Pubblicato il 15 Dicembre 2024 | di Redazione
0Annunci di Bellezza, III domenica di Avvento
“Siate sempre lieti nel Signore”
Inizia così l’antifona di ingresso alla Messa della terza domenica d’Avvento che, dall’equivalente originale in lingua latina «Gaudete in Domino semper» (Paolo ai Filippesi 4,4), è conosciuta come «Domenica gaudete». L’insistente invito alla gioia, pur trovandosi durante un periodo penitenziale, è motivato dal sapere ormai vicino il giorno in cui facciamo memoria della nascita storica di Gesù che a tutti ha portato e offerto vita piena. Se il Cristo da allora è sempre con noi e dalla nostra parte, non possiamo perciò che essere uomini e donne felici, portatori di speranza, pronti a una vigilanza lieta in attesa del futuro. Nelle Chiese in questa domenica, per antica tradizione, nei paramenti e nella candela posta sulla corona dell’Avvento, il colore rosa prende il posto del colore viola, quasi a rischiarare questo colore di speranza, nel ricordo della nascita del Dio della Vita.
Il Vangelo di Luca (3,10-18) ci presenta un’altra tappa decisiva della predicazione del Precursore. Quanti l’hanno ascoltato infatti si sono resi conto che occorre cambiare il modo di vivere e perciò gli chiedono: «Che cosa dobbiamo fare?».
Ecco come Primo Panciroli continua il racconto evangelico nel dipinto «La Predicazione di San Giovanni Battista», realizzato a tempera su intonaco nel 1926 per decorare le pareti del presbiterio della Chiesa di San Giovanni Battista di Ragusa. Sulla riva del fiume Giordano accorre una grande quantità di persone per ascoltare la predicazione di Giovanni. Il Battista, a destra su un rialzo di terreno, domina imponente la scena: vestito di peli di cammello e coperto da un mantello, che nel movimento esprime la forza dell’annuncio e nel colore il rosso del martirio, con la mano sinistra regge la canna a forma di croce. Con il movimento della mano destra, annuncia a chi lo ascolta che da Dio sta arrivando il Messia e che occorre darsi da fare, com’è scritto nel libro del profeta Isaia: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate». Solo così «Ogni uomo vedrà la salvezza la salvezza di Dio!» La severità della predicazione di Giovanni è resa pittoricamente dai tratti corrucciati del volto, la bocca che si presta lesta a proferire le parole di Dio, tanto da evidenziarne la muscolatura e la nervatura del collo, a causa della forza prorompente della Parola annunciata.
Gli uomini e le donne, vestiti da manti variopinti, guardano conquistati il predicatore, esprimendo la disponibilità al cambiamento. E il Precursore risponde alle folle, cioè a tutti, nessuno escluso: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto»; ai pubblicani: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato»; ai soldati: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Lo sguardo di Giovanni interpella ognuno di noi e aspetta la nostra decisione di accogliere con i fatti Colui che viene sempre.
Il Battista non occupa il centro del dipinto: la sua figura è decisamente decentrata! Questo dettaglio, ci suggerisce che per attendere Colui che viene occorre fare spazio e vuoto nel proprio cuore; rispondere alla voce di Giovanni dice perciò adesione a questo atteggiamento che il Battista visse profondamente, non solo andando nel deserto, ma aspettando la venuta di qualcuno più grande di lui, senza paura di diminuire e scomparire. Al centro dell’opera troviamo la figura di Gesù che, avanzando verso Giovanni con compostezza e fermezza nello sguardo, dichiara con autorevolezza che Egli è la via da percorrere. Una grande luce splende in alto in mezzo alle nuvole, segno che è arrivata la «Luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Giovanni, 1, 9).
don Marco Diara