Mecenatismo VS servilismo
Vi fu un tempo d’oro, il mecenatismo, in cui artisti, filosofi, scienziati e letterati trovavano in un sovrano un sostegno economico, umano e culturale. Invece c’è da qualche tempo qualcosa di banale: il servilismo.
Durante l’epoca dei mecenati, gli artisti usavano ripagare il sostegno del sovrano svolgendo incarichi o mettendo la loro arte al servizio del potere. Tutto ciò portava un immenso splendore nelle corti. Non a caso il mecenatismo fu usato molto dalla Chiesa, dal grandissimo Federico II e, nel Rinascimento, dalla famiglia dei Medici.
Tutte le opere, i libri e le sculture che hanno preso vita sotto il mecenatismo, sono ancora ammirate da tutti gli uomini del mondo, e pare che non sia più possibile riprodurre tali capolavori o creare qualcosa di simile.
Purtroppo oggi del mecenatismo sono rimaste poche (ma validissime) tracce, perché esiste il servilismo!
Il servilismo è l’atteggiamento concreto con il quale l’artista si sottomette in modo meschino a persone più potenti, annullando il proprio pensiero più intimo e personale. Con il servilismo si umilia il proprio talento e la propria personalità in cambio di un contributo economico (a volte anche misero).
Il mecenatismo era un “luogo” di confronto, di dialogo e di ricerca continua (anche se nella storia non sono mancati scontri molto accesi tra gli artisti e i loro mecenati); il servilismo invece spesso produce mostri, perché in cambio di poco (o di molto), l’artista rinuncia alla sua libertà solo per fare un favore al suo benefattore (che è il vero artefice dell’Idea).
Quindi, se il mecenatismo produce Arte, il servilismo, per lo più, produce doppiezze, falsità e obbrobri!