Pubblicato il 16 Ottobre 2024 | di Redazione
0«Sperare e agire? Sì, insieme»
«Spera e agisci con il Creato» è il titolo del messaggio di Papa Francesco per la Giornata di preghiera per la Custodia del Creato che ha dato il titolo anche all’iniziativa dell’Ufficio diocesano per i Problemi Sociali ed il Lavoro: un appuntamento che si rinnova ogni anno per testimoniare la riflessione e l’impegno della comunità ecclesiale verso il tema della salvaguardia della nostra casa comune.
Quest’anno a ospitare l’iniziativa (che di volta in volta cambia sede al fine di coinvolgere e rendere partecipi tutti gli abitanti della comunità e valorizzare la varietà dei luoghi e della bellezza del nostro patrimonio locale) è stata Santa Croce Camerina. Coinvolta attivamente anche l’amministrazione comunale che con interesse ha seguito i lavori della giornata.
La giornata ha preso avvio con la santa messa presieduta dal vescovo monsignor Giuseppe La Placa. «La felicità dell’uomo sta nel ritrovare un equilibrio tra la dimensione dell’amore verso i fratelli, la natura e Dio». Il vescovo ci ha ricordato come la vera sapienza sta nel riuscire a contemplare la bellezza del Creato come riflesso della bellezza di Dio. È compito di ogni cristiano essere in grado di riconoscere tale bellezza e di restituire l’amore e la gratitudine verso Dio attraverso le opere concrete nei confronti della natura e dei fratelli e delle sorelle.
Il direttore Renato Meli, nel suo intervento, ha avuto modo di richiamare tutti i presenti al senso ed al significato della giornata. «Sperare e Agire sono due atteggiamenti che riguardano il cristiano, ma che sarebbe un errore percepire ed intendere come dimensioni slegate tra di loro. Al contrario, invece, la speranza cristiana si alimenta e si sviluppa attraverso azioni concrete di cura e attenzione nei confronti della natura e dei fratelli e delle sorelle. Allo stesso modo i comportamenti di ciascuno debbono essere orientati e sostenuti dalla speranza di realizzare frutti di bene e di pace per tutti».
Le attività sono proseguite con un’azione di reportage di comunità, un percorso guidato tra le vie del paese per imparare ad allenare lo sguardo ed il senso critico di ciascuno nei confronti della propria realtà e dei propri bisogni.
Ci accorgiamo della bellezza che ci circonda? Siamo in grado di riconoscerla nei nostri luoghi di vita? Allo stesso modo siamo attenti ad osservare, criticamente, la nostra città, a rilevarne i bisogni, le ferite, le criticità? L’esercizio che si è provato a condurre è stato proprio quello di porre attenzione e di fotografare, per segnalare, tutto ciò che nelle strade, nelle piazze, nei nostri luoghi comuni, richiede interventi di cura, di ripristino, di recupero. Un esercizio per abituarci a svolgere il nostro ruolo di cittadini attivi e responsabili delle nostre comunità. La passeggiata si è conclusa nel salone parrocchiale dove si è condiviso il momento del pranzo. Si tratta di un’occasione importante, di amicizia, di condivisione e relazione. La giornata per la Custodia del Creato ci stimola ad un impegno, infatti, che non è individuale, bensì sociale e collettivo. La cura del Creato passa innanzitutto per la cura del fratello e della sorella e delle relazioni e dell’amicizia che ci legano gli uni agli altri.
Dopo il pranzo l’attività si è conclusa presso il largo Fontana, dove è stato piantato un albero di ulivo, l’albero della Pace. Un simbolo di pace ma anche un dono di una pianta viva della quale prendersi cura insieme all’intera comunità, ecclesiale e civile. Il direttore ha invitato e stimolato a due impegni particolari per ciascuno e ciascuna di noi: quello di rivolgere, ogni qualvolta si passi nelle vicinanze della zona dove si trova l’albero, una preghiera per la pace e quello di individuare una pratica concreta personale di salvaguardia e cura per il creato e per le creature più indifese. Questi due impegni saranno impressi in una targa che verrà appositamente installata nell’area comunale e verranno scritti in italiano, inglese ed arabo, proprio per rinnovare la necessità di un impegno comune a tutta la realtà cittadina, incluse le comunità straniere residenti.
Sperare in un futuro migliore è possibile se cominciamo a posare lo sguardo su chi soffre, se ci uniamo insieme come fratelli e sorelle e se ci impegniamo concretamente in azioni di cura condivisa.
Fabrizio Iacono
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A largo Fontana
messo a dimora
l’albero della Pace
con una scritta
in tre lingue
per richiamare
l’impegno comune
dell’intera cittadina
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