Pubblicato il 28 Giugno 2016 | di Redazione
0Con la laurea si ha una marcia in più
Alcuni dati statistici (rilevati sempre a livello nazionale e che, pertanto, differiscono, almeno in parte, rispetto alla situazione siciliana e locale) possono aiutare meglio a leggere la realtà e a orientarsi.
A cinque anni dal conseguimento del titolo (laurea), il 78 per cento dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 17 per cento in quello pubblico. La restante quota lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe il 76 per cento degli occupati, mentre l’industria accoglie il 22 per cento. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.
Tra uno e cinque anni dal titolo si registra un miglioramento del tasso di occupazione per tutti i gruppi disciplinari indagati. Focalizzando l’attenzione sui soli laureati magistrali biennali, emerge che l’occupazione è significativamente superiore alla media, a cinque anni dalla laurea, per i laureati delle professioni sanitarie (95 per cento), di ingegneria (94) e del gruppo economico-statistico (90). Al di sotto della media si posizionano i laureati dei gruppi letterario (72), giuridico (75), geo-biologico (78) e insegnamento (78). Allo stesso tempo, a un lustro dalla laurea, in tutti i percorsi di studio si conferma la contrazione della disoccupazione, che rimane su valori più elevati della media nei gruppi letterario (18), giuridico (15) e geo-biologico (14). A fondo scala si trovano invece i laureati delle professioni sanitarie, il cui tasso di disoccupazione è inferiore al 2 per cento, e dei gruppi ingegneria (4), scientifico ed economico-statistico (6 per cento per entrambi).
Per quanto riguarda i guadagni, in testa si posizionano, con guadagni apprezzabilmente superiori alla media, i laureati in ingegneria (1.705 euro) e dei gruppi scientifico (1.614), chimico-farmaceutico (1.562), professioni sanitarie (1.552) ed economico-statistico (1.496). Per i laureati dei gruppi psicologico, educazione fisica, insegnamento e letterario, i guadagni sono significativamente inferiori alla media (rispettivamente 980, 1.059, 1.093 e 1.117 euro).