Pubblicato il 28 Novembre 2024 | di Redazione
0Comiso e l’integrazione possibile
L’Accoglienza Casmenea è un progetto gestito dalla Fondazione San Giovanni Battista di Ragusa, insieme al Comune di Comiso. Lo scopo è accogliere rifugiati politici e richiedenti asilo, provenienti da varie parti del mondo (Africa e Asia) per realizzare una piena integrazione che li conduca a costruirsi un futuro migliore.
Renato Meli, presidente e legale rappresentante della Fondazione San Giovanni Battista, ci ha parlato di questo progetto che offre speranza a tanti giovani uomini vittime di violenze e persecuzioni nelle loro terre d’origine.
«Questo è un centro d’accoglienza per persone immigrate richiedenti asilo, di secondo livello (denominato Sai). Ci sono 36 posti letto e vengono ospitate persone di tutte le nazionalità, affidateci dal servizio centrale che ha sede a Roma. Si tratta di un progetto d’interesse del Comune che ha attivato un bando europeo. Ospitalità di secondo livello vuol dire che qui le persone arrivano e si procede con una serie di attività attraverso un’equipe composta da un coordinatore, un assistente sociale, un mediatore, uno psicologo. Si fanno scuola, perché i ragazzi devono imparare la lingua, e una serie di attività, per favorire l’integrazione nel contesto sociale, in attesa dei documenti necessari. L’integrazione prevede, sostanzialmente, due cose: una casa e un lavoro stabile. Per averle, occorre prepararli alla conoscenza della cultura locale e delle regole sociali, allo svolgimento di tutte le attività che servono a chi arriva da fuori. È predisposto, anche, un supporto psicologico. La scuola serale, che si propone di far conseguire a ciascuno un titolo di studio, può essere seguita sia all’esterno che all’interno del Centro perché anche qui ci sono insegnanti di lingua L2 e di lingua per stranieri. L’assistente sociale cura le questioni generali che riguardano gli ospiti, che, una volta ottenuti i documenti richiesti ed avendo trovato lavoro, possono ambire ad una casa in affitto, il tutto finalizzato all’integrazione completa. Come previsto dalla normativa, noi paghiamo sei mesi di affitto anticipato, dopodiché, non saranno più controllati, ma, come è già accaduto, continuano a mantenere buoni rapporti con noi. In attesa dei documenti vivono qui e fruiscono anche di un’assistenza sanitaria. Questo di Comiso è un luogo speciale perché abbiamo preso in affitto un condominio con degli appartamenti, quindi le persone non vivono in modo collettivo ma sono distribuite sei per ogni appartamento. È come se sperimentassero una convivenza già all’interno del centro stesso e non è una cosa usuale perché, di solito, si tratta di strutture in cui gli occupanti vivono in ambienti comuni. Qui, invece cominciano ad apprendere un modo differente di stare insieme, di convivere. Si tratta comunque di giovani uomini di età media 25/30 anni, che non hanno una famiglia propria».
Un importantissimo punto di riferimento di cui si fregia il Comune di Comiso, meritandosi, giustamente, il titolo di Città della Pace e dell’Accoglienza.