Società

Pubblicato il 3 Ottobre 2024 | di Alessandro Bongiorno

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Risposte etiche a domande aperte

Fare chiarezza, con un linguaggio comprensibile a tutti, sui temi delicati del fine vita, facendo presenti le implicazioni di carattere religioso ed etico. Questa la finalità che ha spinto la Pontificia Accademia per la Vita a pubblicare un Piccolo lessico del fine vita, attraverso una serie di voci esplicative e di approfondimento, rigorose concettualmente e aggiornate scientificamente: cure palliative, eutanasia, sedazione profonda, nutrizione e idratazione artificiale, proporzionalità dei trattamenti, disposizioni anticipate di trattamento, cremazione alcune delle voci prese in considerazione. Il linguaggio usato, comprensibile anche ai non addetti ai lavori, mira a far utilizzare in modo corretto termini spesso difficili da interpretare e che possono innescare fraintendimenti che non aiutano.

Una frase («La Chiesa invita a riflettere su quanto l’accanimento terapeutico non sia espressione di una medicina a favore del malato») pronunciata dal presidente della Pontificia Accademia, monsignor Vincenzo Paglia, ha lasciato ipotizzare a delle aperture da parte della Chiesa. In realtà si tratta di considerazioni presenti da decenni nei magisteri dei Papi e della Chiesa. C’è invece, questa sì, piena disponibilità a un confronto con chi è chiamato ad esercitare la responsabilità politica. «Su questi temi – ha spiegato monsignor Paglia – è necessario raggiungere il più alto consenso comune possibile, tenendo conto delle sensibilità religiose: alla Chiesa spetta formare le coscienze, non le leggi». A ben vedere, comunque, anche questa disponibilità al confronto c’è sempre stata, tenendo presenti e distinti i compiti e le competenze di ognuno.

Nelle 88 pagine edite dalla Lev, si può così trovare l’assoluta contrarietà al suicidio assistito e all’eutanasia; la difesa del diritto alla vita, soprattutto per i più deboli; una necessaria valutazione dei trattamenti non proporzionati; maggior cura dei malati; la collaborazione, come detto, tra Chiesa e politica sui temi del fine vita.

Monsignor Paglia ha voluto chiarire come l’iniziativa ribadisca una «ferma opposizione a eutanasia e suicidio assistito, come del resto all’accanimento terapeutico», in quanto c’è una soglia dopo la quale i trattamenti medici non possono interrompere il decorso fatale e diventa rilevante il criterio di proporzionalità. L’accanimento terapeutico, dice tornando su uno dei temi che più ha richiamato l’attenzione, non è «espressione di cure davvero a favore della persona malata, perché la morte è una dimensione inevitabile della vita e non bisogna non solo accorciare la durata dell’esistenza, ma nemmeno ostinarsi a ostacolare il suo corso. In una società, è fondamentale individuare un punto di mediazione accettabile, che riguardi la ricerca del bene maggiore delle persone in quelle difficili situazioni in cui si trovano a vivere. Non è semplice, ma è l’unica strada da percorrere trattando un tema delicato come il fine vita».

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Autore

Giornalista, redattore della Gazzetta del Sud e condirettore di Insieme. Già presidente del gruppo Fuci di Ragusa, è laureato in Scienze politiche.



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