdote Giovanni Cascone e monsignor Giovanni Jacono, figlio di Ragusa e all’epoca vescovo di Caltanissetta, si spesero per esaudire il desiderio dei fedeli ragusani. Dopo la pubblicazione della bolla di Pio XII, il 18 maggio 1950 l’arcivescovo di Siracusa monsignor Ettore Baranzini, accolto dallo scampanio di tutte le chiese, potè annunciare la nascita della Diocesi di Ragusa. San Giovanni divenne la cattedrale. Il 9 settembre 1950, il cardinale Ernesto Ruffini, arcivescovo di Palermo, in qualità di legato del Papa, dava esecuzione alla bolla pontificia immettendo il nuovo vescovo Baranzini nel possesso della sua nuova Diocesi. Un risultato ancora parziale che lasciò, infatti, strascichi di malcontento sia nella Curia di Siracusa, che perdeva uno dei suoi polmoni spirituali e vocazionali, e che continuava ad accentrare la maggior parte delle decisioni, sia tra i fedeli ragusani che già si erano legati a monsignor Francesco Pennisi e che intendevano vivere con maggiore autonomia il proprio essere Chiesa. La Diocesi di Ragusa dovette attendere il primo ottobre 1955 per divenire del tutto autonoma da Siracusa. Papa Pio XII, con la bolla “Quamquam est” separava infatti definitivamente la Diocesi di Ragusa dall’archidiocesi di Siracusa e nominava vescovo monsignor Francesco Pennisi.
I vescovi.
Fu proprio monsignor Pennisi a porre le fondamenta della Diocesi e incanalare il grande fermento di quegli anni, prodigandosi in una grande opera di evangelizzazione cui non fu estraneo neanche l’utilizzo di strumenti nuovi come le commedie in dialetto scritte dallo stesso vescovo. Il cammino fu scandito anche dalla nascita del Capitolo della cattedrale (1951) e del Seminario vescovile (1952), dalla celebrazione del Congresso Eucaristico Diocesano (settembre 1961), dall’istituzione di 30 nuove parrocchie nei quartieri di espansione delle città, dall’istituzione del Consiglio pastorale diocesano, dall’apertura dei processi di beatificazione di suor Maria Schininà e Madre Candida dell’Eucarestia. Fu sua cura creare le indispensabili infrastrutture per un buon funzionamento della Diocesi tra cui la costruzione ex novo del Seminario Diocesano che considerava il vivaio della diocesi e per il quale profuse grande attenzione. Per realizzare tutto ciò chiese e ottenne in Diocesi anche la presenza dei Padri Salesiani, dei Padri Gesuiti, dei Frati minori Conventuali, dei Padri dottrinari, e di altri religiosi e religiose che arricchirono la diocesi di nuove forze ed esperienze.
A monsignor Francesco Pennisi il 18 marzo 1974 subentrò monsignor Angelo Rizzo il cui episcopato si protrarrà per ben 28 anni. Una recente pubblicazione lo ricorda come «padre e pastore dal cuore grande». Furono gli anni dell’attuazione del Concilio e monsignor Rizzo, che ebbe in padre Carmelo Tidona un fidato vicario, valorizzò molto il laicato. Rinnovò le strutture della diocesi, istituì il Consiglio Caritas, il Centro di Cultura S. Biagio; favorì il Gemellaggio fra le Chiese di Ragusa e quella di Dubrovnik-Ragusa (Croazia), istituì l’Istituto Teologico Ibleo San Giovanni Battista, indisse 17 Assemblee diocesane unitarie di Pastorale. Mostrò grande attenzione per le nuove povertà, trasformando la Diocesi in un aeroporto della speranza: le comunità Incontro per il recupero dei giovani afflitti dalla piaga della droga, la Centro di pronta accoglienza di contrada Nunziata, l’accoglienza dei kossovari nei locali dell’ex base Nato. Nella Pentecoste del 1998 indisse il primo e sinora unico Sinodo Diocesano della Chiesa di Ragusa. Costituì 17 nuove parrocchie, tre nuovi Santuari Mariani diocesani, aprì le porte della Caritas diocesana al servizio civile degli obiettori di coscienza. Una cura particolare riservò al Seminario Vescovile con l’ordinazione di 41 sacerdoti tra i quali l’attuale vescovo di Caltanissetta, monsignor Mario Russotto, e l’attuale nunzio apostolico in Brasile, monsignor Giambattista Diquattro.
