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Pubblicato il 20 Ottobre 2024 | di Redazione

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La famiglia al centro e al cuore della cura pastorale

In questo nuovo anno pastorale l’Ufficio di Pastorale Familiare vuole incarnare nella sua azione pastorale l’ideale apostolico promosso dall’esempio di Aquila e Priscilla, che annunciano il Vangelo da laici – in comunione con i Pastori – per la salvezza del mondo. È con gratitudine che noi oggi possiamo guardare a questi sposi, Aquila e Priscilla, perché essi hanno proprio saputo aprire le porte di casa, essere pellegrini e non chiudersi nel loro quieto vivere. In loro noi contempliamo come l’amore umano trovi compimento e pienezza nel Signore. In quest’ottica l’Ufficio di Pastorale Familiare vuole annoverarli come sposi santi a cui affidare le intenzioni per le nostre famiglie della diocesi affinché siano sempre animate dallo stesso coraggio di annunciare il Vangelo e viverlo giorno per giorno fra gli uomini nel mondo. Con questo augurio l’Ufficio di Pastorale familiare si impegna a sostenere il mandato, che voi parroci rinnoverete ai referenti parrocchiali di rete per la pastorale familiare e ai tanti animatori dei percorsi dei fidanzati, attraverso il percorso formativo “Sulle orme di Aquila e Priscilla”, i quali ci ricordano che, grazie alla fede e all’impegno nell’evangelizzazione di tanti laici come loro, il cristianesimo è giunto fino a noi. I due coniugi verranno presentati come «modelli di una vita coniugale responsabilmente impegnata a servizio di tutta la comunità cristiana», come “sunergoi”, nella definizione di Paolo, secondo il quale Aquila e Priscilla sono “collaboratori” in Cristo, colavoratori insieme a lui stesso.

I laici, le famiglie non sono solo esecutori e nemmeno solo collaboratori, ma sunergoi, colavoratori. Questa consapevolezza deve guidare il nostro agire nella pastorale: non si possono pensare le azioni pastorali senza una continua interazione con i sacerdoti e con il Vescovo. Tutto quello che operiamo va fatto sempre in continua sinergia e comunione. Inoltre va ribadita anche la “ministerialità” o diakonia dei collaboratori: nonostante che Paolo fosse cosciente e geloso della sua autorità apostolica nell’opera missionaria, tuttavia egli riconosce la maturità dei suoi collaboratori e la loro capacità di autonomia. Per questo non si colloca mai al di sopra di essi, ma sempre accanto a loro. Egli non cercava mai di legarli a sé o di degradarli a docili esecutori nelle sue imprese apostoliche.

In sintesi e in altre parole l’indicazione dell’Ufficio di Pastorale familiare è chiara: gli sposi cristiani, nella formazione dei fidanzati, nell’accompagnamento dei giovani sposi, nella preparazione al battesimo, non sono chiamati ad affiancare il sacerdote, limitandosi a fare una breve testimonianza di vita vissuta, se crediamo fino in fondo alla missionarietà sponsale della coppia e del presbitero e se vogliamo assumerci fino in fondo questa corresponsabilità, senza bloccare una storia che da Paolo e Aquila e Priscilla giunge oggi fino a noi. Fare pastorale con la famiglia obbliga, coppia e presbitero, ad un radicale cambiamento di prospettiva e richiede un’autentica conversione. E questo può avvenire solo se si parte dalla riscoperta del fondamento teologico della complementarietà tra il sacramento dell’ordine e quello matrimonio, che sono pari per dignità. Alla luce di questa consapevolezza, saranno promosse tutte le altre azioni che l’Ufficio di Pastorale familiare si propone di portare avanti quest’anno, con l’intento ultimo di far vivere a tante famiglie della nostra diocesi il prossimo Giubileo nazionale delle Famiglie a Roma. Nello specifico l’ufficio di Pastorale familiare si propone di consolidare le collaborazioni con l’ufficio vocazionale e la pastorale giovanile, in continuità con lo scorso anno, nell’azione comune di formare i giovani dell’Equipe di Animatema di Famiglia e di «accompagnare i giovani alla scoperta della loro vocazione con una proposta che sappia motivare la bellezza dell’insegnamento evangelico sull’amore e sulla sessualità umana, contrastando il diffuso analfabetismo affettivo» (Cei, Educare alla vita buona del Vangelo, n.54). A tal proposito, un gruppo di coppie dell’equipe dell’Ufficio famiglia si formeranno alla scuola del modello internazionale UP2me, promosso in tutto il mondo dal movimento dei focolari come progetto educativo integrale per la formazione ad una sessualità e affettività armonica. L’auspicio è quello di far nascere una commissione che si occupi di studiare e approfondire il fenomeno “gender e identità fluide” dilagante tra i nostri ragazzi, nonché di promuovere percorsi di educazione all’affettività in chiave vocazionale e nell’ottica di una preparazione remota al matrimonio, ora nei gruppi giovanili parrocchiali, ora nelle scuole, ora nei percorsi di iniziazione cristiana, coinvolgendo anche i genitori, con la modalità della catechesi familiare e in collaborazione con l’ufficio catechistico Diocesano, nella consapevolezza che la famiglia educa i bambini alla fede e all’amore.

