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Pubblicato il 30 Maggio 2016 | di Alessandro Bongiorno

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A Marina di Ragusa riecco la bandiera blu

Dopo un solo anno torna a sventolare la bandiera blu. Confermata anche la bandiera verde che indica le spiagge più adatte ai bambini. A livello mediatico, la concessione della bandiera blu ha saputo conquistarsi un grande spazio, tanto da divenire strumento di promozione turistica. A Marina di Ragusa torna dopo un anno senza che si sia mai capito il motivo per il quale nel 2015 sia stata negata.

«Lo scorso anno – afferma il sindaco Federico Piccitto – avevo sottolineato che il mancato riconoscimento, oltre che fonte di stupore e delusione, era soprattutto incomprensibile, perché penalizzante nei confronti di una realtà virtuosa come Marina di Ragusa, che meritava, sicuramente, un riconoscimento prestigioso come la bandiera blu. La “riconquista” di oggi, dimostra come l’esclusione dello scorso anno fosse un fatto casuale ed episodico, e quanto prive di fondamento fossero le tante presunte motivazioni circolate lo scorso anno». Soddisfatto anche il presidente del Consiglio comunale Antonio Tringali. «Un premio meritato – afferma – alle nostre spiagge ed al nostro mare».

Al di là della bandiera blu, Marina di Ragusa deve compiere un ulteriore sforzo. Il borgo di pescatori non esiste più, la località turistica non ancora. Per i ragusani Marina di Ragusa resta sempre il posto delle seconde case da riaprire per due o tre settimane l’anno. I turisti invece la scelgono ormai per sei-otto mesi l’anno, incoraggiati dalle politiche promozionali della società che gestisce il porto, dai voli charter che collegano Comiso con tanti aeroporti europei, da un clima che è gradevole e accogliente anche in quei periodi in cui i ragusani si tengono lontani da Marina.

Tante le occasioni sprecate per compiere il salto di qualità e, purtroppo, negli ultimi dieci anni si sono ripetuti gli stessi errori commessi negli anni Settanta e Ottanta quando si preferì costruire condomini (anche sul lungomare) al posto di alberghi e attività ricettive. Anche di recente, gli spazi destinati negli insediamenti turistici sono stati realizzati residence che, di fatto, si sono trasformati nelle seconde e terze case dei ragusani, bruciando l’opportunità di trasformare Marina di Ragusa in una capitale del turismo, capace di attrarre gente proveniente da fuori e di creare sviluppo e posti di lavoro per i giovani e per chi, pur non essendo più giovane, è ancora alla ricerca di un’occupazione.

I tanti locali sorti nella zona pedonale (quanto rimpianto per il tempo perso in sterili polemiche contro la pedonalizzazione della piazza e del lungomare “Andrea Doria”) da soli non bastano a trasformare Marina di Ragusa in realtà turistica. Ci sono enormi potenzialità che non vengono ancora sfruttate per i limiti di un gruppo dirigente (politica, imprese, sindacati, scuola, ordini professionali) che sembra avere orizzonti limitati. Non è un caso che sempre più imprenditori ragusani preferiscono investire nella vicina isola di Malta dove da anni c’è una cultura del turismo che ha consentito a quello che era uno scoglio di trovare una sua via allo sviluppo. Oggi Malta attrae investimenti e lavoratori anche dall’estero. Da Ragusa i ragazzi sono costretti ad andare via nonostante il mare, il barocco, la gastronomia, le campagne, i centri storici, i paesini dell’interno, le tradizioni culturali, l’accoglienza tipica delle nostre genti siano ingredienti che turisti, viaggiatori e vacanzieri dimostrano di apprezzare.

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Autore

Giornalista, redattore della Gazzetta del Sud e condirettore di Insieme. Già presidente del gruppo Fuci di Ragusa, è laureato in Scienze politiche.



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