Politica

Pubblicato il 6 Marzo 2025 | di Alessandro Bongiorno

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Riecco la Provincia, finalmente

Stavolta sembra che sia davvero la volta buona. Dopo 13 anni, alla ex Provincia (nel frattempo divenuto Libero Consorzio Comunale) s’insedieranno un presidente, un consiglio e un’assemblea. Lo prevede un decreto del presidente della Regione, Renato Schifani, che ha fissato per il 27 aprile la data delle elezioni. Non spetterà a noi scegliere chi dovrà rappresentarci. Per noi lo faranno i sindaci e i consiglieri dei dodici comuni. Si tratta infatti di elezioni di secondo livello. Il presidente sarà scelto tra i sindaci, i dodici consiglieri tra i consiglieri comunali e i sindaci in carica, l’assemblea sarà invece l’organo composto dai dodici sindaci.

Dopo tredici anni di attesa era lecito attendersi qualcosa in più e di diverso. La riforma non c’è stata, a Viale del Fante si sono succeduti commissari nominati dalla Regione. Ancora oggi si parla di elezioni che avranno un limite temporale ben preciso, sino quando, cioè, la Regione non proceda a una riforma di questo ente o, come pare più facile e più probabile, restituisca ai cittadini almeno la funzione democratica del voto. Nel frattempo il territorio ha perso la sede della Camera di Commercio, del Consorzio Asi e, proprio qualche giorno fa, anche del Consorzio di bonifica. Il rischio, sempre più concreto, è che Ragusa appiattisca il livello della sua classe dirigente e la capacità di gestire il presente e di progettare il futuro. Un compito che, oggi più che mai, finirà sulle spalle della nuova Provincia. Ed è un compito delicatissimo perché quello che era uno dei polmoni più salubri per l’economia e la società siciliana è in affanno e quanto c’è oggi (l’agricoltura, il turismo, la cultura) è un’eredità del passato (e di quella classe politica e dirigente).

Quando nel maggio del 2012 l’allora presidente della Regione Raffaele Lombardo decise di cominciare da Ragusa inviando un commissario in attesa di procedere al riordino delle Province, presidente era Franco Antoci, l’ultimo eletto direttamente dai cittadini. «Il ritorno di organismi creati con elezioni di secondo livello – dichiara oggi Franco Antoci – è forse il male minore. L’ideale sarebbe restituire la Provincia a rappresentanti eletti dal popolo. Qualsiasi sindaco ha infatti il limite di dover rappresentare allo stesso tempo tutto il territorio senza potersi però scrollare di dosso la veste e gli impegni di sindaco del suo comune. Un presidente eletto dai cittadini rappresenta invece tutti e non può permettersi una visione municipalistica».

Tredici anni senza i vertici della Provincia sono stati forse un regalo a quanti ritenevano che la politica fosse un male e la democrazia solo un costo. I fatti hanno dimostrato che le prerogative (strade provinciali, scuole superiori, assistenza agli studenti con handicap) sono rimaste e sono rimasti anche funzionari e dirigenti. È mancata l’anima e la visione che solo la politica e il confronto tra idee e posizioni diverse possono dare. «Si sono alternati – commenta Antoci – anche ottimi commissari ma le potenzialità di questo territorio non sono state espresse nella sua totalità».

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Autore

Giornalista, redattore della Gazzetta del Sud e condirettore di Insieme. Già presidente del gruppo Fuci di Ragusa, è laureato in Scienze politiche.



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