Nell’intento di aiutare le famiglie nel loro compito educativo, l’ufficio di Pastorale familiare invita i sacerdoti a stimolare gli operatori pastorali delle parrocchie ad aderire alla seconda edizione del laboratorio regionale di Pastorale familiare della Cesi: tali percorsi di formazione per il ben-essere della famiglia vogliono promuovere la nascita del tutor di comunità, figura che si pone come punto di riferimento per le famiglie che hanno bisogno di ascolto e supporto nelle varie fasi della loro vita e, particolarmente, in quelle più difficili. Il tutor, con le proprie competenze relazionali e organizzative, si occuperà di costruire dei legami sia fisici che digitali tra le famiglie del territorio, favorendo la ricerca di un benessere nella famiglia e tra le famiglie dello stesso ambiente. Questa è una occasione formativa che potrebbe aiutare nello specifico gli animatori dei fidanzati delle parrocchie ad acquisire nuovi strumenti per accompagnare i fidanzati e i conviventi in preparazione al matrimonio, nonché aiutare le coppie referenti parrocchiali per la pastorale familiare ad acquisire nuove prassi pastorali e nuove consapevolezze per accompagnare le coppie della parrocchia nei primi anni di matrimonio e  accogliere chi vive l’omosessualità di un figlio, una separazione o una nuova unione.

Questa attenzione alle fragilità familiari verrà garantita dall’Ufficio di Pastorale familiare anche attraverso il servizio di “primo ascolto” delle coppie che si rivolgono al nostro tribunale ecclesiastico diocesano per le cause di nullità matrimoniali. In collaborazione con i consultori familiari di ispirazione cristiana, l’ufficio di Pastorale familiare, si propone di offrire, attraverso dei consulenti familiari formati, un servizio di prossimità che accompagni con premura e estrema delicatezza coloro che vivono l’esperienza di un amore smarrito per poter mostrare loro il volto di una Chiesa madre e maestra. Nell’ottica invece di promuovere la fecondità dell’amore, la generatività e la cultura della vita l’Ufficio di Pastorale Familiare si propone di consolidare la rete avviata lo scorso anno con le “Famiglie per l’accoglienza”, presenti nel nostro territorio e disponibili a sensibilizzare al tema dell’adozione, affido, ospitalità, cura degli anziani e dei disabili, anche attraverso degli incontri parrocchiali, e ad accompagnare altre famiglie nell’esperienza dell’accoglienza familiare.

Queste iniziative e buoni propositi sono stati affidati a Maria il 20 ottobre, durante il pellegrinaggio delle famiglie di Metropolia.

 

Delizia e Nicandro Prete
con don Tonino Puglisi

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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