Pubblicato il 11 Aprile 2016 | di Gabriella Chessari
0Giubileo dei settimanali cattolici
Oltre cinquemila berretti rossi hanno invaso piazza San Pietro sabato 9 aprile. E’ il popolo della Fisc, la Federazione dei settimanali cattolici italiani che ha scelto di festeggiare i suoi primi cinquant’anni di attività, vivendo insieme il Giubileo della Misericordia.
Da circa cento diocesi italiane sono arrivati vescovi, direttori, giornalisti, collaboratori, amministratori, lettori, sostenitori, tutti coloro insomma che permettono l’uscita e la diffusione dei giornali diocesani.
Anche il nostro quindicinale Insieme con una delegazione di collaboratori e lettori ha voluto partecipare a questa “festa di popolo”.
L’emozione è stata tanta, ed è esplosa quando il Papa facendo il giro della piazza si è soffermato tra i pellegrini rivolgendo a tutti un sorriso e uno sguardo dolce di un Padre misericordioso che ha occhi di amore e di attenzione per i suoi figli.
Al centro della catechesi: l’elemosina come “misericordia”. Papa Francesco ha ricordato a tutti che
“Può sembrare una cosa semplice fare l’elemosina, ma dobbiamo fare attenzione a non svuotare questo gesto del grande contenuto che possiede. Infatti, il termine “elemosina”, deriva dal greco e significa proprio “misericordia”. L’elemosina, quindi, dovrebbe portare con sé tutta la ricchezza della misericordia. E come la misericordia ha mille strade, mille modalità, così l’elemosina si esprime in tanti modi, per alleviare il disagio di quanti sono nel bisogno”.
“Dio vuole che il suo popolo guardi a questi nostri fratelli… dai generosamente, e mentre doni, il tuo cuore non si rattristi… la carità richiede un atteggiamento di gioia interiore”.
“Offrire misericordia non può essere un peso o una noia da cui liberarsi in fretta – e distogliendo gli occhi dal foglio che teneva in mano e andando a braccio ha continuato – come da un ubriaco a cui non do l’obolo perché “forse andrà a comprare vino per ubriacarsi”; ma se lui si ubriaca, è perché non ha un’altra strada! E tu, cosa fai di nascosto, che nessuno vede? E tu sei giudice di quel povero uomo che ti chiede una moneta per un bicchiere di vino?”.
“Gesù ci chiede di non fare l’elemosina per essere lodati e ammirati dagli uomini per la nostra generosità”, ha puntualizzato il Papa ricordando l’antico adagio: “fa in modo che la tua mano destra non sappia quello che fa la sinistra”.
“Non è l’apparenza che conta, ma la capacità di fermarsi per guardare in faccia la persona che chiede aiuto”. A questo punto rivolge la domanda ai 40 mila fedeli in piazza: “Sono capace di fermarmi e guardare in faccia, guardare negli occhi, la persona che mi sta chiedendo aiuto?”. E subito dopo raccomanda: “Non dobbiamo identificare l’elemosina con la semplHice moneta offerta in fretta, senza guardare la persona e senza fermarci a parlare per capire di cosa abbia veramente bisogno… ma dobbiamo distinguere tra i poveri e le varie forme di accattonaggio che non rendono un buon servizio ai veri poveri”.
“Misericordia è coinvolgersi con il povero”, così ha concluso l’udienza Papa Francesco invitando soprattutto i giovani genitori ad educare i propri figli a questo tipo di elemosina ad essere generosi con quello che hanno e con un aneddoto che ha voluto condividere con i presenti, che racconta di come una mamma che non viveva una particolare situazione di agio, ha insegnato ai suoi tre figli a condividere ciò che si ha con i poveri, dando metà della loro cotoletta impanata al povero che aveva appena bussato alla loro porta.
“Questo è il coinvolgersi con il povero. Io mi privo di qualcosa di mio per darlo a te”.