Cultura

Pubblicato il 9 Novembre 2024 | di Saro Distefano

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Il Certamen alla terza edizione

Arrivato alla sua terza edizione, il Certamen voluto dalla Diocesi di Ragusa per tramite della Biblioteca diocesana si da un tema che, pur rimanendo nel solco del pensiero di Sant’Agostino, affronta la attualità guardando ad un tema preoccupante: le guerre.

La gara – perché questo è in fondo il Certamen (dal verbo latino certare, italianamente tradotto in gareggiare) – tra studenti delle scuole superiori della provincia di Ragusa, ha ormai una sua consolidata tradizione, confermata dal crescente numero di partecipanti. Per l’edizione 2024, infatti, padre Giuseppe Di Corrado, responsabile della Biblioteca Diocesana “Monsignor Pennisi” che operativamente organizza il Certamen con la collaborazione del professor Gianluca Vindigni, latinista, ha voluto allargare il campo degli studenti che volessero partecipare. Non saranno solo quelli dei licei dei comuni che fanno parte della Diocesi iblea, ma di tutti i dodici comuni della Provincia di Ragusa.

L’appuntamento per i ragazzi è alle 8.45 di martedì 10 dicembre. Il tema, ovvero la traduzione alla quale sono chiamati gli studenti, è “La pace e le guerre nel tracciato del pensiero di Agostino”. A questo appuntamento, che come sempre si terrà nella “Sala Fondo Antico” della Biblioteca Diocesana in via Roma a Ragusa, seguirà poi un momento più ampio, ovvero la premiazione dei vincitori del Certamen. In questo caso l’appuntamento è per le ore 17 di sabato 14 dicembre presso il Saloncino del Vescovado a Ragusa. Oltre al sempre toccante e partecipato momento della vera e propria premiazione dei ragazzi che hanno tradotto meglio i testi di Agostino, il programma prevede il saluto di monsignor Giuseppe La Placa, vescovo di Ragusa, e a seguire la conferenza del reverendo dottor Emanuele Di Santo, docente di Patristica presso l’Istituto Teologico San Tommaso di Messina.

È assai importante organizzare un evento di questo tipo. Il Certamen Augustinianum Ragusiense è infatti rivolto ai giovani studenti, ma traendo pur sempre dalla sapienza e dal fascino intatto del pensiero di un gigante della civiltà occidentale, quell’Agostino che non finisce mai di stupire nelle sue riflessioni. E a chi si chiedesse quale l’utilità di uno sforzo organizzativo che coinvolge numerose persone, è facile replicare scegliendo tra quante possibili risposte, tutte valide: stimolare l’impegno e lo studio di ragazzi che tra pochissimi anni saranno chiamati a studi accademici, creare un doppio momento (la gara prima e la premiazione dopo) di confronto e di conoscenza tra pari (valore questo di importanza notevolissima), e infine, ma certo non per ultimo, creare le condizioni per riflettere su pensieri partoriti 1.600 anni fa da una mente brillantissima, di un africano che visse buona parte della sua vita in maniera dissoluta per poi approdare alle più alte vette della filosofia. Agostino, ancora oggi e anche per i diciottenni del 2024, rappresenta un modello, una importantissima fonte teorica alla quale abbeverare le menti fresche e pronte dei nostri ragazzi.

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Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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