Pubblicato il 9 Dicembre 2024 | di Redazione
0Annunci di Bellezza, Solennità dell’Immacolata “Eccomi”
In questa seconda Domenica di Avvento la Liturgia ci invita a celebrare il mistero di una grazia così grande da preservare Maria di Nazaret da ogni ombra di peccato, perché scelta per essere la madre del Salvatore. Così Maria è «la piena di grazia» che «ha creduto» alla parola del Signore. Letta in questa chiave, la solennità dell’Immacolata rivela non solo l’opera di Dio in lei, ma anche il destino di ogni credente. La solennità odierna non corrisponde a un’interruzione del percorso di Avvento appena iniziato. Al contrario: Maria diventa un’icona vivente del piano di Dio, l’incontro tra il suo progetto di amore e la nostra risposta generosa. Dio fa grazia e tuttavia non agisce da solo, ma chiede all’umanità di fare la sua parte. In Maria ci viene mostrato come «nulla è impossibile a Dio» e noi spesso ci sbagliamo quando ingigantiamo il potere del male. In Maria Dio ci dona un’immagine viva di quello che egli può realizzare quando una creatura gli apre il cuore e si rende disponibile. In Maria Dio ci fa vedere come egli mantenga le promesse, anche quelle che appaiono irrealizzabili.
Sandro Bracchitta continua il racconto evangelico nel suo dipinto “Eccomi”, realizzato nel 2022 per la Parrocchia Maria SS. Nunziata di Ragusa, raffigurando la Vergine Maria nell’atteggiamento di accoglienza alla Volontà di Dio, visibile nel gesto di grazia delle sue mani, una sul ventre e l’altra al petto, e nel capo chinato.
Lo sguardo umilmente abbassato, Maria, ricolma di grazia, accoglie il Mistero che in lei si compie e con tutta la persona dice: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
Con una mano sfiora il suo ventre, che da questo preciso momento accoglierà il Dio fatto uomo, che come uomo soffrirà e morirà; un filo rosso scende verso la terra preannunciando la nascita e la morte di Cristo. Accanto a lei un libro ancora aperto testimonia la temporalità dell’evento, l’istante preciso, repentino e intimo in cui avviene l’annuncio. Le mani dell’Arcangelo Gabriele, che indicano una il cielo e l’altra Maria, esprimono con un sintetico gesto l’annuncio della volontà divina per il suo concepimento.
Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio.
Le gocce di oro che inondano il quadro di luce dorata indicano lo Spirito, che come pioggia purificatrice scende dall’alto, dalla parete della chiesa, e rappresentano luce di rivelazione e, allo stesso tempo, pianto divino per il sacrificio del Figlio Gesù. Il giglio, che nella tradizione iconografica dell’Annunciazione dona l’Arcangelo a Maria, è simbolo della purezza, dell’innocenza e della verginità. In questa immagine, un vortice a spirale di dodici gigli bianchi si sviluppa dalla base dell’opera verso l’alto, rappresentando l’origine di ogni forma di vita. La forma a spirale simboleggia anche il profumo emanato dal fiore che accompagna l’apparizione dell’Angelo e che rende quel luogo spirituale e sacro per la presenza dello Spirito Santo.
don Marco Diara