Società

Pubblicato il 27 Maggio 2016 | di Redazione

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Ragusa capitale italiana della cultura: un sogno possibile

Venerdì 20 e sabato 21 maggio, il Centro Studi Feliciano Rossitto di Ragusa ha ospitato la due giorni di “Cultura è sviluppo del sud” a cui hanno preso parte personalità del mondo accademico e politico di respiro nazionale.
A dare il benvenuto, il sindaco Federico Piccitto che ha sottolineato l’importanza di iniziare un percorso finalizzato alla crescita della città.

Moderatore degli incontri, Giorgio Massari ha aperto il confronto descrivendo la posizione di partenza di Ragusa nella corsa verso questo riconoscimento: << Per Ragusa partecipare a questa gara significa dimostrare di essere in grado di competere in modo significativo>>. Pare infatti che l’indicatore utilizzato per raggruppare le città per similarità, riconosca a Ragusa – tra altre – la seconda posizione, preceduta da Venezia, Roma e Firenze.

Tra i relatori presenti, Laura Azzolina -docente di sociologia economica presso l’Università di Palermo- ha condiviso con la platea dati e riflessioni sullo sviluppo siciliano.
La realtà con cui ci si deve confrontare è predominata dal tornaconto economico, meramente legato alla rendita, a scapito della prospettiva lungimirante di reinvestimento a beneficio della popolazione.

Ragusa, con la sua posizione baricentrica nel Mediterraneo, ha affrontato in passato ben tre rivoluzioni agrarie e due industriali che le hanno permesso di reinventarsi con successo. Ad oggi, si trova a doverne gestire una del tutto nuova, che non si limita al profilo culturale ma coinvolge il tessuto cittadino nella sua totalità.

<<La cultura – ha dichiarato Azzolina – accresce la formazione e l’attrazione del capitale umano, risorsa competitiva di cruciale rilievo. Le attività culturali producono valore aggiunto e sono direttamente connesse al comparto turistico che si espande a sua volta. Questo ci permette di comprendere il ruolo di moltiplicatore della cultura per lo sviluppo economico>>.

Negli anni, molti semi sono stati gettati per la fioritura di Ragusa. Uno fra tutti è sicuramente la legge su Ibla, fortemente voluta dall’ On. Giorgio Chessari -patron dello stesso centro polifunzionale Rossitto- , che ha reso Ibla una perla del patrimonio artistico del mondo intero.

Ragusa possiede tutti i requisiti per concorrere al raggiungimento dell’ambizioso titolo di capitale italiana della cultura. La nostra isola nell’isola può farsi, insomma, capofila di un distretto culturale che poco ha da invidiare ai distretti industriali del nord Italia.

L’impresa non risulta però di facile riuscita. Ciò che tutti i relatori hanno sottolineato nel corso della conferenza è l’assenza di una sinergia tra settori.

Nell’equilibrismo, precario e tutto isolano, tra i differenti fattori economici aleggia la mancanza di un concreto piano strategico di sviluppo, come ha fatto notare anche Renato D’Amico – docente di scienze dell’amministrazione presso l’Università di Catania e relatore dell’incontro.

<<Nel caso ragusano – ha sostenuto D’Amico – il fattore di isolamento ha generato un indubbio risvolto positivo che ne ha fatto una leva per lo sviluppo della città e per la generazione di un, seppur ridotto, capitale umano al suo interno>>.

La costruzione di una rete capillare di relazione andrebbe a sostegno di una politica di valorizzazione di concerto. In questo modo, l’uscita dalla logica competitiva locale permetterebbe di cogliere le occasioni derivanti da una competizione globale.

La cultura è comunità e identità. Per questo motivo è importante che attori pubblici e privati collaborino.

Salvatore Adduce, sindaco di Matera -eletta capitale europea della cultura per il 2019- ha sottolineato il ruolo chiave della scuola nel tutelare e valorizzare la cultura.
Elena Becheri, assessore alla cultura della città di Pistoia -capitale italiana della cultura per il 2017- ha dispensato, tra i numerosi suggerimenti, un prezioso consiglio: adottare un atteggiamento propositivo, e non distruttivo, per mettere a sistema le soluzioni alle problematiche cittadine.
Infine, a chiusura dell’incontro, Saro Di Stefano – Capo delegazione FAI di Ragusa – ha sollevato la problematica più ostacolante: la partecipazione cittadina, poco fiduciosa nel progetto e nella sua buona riuscita.

Sicuramente, una città coesa e un impegno cittadino diffuso rappresentano il primo gradino da salire nel complesso percorso verso la candidatura a capitale della cultura.
Siamo tutti chiamati a restituire la luce a quegli aspetti di nuovo (o ancora?) in ombra della nostra città.
Perché, se è pur duro accettare l’amara verità de <<Il problema della candidatura siamo noi stessi>>, è altrettanto dolce la certezza che <<<La cultura non è solo dei dotti>>.

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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