Il 16 febbraio 2002 gli successe monsignor Paolo Urso che guiderà la Diocesi di Ragusa sino al novembre 2015 come «pastore, fratello e amico». Da tutti è ricordato come un vescovo che ha saputo farsi amico di tutti, il vescovo del sorriso. Ma è stato anche un vescovo che ha saputo coniugare il Vangelo con la carità, dando anche impulso a una nuova stagione di partecipazione e impegno sociale, anticipando di almeno 10 anni l’entusiasmo e le speranze suscitate dall’esempio e dal magistero di Papa Francesco. Rientrano in questo ambito l’aver ospitato la Marcia nazionale per la pace, che non a caso è partita dall’ex base Nato di Comiso quasi a voler sanare vecchie ferite createsi anche all’interno della comunità ecclesiale con la benedizione di una chiesa all’interno del recinto che ospitava le testate nucleari Cruise; la nascita del “Ristoro San Francesco” e di altre strutture a sostegno di chi più vive l’emarginazione e il disagio; la creazione di una scuola di cucina nei locali dell’ex convento dei Cappuccini e l’avvio del progetto Policoro per intercettare la necessità di lavoro tra le nuove generazioni. Ha vissuto in maniera sobria, riuscendo a creare canali di dialogo veri e autentici con chiunque bussasse alla sua porta. Non ha fatto sconti alla dottrina pur parlando in maniera concisa, semplice ed efficace al cuore e alla mente di ognuno. Questa schiettezza lo ha, talvolta, portato alla ribalta nazionale con posizioni allora ritenute eccessive per un vescovo e che oggi invece sono quotidiane nel dibattito interno alla Chiesa. Al suo arrivo a Ragusa, ha trovato un laicato maturo e pronto ad assumersi le proprie responsabilità e monsignor Urso non ha esitato a scommettere, anche al vertice di uffici importanti, su laici preparati, anche giovani, capaci di dare impulso e vitalità, con la spiritualità del quotidiano, alla Chiesa e alla società. È toccato a lui celebrare i 50 anni di fondazione della Diocesi. Una data che ha fatto uscire dagli archivi, celebrando proprio il 6 maggio le ordinazioni sacerdotali. E sono tanti i sacerdoti che proprio in questo giorno celebrano per questo l’anniversario della loro ordinazione.
Dal 28 novembre 2015 al 28 dicembre 2020 la Diocesi di Ragusa ha avuto come guida monsignor Carmelo Cuttitta. Un episcopato breve, interrotto da motivi di salute che lo hanno costretto alle dimissioni, ma che ha lasciato una traccia comunque non trascurabile nella storia della Chiesa ragusana. Monsignor Cuttitta ha mostrato in particolare grande attenzione per le vocazioni e la formazione dei seminaristi e dei sacerdoti. È stato il motore discreto della vita della comunità ecclesiale, usando le parole con parsimonia ed evitando gesti che potessero suscitare clamore. In questi cinque anni di presenza a Ragusa ha incoraggiato il modello di “Chiesa in uscita” ispirato da Papa Francesco. Con la stessa cura e il medesimo zelo pastorale ha allargato i confini dell’azione caritativa che è letteralmente esplosa durante i mesi del lockdown e del Covid. Monsignor Cuttitta è stato il vescovo che ha spalancato le porte della Chiesa iblea durante il Giubileo della Misericordia, iniziando un percorso che lo ha visto camminare a fianco dei fedeli laici, dei confratelli sacerdoti, dei religiosi e delle religiose, di tutti i consacrati.
Dal 16 luglio 2021 la Chiesa di Ragusa cammina sulle orme di monsignor Giuseppe La Placa che, fedele al suo motto sta plasmando la Diocesi con la semplicità del cuore, ma anche con insegnamenti che intendono dare attuazione allo spirito del Sinodo che si sta celebrando proprio in questi anni. Ha indetto e avviato la visita pastorale trovando ovunque un’accoglienza calorosa e una Chiesa che, dopo gli anni segnati dalla pandemia, intende ritrovare i motivi del ritrovarsi attorno all’altare. In questi anni ha istituito il Tribunale ecclesiastico diocesano, indirizzato tre lettere pastorali al clero e ai fedeli, rinnovato le linee guida per il diaconato permanente, e posto in essere una serie di realizzazioni destinate a segnare la vita futura della Diocesi di Ragusa.
Non solo monsignor Canzonieri.
