Pubblicato il 31 Marzo 2016 | di Redazione
0Il referendum del 17 aprile sulle trivellazioni di petrolio e gas a mare
Quando si vota?
17 aprile dalle 07.00 – 23.00 presso il seggio a cui sei iscritto, controlla il numero sulla tua tessera elettorale. Al contrario di altre volte si voterà un solo giorno, la domenica.
Cosa si vota?
Sì
Il prossimo 17 aprile si terrà un referendum popolare di tipo abrogativo. Strumento previsto dalla Costituzione italiana per richiedere la cancellazione di tutta o parte di una legge dello Stato.
Affinché il referendum sia valido occorre che vada a votare almeno il 50% + 1 degli aventi diritto al voto. Affinché la proposta di abrogazione venga approvata occorre che la maggioranza voti “Sì”.
Chi può votare?
– hanno diritto al voto tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto la maggiore età.
– gli italiani residenti all’estero, secondo le normali procedure di voto
– i fuori sede potranno votare nel proprio Comune di residenza o iscrivendosi come “rappresentanti di lista” nel Comune dove si studia o lavora
Dove si vota?
IN TUTTA ITALIA e non solo nelle Regioni che hanno promosso il referendum, nei normali seggi elettorali, dove ci si reca normalmente per le consultazioni elettorali, muniti della propria tessera elettorale.
Cosa dice esattamente il quesito referendario?
Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?»
Cosa andiamo a votare?
Con il referendum del 17 aprile si chiede agli elettori di fermare le trivellazioni in mare, tutelando non solo il mare italiano ma l’intero Mediterraneo da possibili disastri ambientali.
Raggiungendo il quorum e votando SI si otterrà la cancellazione della norma che consente alle società petrolifere che attualmente estraggono gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane, di continuare in questa operazione fino ad esaurimento del giacimento, senza limiti di tempo.
Le attuali normative italiane non consentono di trivellare nuovi giacimenti per il futuro. Questo vuol dire che se si vuole tornare ad avere un limite alle estrazioni in atto e mettere fine alle politiche petrolifere del Governo occorre votare “Sì” al referendum. In questo modo, le attività petrolifere andranno progressivamente a cessare, secondo la scadenza “naturale” fissata al momento del rilascio delle concessioni.
Cosa accade se non si raggiunge il quorum o vince il no?
Nel caso in cui non si raggiungesse il quorum previsto, pari al 50%+1 degli aventi diritto al voto, il Parlamento potrebbe prevedere che si torni a cercare ed estrarre gas e petrolio ovunque rimettendo in piedi in vecchi progetti, come Ombrina.
Raggiungere il quorum e vincere il referendum è un’occasione straordinaria per il nostro Paese per lo sviluppo di un sistema energetico sostenibile e democratico basato sulle fonti rinnovabili e sull’efficienza energetica
Andare a votare è utile?
A seguito di un eventuale esito positivo del referendum, il Parlamento o il Governo non potrebbero modificare il risultato ottenuto, la cancellazione della norma sarebbe immediatamente operativa.
Come ha più volte precisato la Corte costituzionale, il Parlamento italiano non può modificare il risultato che si è avuto con il referendum, questo lederebbe la volontà popolare.