Dopo monsignor Canzonieri, che fu ausiliare a Messina (dal 1957 al 1963) e vescovo a Caltagirone (dal 1963 al 1983), altri sacerdoti della Diocesi di Ragusa sono stati chiamati al ministero episcopale. Ricordiamo il venerabile monsignor Giovanni Jacono che fu vescovo di Molfetta (dal 1918 al 1921) e Caltanissetta (dal 1921 al 1956); monsignor Sebastiano Rosso, originario di Chiaramonte Gulfi, che fu vescovo di Piazza Armerina (dal 1971 al 1986); monsignor Carmelo Ferraro, originario di Santa Croce Camerina, che fu vescovo di Patti (dal 1978 al 1988) e di Agrigento (dal 1988 al 2008) e che ebbe il raro privilegio di accogliere due volte il santo Papa Giovanni Paolo II a Tindari e ad Agrigento; il vittoriese monsignor Mario Russotto che dal 2003 guida la Diocesi di Caltanissetta; il ragusano monsignor Giambattista Diquattro, dal 2020 nunzio apostolico in Brasile, dopo aver svolto analogo servizio in India e Nepal (2017), a Panama (dal 2005) e Bolivia (dal 2008). Tra i vescovi ragusani, l’archivio diocesano ha traccia anche di monsignor Ascenzio Gurrieri, primo parroco di San Giovanni Battista, nominato vescovo nel 1635 da Urbano VI.
Terra intrisa di santità. Le strade della Chiesa di Ragusa sono state percorse o si sono incrociate con storie di santità. Era il 4 novembre 1990 quando centinaia di fedeli ragusani, riuniti in piazza San Pietro, salutarono la beatificazione, presieduta dal Papa san Giovanni Paolo II, di suor Maria Schininà, fondatrice dell’istituto del Sacro Cuore. Il 21 marzo del 2004, altre scene di giubilo accompagnarono, sempre in piazza San Pietro, la beatificazione della carmelitana Madre Candida dell’Eucaristia. Di origini ragusane anche San Giuseppe Maria Tomasi che, vissuto a cavallo tra il 1600 e il 1700, è stato elevato agli onori degli altari da San Giovanni Paolo II il 12 ottobre del 1986. Più recentemente, l’8 novembre 2018, monsignor Giovanni Jacono è stato proclamato venerabile da Papa Francesco.
Gli eventi straordinari.
La storia della Diocesi di Ragusa può essere letta attraverso la filigrana di eventi di straordinaria portata. Tra questi le due visite di Madre Teresa datate 23 maggio 1979 e 27 ottobre 1982 che varcò la porta della casa delle Missionarie della Carità di contrada Nunziata e incontrò alcune scolaresche. Madre Teresa volle mantenere l’impegno assunto con alcuni suoi collaboratori e con Concetta Scribano. Arrivò in pullman da Palermo e quelle giornate, i suoi passi lenti, la sua voce flebile, il suo contatto con la gente di Ragusa sono scolpite nella memoria di chi ebbe l’opportunità di incontrarla e nella storia della Diocesi.
Tanti i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i laici
che hanno vissuto la loro consacrazione anche al servizio di questa Chiesa con grande zelo e lasciando segni intrisi di santità. Citarne alcuni non vuol dire far torto ad altri. In questo momento ci piace però ricordare padre Giovanni Tumino, missionario saveriano, tragicamente scomparso sui cieli d’Africa mentre su un piccolo aereo, il 5 ottobre 1996, ritornava nella sua sede di missione in Congo dopo essere stato in uno sperduto villaggio di quell’immenso paese; il dottor Antonio Salafia che per 42 anni ha vissuto in India, curando le piaghe dei lebbrosi e dei più poveri tra i poveri; don Salvatore Tumino che ha vissuto con un entusiasmo non comune la missione dell’evangelizzazione portando la Parola di Dio e il buon umore anche a chi da tempo viveva con poca attenzione le promesse battesimali.
Una storia che ha ancora molte pagine da scrivere.
«Fai bei sogni, Chiesa di Ragusa, che il Signore li esaudirà»: con queste parole in cattedrale, monsignor Paolo Urso concluse la solenne concelebrazione in occasione del ventesimo anniversario della sua ordinazione episcopale. E, anche in occasione dei suoi 75 anni, la Chiesa di Ragusa vuole continuare ad affidare al Signore i suoi progetti e i suoi bei sogni.